Alla vigilia delle due trasferte lombarde nell’arco di una settimana, quella in terra bergamasca appariva la più insidiosa, perché l’Atalanta è una squadra che gioca discretamente, senza arroccarsi a difesa dello 0-0, sempre pronta a ripartire in velocità grazie ai suoi contropiedisti. Allegri schiera la formazione-tipo di questo periodo, con il rientro di Tevez dal primo minuto e la staffetta Evra-Asamoah a sinistra. I timori appena enunciati trovano puntuale conferma: sin dai primi minuti, infatti, (e per la prima volta dall’inizio della stagione) la Juve si trova a fronteggiare una squadra aggressiva che pressa alto i difensori bianconeri i quali non trovano mai la linea di passaggio su Marchisio, preso in “ostaggio” da Boakye a tutto campo.
Anche sugli esterni le strade sono intasate, perché Estigarribia e Gomez frenano sul nascere le discese di Evra e Lichsteiner, a dire il vero poco ispirato. Si assiste ad una frazione di gioco confusa, con molti errori di appoggio e diversi giocatori che scviolano sul campo bagnato (Pogba e Tevez cambieranno gli scarpini dopo qualche minuto). Solo l’Apache sembra propositivo; non a caso lo si vede impegnato sovente in iniziative personali, poco aiutato da Llorente, preoccupato più a sportellare con i centrali orobici.
Dopo un tiro fuori di poco di Baselli (Buffon era comunque sulla traiettoria) al 3’ ed un destro sparacchiato a lato di Estigarribia quale minuto dopo, in ogni caso, la compagine juventina non corre grossi rischi. Col passar dei minuti, l’ardore iniziale degli atalantini sembra scemare tanto che gli stessi si abbassano quasi sul limite della propria area e la Juve ne approfitta per avanzare il baricentro.
Ancora una volta Tevez si prende sulle spalle la squadra e dà l’abbrivo all’azione del vantaggio al 35mo: sulla tre quarti avversaria cerca lo scambio con Llorente che di tacco, invece, serve Vidal alle sue spalle il quale, sempre di tacco (quasi involontario il suo) fa scivolare la palla sulla destra sulla quale si avventa Lichtsteiner che arriva sul fondo (per la prima volta nella serata) e mette in mezzo dove bucano in tanti, compreso Sportiello, e l’Apache deve solo appoggiare la sfera nella porta sguarnita.
Due minuti dopo potrebbe già essere raddoppio perché Evra pressa Estigarribia nella sua area, vince il rimpallo e serve Pogba il quale, non proprio coordinatissimo, “tiracchia” verso la porta avversaria, ne nasce un involontario assist per Llorente che anticipa in uscita il portiere atalantino e sfiora l’incrocio di testa. Fine primo tempo.
Nella ripresa le squadre tornano in campo pressoché invariate (unico cambio tra i nerazzurri Molina al posto di Estigarribia dopo 4 minuti) ed al 13mo l’Atalanta ha l’occasione d’oro per pareggiare: Chiellini, molto impreciso, si distrae e si fa superare dal neo-entrato che appena “sente” il difensore vicino si tuffa. Orsato, su indicazione dell’assistente di fondocampo, abbocca e fischia il penalty. Il replay dimostra come tra i due giocatori non ci sia alcun contatto ma tant’è, ci pensa Buffon a mantenere inviolata la porta bianconera respingendo il tiro (piuttosto fiacco) di Denis.
Il calcio è strano direbbe Caressa se dovesse commentare ciò che accade trenta secondi dopo quando Tevez – in evidente stato di grazia – dal vertice sinistro dell’area calcia rasoterra e soprende l’impacciato estremo difensore orobico sul suo palo: 2-0! Partita praticamente chiusa, con il resto della ripresa che vede la Juve limitarsi a controllare e gestire le energie. Arriva il momento delle sostituzioni con il consueto cambio Morata-Llorente e Pereyra al posto di un corrucciato Vidal.
Resta ancora il tempo (all’83mo) per ammirare l’immenso Tevez che sulla destra, dopo uno scambio stretto con Lichsteiner, “apre” un corridoio per il Tucumano che vi si infila, alza la testa e serve un cross al bacio per Morata che colpisce di testa e segna la rete del definitivo 3-0. Grande prova di forza per la formazione bianconera che doveva rispondere alla vittoria della Roma e restarvi appaiata in vista dello scontro diretto di domenica prossima. Obiettivo raggiunto con l’ulteriore soddisfazione di aver prolungato l’imbattibilità della porta di Buffon, arrivata a quota 801 minuti.
Ora testa a Madrid per l’incrocio con l’altra grande favorita del girone A; la Juve arriva a questo appuntamento in grande spolvero con la possibilità di giocarsela a viso aperto.