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Ajax-Juventus 1-1: la battaglia

Preso come sono dall’hype per “Il trono di Spade”, la partita di ieri mi ha ricordato una delle tante battaglie della saga, una di quelle in cui un’armata circonda quella avversaria e cerca di vincere la contesa tramite velocità di esecuzione e incoscienza. Una in particolare, “la battaglia dei bastardi“, il diabolico pazzo Ramsey Bolton contro Jon Snow, leader molto più riflessivo e accondiscendete, forse troppo, ma che quando c’è da osare per il tutto per tutto non si tira certo indietro.

Il pareggio mi sembra il risultato più giusto perché nessuno ha prevalso nettamente e per tutta la partita, giocata da entrambe a gatto col topo, per scoprire alla fine che si era entrambi gatti. La cosa preoccupante, per noi, è che i ragazzini terribili dell’Ajax non corrono a vuoto e sempre, il loro moto accelerato non è fine a se stesso ma hanno fasi alterne di pressing asfissiante e minuti in cui lasciano il pallino agli avversari. L’altra preoccupazione è che, a differenza di tante altre squadre, non si fanno troppi problemi a giocare allo stesso modo sia in casa che fuori.

I punti di forza dei lancieri sono principalmente due: l’atletismo e la ricerca degli spazi. Due aspetti del gioco strettamente collegati tra loro. Per atletismo intendo sia il grandissimo movimento di tutti sia la fisicità negli scontri, randellate comprese. Come l’Atletico Madrid, il movimento perpetuo è propedeutico a disorientare le difese avversarie e trovare un compagno libero negli half spaces, come si dice ultimamente. Ieri gli olandesi cercavano spesso i loro trequartisti (o mediani o mezzali o mezzepunte, chiamateli un po’ come vi pare) tra la difesa e il centrocampo juventino. Grazie a doti tecniche non indifferenti, in particolare il primo controllo e l’orientamento corretto del corpo, erano spesso in grado di avere giocate abbastanza pulite anche in prossimità dell’area o addirittura al suo interno: ben 8 i tiri biancorossi da dentro i 16 metri, una enormità per qualsiasi partita, figuriamoci se davanti hai l’organizzazione della Juve.

Dall’altra parte, Allegri aveva preparato la partita che era facile aspettarsi. Tenere botta alle folate biancorosse e provare a controbattere colpendoli nel loro punto debole: il posizionamento difensivo nei contropiede. Nel primo tempo abbiamo avuto diverse occasioni in cui ci siamo presentati nella loro metà campo in condizioni ottimali, sia come numero di attaccanti che di spazio da occupare. Bernardeschi ha avuto un paio di tiri a disposizione, usciti a fil di palo, e l’azione del gol in cui abbiamo capitalizzato l’occasione più ghiotta. Bravissimo Bentancur a crearsi lo spazio incuneandosi in mezzo a due avversari, il resto lo hanno fatto i due portoghesi. Un triangolo larghissimo tra Ronaldo e Cancelo in cui il primo allarga il gioco per il compagno per poi andare a chiudere lo scambio in area con uno scatto e uno smarcamento degni della sua fama. Il secondo con un cross pennellato e perfetto; una delizia a cui, però, hanno fatto da contraltare diversi errori in impostazione, uno dei quali ci è costato il pareggio.
Menzione speciale meritano Rugani, praticamente perfetto, Alex Sandro, affidabilissimo e capace di tenere testa alla fisicità ajacide e alla loro corsa, e Bentancur, passato da mezzala a regista nel corso della partita; l’uruguaiano ha capito che Pjanic era sempre raddoppiato e si è preso la responsabilità del fare gioco al suo posto. Ottime notizie da 3 giocatori che finalmente possono prendersi la ribalta insieme agli altri.

Il gol di Neres dopo pochi secondi dall’inizio della seconda frazione ha rilanciato la loro foga. Entusiasmo con cui hanno schiacciato la Juve nella propria area per diversi minuti. Capita la difficoltà dei suoi, Allegri è corso ai ripari (o forse aveva già preparato un piano gara, a differenza della partita al Wanda Metropolitano) con due mosse abbastanza inaspettate: la prima quando ha inserito Douglas Costa per uno spento Mandzukic, irriconoscibile, e poi Dybala per Matuidi quando tutti ci aspettavamo l’ingresso di Khedira per il francese, infortunato.

A questo punto della partita, un po’ per il naturale calo degli olandesi, un po’ per la presenza di due elementi molto più bravi col pallone di quelli usciti, la Juve sembra soffrire meno il pressing avversario e riesce a ripresentarsi davanti a Onana e creare almeno un paio di occasioni pericolose: il palo di Costa e un’altra discesa del brasiliano che, dopo dribbling, scatti, elastici e altri giochi di prestigio, crossa in bocca al portiere. È su queste cose che i tifosi si dividono, tra chi apprezza l’enorme bagaglio tecnico del numero 11 bianconero (ma il discorso vale anche per Cancelo) e per questo pretende che giochi sempre, e chi invece, proprio per via delle grandi capacità del giocatore, accetterebbe qualche numero da circo in meno pur di avere un ultimo passaggio o un tiro più efficace. Io appartengo alla seconda schiera ma ho smesso di pretendere di convincere gli altri, è bello tifare Juve anche così.

Torniamo alle cose serie, ora. Cosa aspettarsi al ritorno?
Facciamo un passo indietro, al turno precedente. Dopo Ajax-Real Madrid, io stesso mi ero prodigato in elogi per la squadra campione in carica, per un semplice motivo: pur avendo subito per lunghi tratti il gioco dei lancieri (come noi ieri), aveva vinto la partita. L’Ajax aveva sbagliato molte occasioni (come ieri) e doveva presentarsi al Bernabeu in quella che molti pensavano fosse un’impresa impossibile.
Quei molti, però, non avevano fatto i conti con 1) la presunzione di Sergio Ramos che si fa squalificare ad Amsterdam per evitare di saltare il quarto di finale, pensando di aver chiuso la pratica, 2) la caparbietà dei ragazzini terribili che se ne sbattono del timore reverenziale e giocano la stessa medesima partita anche nel tempio madrileno e 3) la componente sfiga che, al ritorno, getta fuori dalla mischia i 2 blancos più in forma, Vasquez e Vinicius jr. già nel primo tempo.

Il piano gara lasciamolo fare ad Allegri che sembra essere tornato in pieno controllo della situazione, mentre per i punti di cui sopra è abbastanza semplice:
1) La Juve non è quasi mai presuntuosa, anzi, ha il problema opposto;
2) L’Ajax non può sorprenderci, ormai abbiamo capito con chi abbiamo a che fare;
3) Preghiamo “i vecchi e nuovi dei, il dio abissale, il signore della luce” e che vinca Jon Snow!

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