

Derby di Roma. Strootman ha appena segnato il gol dell’uno a zero, strappando palla a un ingenuo Wallace. Esulta sotto la curva e poi passa davanti alle panchine. Nell’esultare tira dell’acqua in faccia al giovane centrocampista laziale Danilo Cataldi, che in quel momento era in panchina per la sua squadra. Il ragazzo reagisce e tira per il collo della maglietta l’olandese della Roma che si accascia a terra, accentuando evidentemente le conseguenze di una banale tirata di maglietta. Scoppia il caos, rosso a Cataldi, giallo all’olandese. Qualche giorno dopo arrivano i provvedimenti del giudice sportivo. Due giornate di squalifica a Strootman. Nel provvedimento si parla di “condotta gravemente antisportiva (…) consistita prima nel lancio di acqua e poi nella simulazione comportante l’espulsione del calciatore Danilo Cataldi”.
Il procuratore federale dunque fa risalire un rapporto causa – effetto al provvedimento assegnato a Danilo Cataldi. Mi spiego. Se Strootman non si fosse buttato a terra dolorante come se avesse ricevuto un jab in pieno volto da Myke Tyson dopo che il ragazzo biancoceleste gli ha solo tirato, nemmeno troppo forte, il collo della maglietta, quest’ultimo non sarebbe stato espulso. Ragionamento logico. Quante tirate di maglietta si vedono sui campi di pallone? E quanti rossi diretti di conseguenza? Pochi, molto pochi. Se consideriamo poi che ora gli arbitri tendono, in caso di zuffa non clamorosa e non violenta, come questa, ad attribuire un doppio giallo ai due giocatori che hanno iniziato il parapiglia, possiamo comprendere agevolmente come il provvedimento nei confronti di Cataldi possa risultare iniquo.
Il provvedimento prosegue : “letta la mail di chiarimenti del direttore di gara (…) con la quale l’arbitro ha specificato che l’ammonizione del calciatore dell’A.S. Roma era da ricondursi all’atteggiamento provocatorio tenuto nei confronti dell’avversario, passandogli vicino dopo la segnatura della rete (…)”. Nessuna menzione dell’acqua, basta il passargli vicino per far scattare l’ammonizione a Strootman, anche se non si fosse scatenato il parapiglia. “Ritenuto che la prima condotta segnalata (il lancio di acqua n.d.r.) (…) non può ritenersi rilevante ai fini dell’art. 35.1.3 CGS, non trattandosi, in sé, né di condotta violenta non visto dall’arbitro né di condotta gravemente antisportiva (…); rilevato che la seconda condotta segnalata (simulazione), invece, trova piena conferma nella visione delle immagini televisive (…), non potendosi oggettivamente ricondurre l’accasciarsi del calciatore Strootman allo strattonamento della maglietta da parte del calciatore Cataldi; Tenuto conto: che la fattispecie in questione, la cui rilevanza (…) ha comportato il provvedimento di espulsione del calciatore Cataldi, appare caratterizzata da un rapporto di causa/effetto tra trattenuta della maglia del calciatore Cataldi e caduta in terra del calciatore Strootman, come risulta dal rapporto del Direttore di gara (…); che le immagini televisive consentono di apprezzare oltre ogni ragionevole dubbio, che la caduta dello Strootman (…) è frutto di evidentemente simulazione; che, pertanto, il sopra descritto rapporto di causa/effetto viene ad essere inficiato, essendo venuto meno (…), uno dei presupposti comunque incidenti che hanno portato l’arbitro ad adottare il provvedimento di espulsione del Cataldi; Ritenuto pertanto che può trovare legittima applicazione la previsione dell’art 35.1.3, penultimo cpv, CGS, in base al quale costituisce condotta gravemente antisportiva, ai fini dell’applicazione della prova televisiva, la evidente simulazione che determina la espulsione diretta del calciatore avversario” (…) P.Q.M (…) delibera di sanzionare il calciatore Kevin Johannes Strootman con la squalifica di due giornate effettive di gara”.
Scusate se vi ho annoiato, ma è un passaggio chiave del mio ragionamento il citare dettagliatamente il provvedimento alla base della squalifica e dell’articolo che state leggendo. In un giornalismo fatto di illazioni e di velate accuse, di mezze verità e di frasi dette a mezza bocca ritengo importante se non fondamentale il partire, per sviluppare le proprie riflessioni, da presupposti certi, ufficiali e inequivocabili. Il provvedimento sopra citato è tranciante e limpido. Poiché l’espulsione di Cataldi (Lazio) è determinata dal comportamento di Strootman, e poiché il comportamento di quest’ultimo costituisce condotta gravemente antisportiva, il giudice decide di applicare la prova TV e sanzionare con due giornate il calciatore della Roma. Apriti cielo. Non tanto per la squalifica ma perchè Strootman salterà il Milan, fatto ancora ancora accettabile, e la Juventus. Naturalmente, appena viene in ballo anche lontanamente il nome della società bianconera il tempo per gridare al complotto è inferiore a quello impiegato da Usain Bolt per coprire la distanza dal suo salotto al bagno in caso di urgenza. Poco importa però se a gridare al complotto è il popolo di Twitter, il tifoso disinformato che si inalbera e grida “JE FAMO ER CULO TRA DU SETTIMANE”. Ci mancherebbe, il tifoso è libero di pensarla come vuole. Libero di pensare che gli ultimi cinque scudetti la Juve li abbia vinti perché le squadre si scansano o perché l’arbitro ha fischiato solo rigori a favore dei bianconeri.
Il problema è un altro. La società A.S. Roma rilascia un comunicato sul proprio sito ufficiale, che potete leggere nel tweet seguente.
Il commento del Direttore Generale dell’#ASRoma Mauro #Baldissoni sulla squalifica di Kevin #Strootmanhttps://t.co/Ufw9VhMWdL pic.twitter.com/VXdy70A1mE
— AS Roma (@OfficialASRoma) 6 dicembre 2016
Il Comunicato porta la firma di Baldissoni, Direttore Generale della società. Questo è inaccettabile. Da un personaggio del suo calibro non possono essere tollerate dichiarazioni di questo genere, soprattutto se rilasciate a freddo e pubblicate per iscritto sul sito ufficiale della società. Non può essere tollerato un comunicato così aberrante, fatto di subdole insinuazioni e che parla di un generale senso di “inquietudine”. Baldissoni, oltre a doversi andare a rileggere il Codice di Giustizia Sportiva, che prevede l’utilizzo della Prova TV anche dopo il provvedimento arbitrale, per comportamenti costituenti condotte gravemente antisportive (tra cui è elencata, al punto 2) dell’art. 35, c. 1.3, la “evidente simulazione che determina la espulsione diretta del calciatore avversario”, esattamente il comportamento citato dal Giudice Sportivo, dovrebbe anche pensare un po’ alla realtà dei fatti quando parla di Roma bersaglio di chissà quali complotti. La Roma infatti in questa metà di campionato ha ricevuto 8 (!) rigori, più di chiunque altro, di cui alcuni perlomeno discutibili. Dovrebbe inoltre pensare al fatto che le sue dichiarazioni hanno delle conseguenze che possono essere anche molto gravi. Infiammare il clima prima di una partita delicata come quella che verrà tra due settimane non è certo una mossa saggia. Juve-Roma si rivelerà una partita decisiva. Lungi da me il pensiero che Baldissoni abbia inscenato questa polemica per condizionare il clima prima della partita, come fece qualcuno, sempre di fede romanista, prendendo di mira l’arbitro Rizzoli prima di Juventus – Napoli della passata stagione (quel qualcuno venne giustamente e finalmente querelato per le sue dichiarazioni). Lungi da me anche ritenere che Baldissoni pensi veramente le parole pronunciate, quando prova a difendere Strootman dicendo che non ha simulato. In tal modo legittima il comportamento di tutti i giocatori che si buttano a terra urlando. Magari, nella mente del D.g. Giallorosso, lo fanno per la paura di prenderne ancora. Sia ben chiaro, quello di accasciarsi e accentuare è un malcostume diffuso in tutto il calcio, a tutti i livelli, in tutte le società. Odio quando a mettere in scena tali comportamenti sono, per fare un esempio, Lichtsteiner o Chiellini, due uomini fatti e finiti e non di certo minuti che si contorcono come avessero ricevuto uno sparo. Chissà che questo provvedimento non segni l’inizio di una nuova era, in cui quei comportamenti antisportivi e profondamente diseducativi vengono sanzionati, severamente.
Tutte queste illazioni devono però finire. Non si può più tollerare un calcio italiano che vive circondato da una perenne puzza di complotto a tinte rigorosamente bianconere. Un giorno è scansopoli, che si rinnova di settimana in settimana, con ultima protagonista quella che fino a pochi giorni prima era la reginetta del calcio italiano, l’Atalanta. Secondo Paolo Ziliani, autorevole giornalista (?) del fatto quotidiano, la Dea sarebbe stata colpevole di comportamenti volti a schivare la furia dell’avversario ogni volta che si è trovata allo Juventus Stadium, un po’ come la Roma o il Napoli che da quando ci affrontano nella nostra nuova casa non cavano un ragno dal buco. Ora a tener banco è quella che a breve verrà chiamata squalificopoli, che aveva tenuto banco anche ai tempi di calciopoli, con peraltro scarse risultanze processuali. Baldissoni deve pesare con cura le parole, non è un qualunque giornalista alla Pistocchi o alla Ziliani, impegnati a tempo pieno nel remunerativo mestiere dell’antijuventinità. La storia del calcio italiano non è più disposta a tollerare illazioni e subdole insinuazioni, soprattutto se poi queste chiacchiere da Bar sfociano in processi e indagini. La storia insegna.
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