

Se l’Italia fosse un paese di calciofili, cioè di persone che seguono il calcio perché amano questo gioco e non perché hanno bisogno di uno sfiatatoio ai problemi personali, avremmo passato la domenica pomeriggio a guardare e riguardare le azioni più spettacolari delle partite per lustrarci gli occhi e gustare di quei pochi campioni rimasti nella nostra scalcinata Serie A. Un campionato molto complesso, certo; allenatori preparati e scaltri, vero; grandi rivalità, pure troppe. Tutti fattori che ne fanno un banco di prova eccellente per chiunque passi dai nostri campi a masticare calcio. Unico problema, si fa per dire, del campionato italiano è che non attira più i calciatori migliori e quei pochi che ci sono, forse perché giocano quasi tutti in una certa squadra, non vengono esaltati come meriterebbero.
Anche io, in questi giorni, mi sono lasciato prendere la mano dalla polemica sugli episodi arbitrali del derby, così sapientemente raccontati in questo articolo dal nostro Ossimoro. Sarà che mi diverto troppo a “vedere l’effetto che fa”, ma non nascondo di aver trascurato la passione per il pallone, quella genuina, quella fanciullesca.
Voglio rimediare e dare il giusto risalto a quelli che, secondo me, sono stati i 4 momenti fantastici di Torino-Juventus, più uno. Rigustiamoli insieme:
1. La punizione di Pogba
Quando devi calciare una punizione da quasi 30 metri hai un problema, soprattutto: come sorprendere il portiere. Di solito si tratta di scegliere tra calcio di potenza o tiro ad effetto, ma da quella distanza devi esercitare una grande forza nelle gambe per fare entrambe le cose. In questo calcio piazzato c’è tutta la maestria di Pirlo e la regalità di Platini, uno dei pochi, quando 30 anni fa i palloni erano molto più pesanti e meno ballerini di oggi, a coniugare egregiamente le doti di tiratore scelto. A voi chi ricorda di più?
N.B. Il fatto che Padelli commetta l’errore di compiere un passettino di troppo non diminuisce la bellezza dell’esecuzione, anzi. La sua indecisione deriva dal non sapere dove e come giungerà in porta quel pallone.
Morata, Mandzukic e Khedira, con i loro spostamenti sincronici, descrivono, sul campo, un cerchio. Questo set di movimenti serve a liberare lo spazio per l’inserimento di una delle mezz’ali. In questo caso dovrebbe essere Pogba ma i giocatori del Torino lasciano una prateria per la penetrazione dello stesso Khedira, a cui non pare vero di avere di fronte la Pampa argentina. Prima di proseguire con la descrizione dell’azione devo fare una piccola premessa. La squadra di casa ha scelto di non bagnare il campo prima della partita, rendendo il manto erboso molto pesante. Una scelta che, nelle menti geniali di chi l’ha pensata, doveva mettere in difficoltà i polmoni e i muscoli dei bianconeri, già provati dai 120 minuti di Monaco pochi giorni prima. A parte il fatto che sullo stesso campo ci vanno tutti (e quello ad avere la peggio è Immobile, stiramento) questi signori non avevano fatto i conti con uno dell’intelligenza di Khedira. Tarato il rimbalzo del pallone e la strada che compie data una certa forza, nell’azione del gol lancia la sfera in avanti con almeno un paio di calci vigorosi, sapendo che comunque il suo amico bianco e rosa non sarebbe scappato via, grazie alla scarsa scivolosità dell’erba. Più che un giocatore, una equazione biquadratica.
3. Azione del 3-1
Lemina-Rugani-Pogba-Morata: età media dei giocatori che partecipano a questa azione, 23 anni! Un dato che non dovremmo mai dimenticare, quando parliamo di cosa fa questa squadra, quest’anno. Il vero capolavoro, superfluo dirlo, è quello di Pogba che resiste alla carica di Maksimovic (il difensore serbo sembra un fidanzatino quindicenne che vuole andare di limonata) e, istantaneamente, trova la lucidità di lanciare Morata nello spazio con un assist perfetto in ogni aspetto: forza, precisione, calibrazione. Molto bravo anche lo spagnolo che, vivaddio, non ha dimenticato i movimenti della prima punta: inserimento alle spalle di Glik, stop col destro, tocco di sinistro a superare Padelli.
Dopo aver rivisto queste due reti, fossi in Ventura, mi soffermerei più sulle scelte dei suoi centrali di difesa piuttosto che sui centimetri di fuorigioco o i millimetri tra le fronti di Bonucci e Rizzoli.
Ops, ci stavo ricascando… Niente polemica, oggi solo bellezza, andiamo avanti.
4. Il record di Buffon.
1 Campionato del Mondo
8 Scudetti
2 Coppe Italia
6 Supercoppe italiane
1 Coppa Uefa
Questo il palmares del più forte portiere italiano e, a detta di molti, della storia del calcio.
A quei trofei andrebbero aggiunti tanti momenti che ne fanno un campione assoluto, tante avventure, alcune sconfitte dolorosissime, un campionato di Serie B, risalite dopo essere caduto in fondo al baratro, e ogni volta è diventato sempre più forte. Se non come portiere, difficile migliorare i suoi standard, altissimi da sempre, Buffon è tornato più forte dopo le cadute nel suo essere leader, uomo squadra, capitano.
A questi successi e ad innumerevoli primati personali, Buffon e la Juventus iscrivono il proprio nome in cima all’ennesima classifica. 973 minuti senza subire reti in campionato, 10 partite intere (altro record stabilito settimana scorsa, per gradire) più i due spezzoni di gara contro Samp e Toro. Cassano e Belotti i due comprimari che aprono e chiudono il sipario su questo spettacolo, il 4° della settimana, l’ultimo.
Anzi, no.
5. Stop e tiro a giro di Higuain
Chi ha giocato a calcio afferma sempre che, per un attaccante, è vitale il primo controllo. Nel prepararsi il tiro in porta, qui, Higuain fa un primo controllo che è due cose insieme. Il passaggio di Hamsik sembra il classico filtrante in area visto e rivisto fare tante volte dall’affiatata coppia azzurra, infatti l’attaccante argentino finta di buttarsi in area per calciare col sinistro e invece effettua quel tocco che dicevamo e ferma la corsa. Con quell’unico colpetto alla palla sbilancia due difensori che si preparavano a seguirlo in area e, allo stesso tempo, pone il pallone in posizione perfetta per essere calciato. Il tiro che ne consegue è un disegno micidiale, impossibile da intercettare.
Fra qualche anno, quando avremo dimenticato i veleni e le stupidità di questi giorni, ricorderemo questo campionato come le impensabili rimonte e lo splendido duello tra i giovani fenomeni di una delle Juventus più forti di sempre e il Napoli di Gonzalo Higuain.