Se qualcuno crede al destino dopo il sorteggio di Nyon ha una ragione in più per farlo.
La mano di Ciro Ferrara infatti riporta la Juventus in Turchia due mesi dopo la rocambolesca partita contro il Galatasaray e la sistema in un ipotetico ottavo contro la Fiorentina, ovvero la squadra che ha inflitto la più pesante sconfitta dell’era Conte.
La trasferta turca si sposta a 1000 km di distanza dal luogo del delitto, quella Istanbul innevata che rimarrà (purtroppo) nella storia bianconera.
Si vola a Trabzon, o per dirla all’italiano Trebisonda, storico porto sul mar Nero, dove la Juventus affronterà il Trabzonspor.
Conosciamo meglio i nostri avversari.
Il Trabzonspor è per blasone la quarta grande di Turchia, dopo il trio di Istanbul rappresentato da Galatasaray, Fenerbahce e Besiktas.
Squadra giovane, fondata soltanto nel 1967, ha conosciuto immediatamente una grande ribalta a livello nazionale vincendo il primo titolo nella stagione 1975/1976, diventando così la prima formazione al di fuori di Istanbul a vincere il campionato. Un record che ha resistito fino al 2010 quando il Bursaspor si è laureato campione di Turchia.
Negli anni successivi la compagine bordeaux-blu ha surclassato la concorrenza vincendo 6 campionati in 9 anni, dei quali 3 consecutivi, più 3 coppe nazionali.
Dal 1984 è iniziato un periodo di magra, coinciso con 7 anni senza vittorie, fino alla conquista nel 1992 della quarta coppa nazionale, trofeo poi conquistato in altre 4 occasioni, l’ultima nel 2010.
Nella stagione scorsa il Trabzonspor si è classificato al nono posto nel campionato turco ed ha raggiunto la finale di coppa, perdendola per 1-0 contro il Fenerbahce.
In Europa, a differenza di Galatasaray e Fenerbahce, non è mai stato capace di exploit degni di nota. In tempi recentissimi si ricorda però la partecipazione alla fase a gironi della Champions League 2011/2012 (ripescato al posto dello squalificato Fenerbahce): inserita nel girone dell’Inter la “Tempesta del Mar Nero” chiuse in terza posizione, infliggendo uno storico 0-1 ai nerazzurri a San Siro.
Nella sessione estiva di calciomercato il Trabzonspor ha attuato una campagna di rafforzamento, con l’acquisto di Florent Malouda e Jose Bosingwa, entrambi ex Chelsea, che sono andati a far compagnia a Didier Zokora, unico giocatore precedentemente in rosa con un’importante esperienza europea alle spalle
L’esterno francese, 34 anni a giugno, è il giocatore di maggior talento e carisma dell’intera squadra, un po’ il Drogba della situazione (fatte le dovute proporzioni).
Meno conosciuti a livello internazionale ma meritevoli di attenzione sono il centrocampista polacco Mierzejewski, fantasista della squadra e dotato di un gran sinistro dalla distanza, l’attaccante brasiliano Paulo Henrique (in evidenza contro la Lazio, buona tecnica in area di rigore e fisico importante) e il turco Aldin, attuale capocannoniere della manifestazione con 5 gol.
La situazione attuale di classifica per le Tempeste è assai poco rosea, con un deludente nono posto in campionato a 17 punti dalla vetta e appena 9 sopra la zona retrocessione. L’attacco ha prodotto 30 gol in 21 partite, incassandone 28.
Situazione delicatissima per quanto riguarda l’allenatore: dopo l’abbandono del tecnico in carica Akcay la panchina è momentaneamente vacante e si sono letti tanti scenari suggestivi di stampo italiano per il sostituto: Di Matteo, Trapattoni e ultimissimo Gigi Delneri. Con ogni probabilità però i turchi scenderanno allo Juventus Stadium con la panchina vuota.
Come stile di gioco il Trabzonspor ricalca le caratteristiche della classica squadra turca: poca attenzione alla tattica e agli equilibri complessivi di squadra, sbilanciamento verso il reparto offensivo dove viene concentrato il maggior tasso di talento e minor importanza alla fase difensiva.
Bisognerà porre attenzione ai momenti di “powerplay”(comuni a quasi tutte le squadre turche), ovvero quei minuti di partita dove riescono ad imporre un ritmo elevato e a portare molta densità nell’area avversaria: questo avviene soprattutto in casa, sfruttando la spinta propulsiva del pubblico.
Il caldissimo pubblico del piccolo stadio Huseyin Avni Aker potrebbe infatti dare quella carica necessaria a colmare l’enorme gap tecnico a favore dei bianconeri (attenzione allo spettacolo del minuto 61, con fumogeni e petardi a ricordare la caduta dell’impero di Trebisonda nel 1461).
La gara di andata allo Juventus Stadium dovrà essere pienamente sfruttata per mettere subito una distanza importante e vivere il ritorno in maniera più serena possibile.
Sarà necessaria quindi una partita molto attenta ma con grande intensità offensiva per provare a segnare un buon numero di gol: il ritorno infatti va a collocarsi in un filotto di partite di campionato che contemplano Toro, Milan e Fiorentina.
Antonio Conte avrà il delicato compito di gestire perfettamente le energie e gli uomini. la stagione bianconera entra ufficialmente nella sua fase cruciale.
Fuoco alle polveri.