

Quando ero un giovine virgulto non ancora quattordicenne, quindi l’altro ieri (o 30 anni fa, fate voi), dopo l’esame di terza media c’era una sorta di selezione naturale.
Chi aveva superato l’esame a fatica dopo aver litigato con il libro andava a lavorare, quelli che studiavano andavano al Liceo, il mare magnum che rimaneva tentava con più o meno fortuna di strappare il foglio di carta anche detto diploma, con inevitabili inconvenienti come perdere un anno scolastico.
E qui interveniva la figura del padre, tra una sigaretta, una bestemmia e una parola che doveva essere più che sufficiente; prima ti rifilava una bella pedata nel culo, poi ti diceva: “O ti metti a studiare o vai a lavorare.”
Fine.
La bocciatura doveva servirti da lezione, per cui se ti mettevi sotto a studiare ok, sennò significava che i libri non facevano per te ed era meglio se ti cercavi un lavoro.
A me è andata così: un anno perso, due pedate nel culo (vere, le uniche mai ricevute dal mio babbo), un diploma raggiunto a fatica (ma raggiunto), bene o male la lezione l’avevo imparata.
Parto da qui con questo breve preambolo per commentare la débâcle di stasera, pesantissima e quasi assurda visto come si era incanalata la partita nei primi 44 minuti.
Riassumendo brevemente per punti è andata così:
-) Buon inizio, ottimo approccio alla partita.
-) Un bel tiro da parte del terzino tanto bistrattato.
-) Un’azione d’attacco non sfruttata a dovere.
-) Un’altra azione d’attacco non sfruttata a dovere.
-) Ancora un’altra azione d’attacco non sfruttata a dovere.
-) Gol del Barcellona.
-) Intervallo.
-) Rissa nello spogliatoio o cloroformio o bromuro o prostitute libiche o lorazepam messo nel té (a scelta, sono possibili anche risposte multiple)
-) Secondo tempo, squadra non pervenuta.
-) Gol sbagliato da Dybala.
-) Secondo gol del Barcellona.
-) Terzo gol del Barcellona.
-) Undici giocatori che vagano per il campo aspettando il fischio finale.
-) Fischio finale.
-) “È una sconfitta che ci servirà da lezione!”
Ecco, a questo volevo arrivare: lasciamo perdere la sconfitta, sorvoliamo sulle mille bestemmie che mi ha fatto tirare la squadra durante i 90 e più minuti (tanto un posto all’inferno già ce l’ho), della partita ne parlerò dopo.
Ma io mi domando, ma quante cazzo di lezioni devono ancora imparare questi qui?
Sono anni che, dopo sconfitte rovinose e pesanti, oltre all’incazzatura pesante (perché quando perde la Juve ce l’ho con il mondo intero) devo anche sorbirmi la beffa dell’intervista o del tweet o del post su Facebook all’insegna del “Oh, l’abbiamo capito eh! Tranquilli, non succederà più!”.
Fino alla sconfitta successiva, che servirà da lezione ovviamente.
Tutto questo in loop.
Ma non è che questo gruppo sotto sotto sia un po’ duro di comprendonio?
E insomma su, la scuola è finita (come cantava il buon Vincent Furnier), se dovete ancora imparare le lezioni è un problema tutto vostro e pure grosso, eccheccazzo!
Scherzi a parte, perché comunque cerco di ironizzare scaricando così la rabbia (così facendo spero di prendere sonno verso le 3:00 di notte), io al di là delle assenze fuori e dentro il campo proprio non riesco a capire come la squadra crolli mentalmente in determinate occasioni.
Voglio dire, avevamo giocato bene stasera nel primo tempo, era una partita equilibrata, c’era da rammaricarsi per le azioni da gol che potevano e dovevano essere sfruttate meglio, poi il lampo di Messi (perché Messi è Messi, anche se nei precedenti 44 minuti non si era mai visto), la fine del primo tempo e la squadra che nel secondo tempo non esiste.
Potete spiegarmi cosa è successo in quei 15 minuti negli spogliatoi?
È tornato per caso Bonucci a menare schiaffoni?
Non lo so, fatto sta che il secondo tempo è stato irritante ma con il passare dei minuti pure deprimente, tanto che volevo venir via dalla Casa del Popolo per legittimo sconforto.
Che dire?
Un inizio che peggiore non poteva essere, una scoppola così pesante che per ora non pregiudica nulla, ma lascia tanti e troppi punti interrogativi, che per ora però preferisco tenere per me.
Sì, perché c’erano troppi assenti, perché il primo tempo è stato davvero buono, perché siamo abituati a ingranare più tardi…diciamo che voglio vedere come andranno le prossime tre partite, poi vediamo se le nuvole che da stasera si sono addensate sopra la mia capoccia si saranno o meno diradate.
Sulla squadra, si fa presto a fare le pagelle: si salvano Pjanić, autore di una bella prova in mezzo al campo, il giovane Bentancur all’esordio in Champions League non ha giocato male (se non altro abbiamo trovato una valida alternativa), alla faccia di tanti scettici stava giocando bene anche De Sciglio, che infatti si è infortunato e anche la catastrofe calcistica, non per il sottoscritto, Sturaro troppi danni non ne ha fatti.
Ma passiamo ai fenomeni.
Alex Sandro, ovvero l’oggetto misterioso: gioca male, fa quasi rimpiangere Evra nella finale di Supercoppa a Doha, l’altro giorno si è fatto uccellare da un ex giocatore, stasera non è sceso manco in campo. Gode di una fiducia illimitata presso molti tifosi.
Higuaín, ovvero uno sformato: mi sono un po’ rotto, dopo averlo visto arrivare lo scorso anno in quelle condizioni, di vederlo ancora sovrappeso (perché lo è, non mi venite a parlare di massa muscolare o di altre menate) arrancare nei campi di mezza Europa.
È uno dei giocatori più importanti della Juve, è il centravanti per cui la società ha speso fior di milioni, non può presentarsi così, non si può vederlo arrancare dietro ai difensori avversari quando dovrebbe mangiarli vivi (in senso figurato).
Ha 30 anni, è un atleta, si metta una volta per tutte a dieta.
Douglas Costa, ovvero l’amico immaginario dell’oggetto misterioso: a lui lascio il beneficio dell’essere arrivato da poco, certo che stasera vedere quei due sulla fascia sinistra faceva venir voglia di dichiarare guerra al Brasile. Se non altro nel primo tempo ha avuto un paio di fiammate davvero interessanti, che dire? Ripartiamo da lì, ma che si dia una mossa ad ambientarsi!
Bernardeschi, ovvero andare in terrazza e sentire in lontananza delle risate provenienti da Firenze: ma non è che questi c’hanno rifilato il doppio pacco (il pacco era Felipe Melo)? E dobbiamo aspettarci anche il contrapaccotto?
Su Dybala avevo voglia di andarci giù pesante, perché oggettivamente stasera è sparito dai radar e quando si è intravisto ha fatto male.
Ma la rabbia sta un po’ sparendo, per cui mi limiterò a citare Le Roi Michel, quando definì Baggio un 9 e 1/2: non voglio riferirmi a una questione di ruolo come in quel caso, quanto di spessore e di caratura.
Ha la maglia numero 10 addosso, a volte la sente leggera come sabato scorso, a volte ne sente troppo il peso, come stasera.
Diciamo che deve fare l’ultimo gradino, o forse l’ha già fatto e deve abituarsi a non guardare troppo in basso e a non aver paura di cadere.
Manca poco, ma quel poco stasera si è visto tutto.
E chiudiamola qui, ricordandoci comunque che non giocavamo contro il Pizzighettone (ma che squadra sarà mai per essere citata così?) o contro il Poggibonsi (questa la conosco, abitavo vicino un tempo), ma contro il Barcellona che stasera aveva i suoi migliori interpreti decisamente in forma.
Peccato, perché poteva e doveva andare meglio.
Bastava solo essere più cinici e meno cimici.
Lo so, è un ignobile gioco di parole, infamatemi pure, mi servirà da lezione.
Buonanotte.
Keep the faith alive e Forza Juve!
PS. Un vaffanculo lo mando anche ai tanti tifosi che, nel mezzo di una disfatta totale, infamavano Sturaro per trovarsi in campo, quasi fosse solo colpa sua: con uno di questi ci stavo pure litigando, poi quando ha detto che al posto di De Sciglio doveva arretrare Douglas Costa mi sono arreso. Perdevo solo tempo.
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