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Brescia-Juventus 1-2: il futuro è qui

Sul web impazza una contesa sempre più interessante: meglio Sarri o Allegri?
Lo so, ad alcuni è già venuta a noia e magari hanno subito chiuso la pagina, mentre voi che avete avuto la forza di leggere anche il secondo rigo avrete certamente contezza, come me, dell’importanza dell’argomento.

Sarri e Allegri, due allenatori così diversi, così uguali.
Uguali perché, dopo aver già smentito il luogo comune sul suo essere incatenato a un modulo, Sarri sta smentendo anche quello sullo scarso utilizzo del turnover. Non sappiamo quanto autoindotto e quanto eterodiretto, ma il mister, dopo poche partite con lo stesso undici di partenza, ha iniziato con le rotazioni e, complici gli infortuni, in termini di 5 o 6 elementi a partita.
Nelle interviste post gara, Sarri ha rivelato che il modulo visto ieri non è stato una eccezione dovuta all’assenza di Ronaldo ma che, d’ora in avanti, intende utilizzare entrambi gli schieramenti a seconda delle caratteristiche di quelli che scendono in campo e, perché no, dell’avversario di turno.
Adattare gli schemi ai giocatori a disposizione e al momento della stagione: Sarri=Allegri.
Mandzukic emarginato nonostante sia l’unico centravanti d’area in rosa, difesa alta e squadra che deve preoccuparsi più della zona che dell’uomo, anche a costo di lasciare scoperto il lato debole: Sarri≠Allegri.

L’attuale allenatore predilige un recupero alto del pallone tramite, appunto, un posizionamento dell’ultima linea molto lontana dal proprio portiere e un pressing anch’esso alto per restare in zona d’attacco e, allo stesso modo, tenere lontani gli avversari. Fino a quando i meccanismi funzionano è certamente una scelta che ripaga degli sforzi sostenuti, quindi si ha bisogno di una discreta dose di aggressività ed energie da spendere e pochi margini di errore per non lasciare gli avversari in campo aperto e tanto terreno da recuperare.
Non esiste una strategia migliore o peggiore. Esistono, però, preparatori in gamba e uomini adatti per stabilire quale adottare: Sarri ha scelto questa strada e, coerentemente, la porta avanti con coraggio e costanza.

Veniamo alla partita, dunque.
Con l’assenza di Cristiano Ronaldo, il nuovo tecnico bianconero ha preferito cambiare sistema di gioco e passare dal 433 visto finora a un tridente molto diverso con Dybala e Ramsey a cercare gli spazi tra le linee e Higuain ipotetico finalizzatore centrale. Si sono viste belle trame palla a terra, giocate veloci a spaginare l’organizzazione difensiva delle rondinelle, Dybala e Ramsey (quest’ultimo finché ne ha avuto) sugli scudi insieme a uno stratosferico Pjanic, autore di una prova sontuosa in ogni fase di gioco, dalla protezione della difesa alla distribuzione del pallone, dalla scelta dei tempi e della circolazione della sfera fino alla realizzazione del gol decisivo. Il bosniaco è nel pieno della maturazione tecnica ed è, a mio modo di vedere, uno dei migliori registi del panorama europeo, checché ne dica la maggior parte degli appassionati che quasi mai lo inserisce negli MVP della partita, salvo poi rendersi conto della sua importanza quando non è in campo.

Le statistiche della gara indicano una netta e incontestabile supremazia della Juve da qualsiasi parte la si voglia guardare, dal possesso palla agli eXpectedGol, dal numero di occasioni avute alla supremazia territoriale. La vittoria arriva, tuttavia, grazie a due gol su palla inattiva, un corner e un calcio di punizione, ma il bottino doveva essere più corposo se solo fossimo stati più precisi in attacco.
Qui, insieme all’organizzazione difensiva, è dove Sarri deve insistere maggiormente e, dispiace dirlo, le prestazioni di Gonzalo Higuain non aiutano in questo senso. Il bellissimo gol al Napoli aveva illuso i tifosi ma, a una osservazione più attenta, si capiva che Higuain non stava meritando quel posto da titolare che ha avuto dall’inizio. Giocatore dalla tecnica sopraffina, dalla commovente volontà di dimostrare il suo valore, presenta però, allo stesso tempo, un problema caratteriale: è fin troppo umorale. Gli manca, cioè, la capacità di essere leader e trascinatore nelle difficoltà, anzi, è proprio lui ad aver bisogno di sostegno nelle serate storte.

Come detto prima, Sarri ha scelto di giocare con Ramsey dietro le due punte in modo da avere due riferimenti in attacco, lui e Dybala, per le trame di gioco e, contemporaneamente, un uomo in grado di svolgere in maniera disciplinata anche la parte difensiva. Aaron è completo per quel ruolo e incarna perfettamente tutte le caratteristiche richieste a un trequartista.
E se fosse questo il modulo del futuro?
Non l’unico, come detto prima, ma quello che risolve diversi problemi venutisi a creare una volta terminato il mercato e con la scelta di Sarri di rinunciare a uno come Mandzukic.
Come sappiamo, Ronaldo non ama giocare da centravanti ma, combinando la sua mobilità con quella di Dybala e Ramsey, avremmo un attacco in grado di disordinare le difese avversarie senza dare punti di riferimento come poteva essere con un centravanti classico, tipo Icardi o Lukaku.
In questo modo, tra l’altro, potremmo trovare gli incastri giusti per risolvere l’asimmetria della rosa, con Douglas Costa e Bernardeschi a potersi giocare il posto con gli altri due, Cuadrado messo definitivamente a imparare e allenarsi come laterale basso e Higuain a far rifiatare Ronaldo.
È un’idea che io ho in testa da diverso tempo, ci sono tweet estivi a riprova di quello che dico, e, per tornare al tema iniziale, il povero Max Allegri molto prima di me. Ieri, però, ho avuto una conferma dal campo e da quanto visto in queste settimane di inizio stagione.

Parliamone nei commenti, se vi va. Tanto se siete giunti alla fine del pezzo, vuol dire che l’argomento intriga anche voi.
E poi, scusate, non è forse meglio discutere, anche animatamente, tra juventini che litigare sul nulla con napolisti e interisti?

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