Tutto iniziò con l’addio (per molti di noi, il tradimento) di Antonio Conte, nella bollente estate del 2014. Per noi tifosi fu il caos. I giornali, sportivi e non, parlavano di “anno zero”, di rifondazione. Le reazioni alle prime voci che davano Massimiliano Allegri come nuovo allenatore della Juventus erano tra l’isterico e il fatalista; il tutto condito da variegati insulti nei confronti della Società e dello stesso Allegri.
Allegri aveva la fama di essere il responsabile della fine di Pirlo al Milan, il primo colpevole della mancata conquista dello scudetto 2011/12 (a prescindere dal celebre “gol di Muntari”) e un allenatore incapace a livello tattico per tutta una serie di scelte fatte nel corso delle ultime due stagioni in rossonero (cambi di modulo frequenti e Boateng trequartista, do you remember?). Per i tifosi juventini sembrava essere l’esatto opposto di quello che serviva per continuare il dominio iniziato da Conte tre stagioni prima. Gli antijuventini se la ridevano di gusto, convinti che la squadra che non aveva lasciato che poche, pochissime briciole alla concorrenza dal 2011/12 al 2013/14 sarebbe ora stata constretta ad inseguire, in attesa di trovare una quadra che Allegri non sembrava poter garantire proprio in virtù di quelle accuse appena menzionate.
Ricapitolando: juventini frastornati e disperati, antijuventini gaudenti e molto “Allegri” (“Voi Allegri, noi di più” si poteva leggere su una maglia ufficiale Nike realizzata per l’Inter a stretto giro di posta. Chissà se ne esiste ancora qualche esemplare…). E lui, Massimiliano Allegri? Come reagì alla tempesta mediatica di quei giorni? Con quelle doti che oggi gli vengono universalmente riconosciute: la calma, la serietà, e la voglia di mettersi subito al lavoro. Sono andato a rileggermi i tweet del periodo e ne ho selezionati alcuni che trovo particolarmente significativi.
Il suo primo tweet bianconero recita così: “Iniziamo a lavorare assieme è un onore essere qui. La chiamata della @juventusfc è stata un fulmine a ciel sereno, domani si comincia”. Non si tratta solo del limite di 140 caratteri. Allegri è così, va dritto al punto, domani si comincia. Capisce le critiche, sopporta gli insulti e indica la ricetta giusta: “Capisco scetticismo perchè in un giorno è cambiato l’allenatore; si riconquistano tifosi con professionalità, risultati e rispetto”. Idee chiare anche quando parla del suo predecessore: “Conte ha rappresentato tanto anche da giocatore. La squadra ha dominato, bisogna migliorare champions, società ha strategia oculata”. E risponde a chi teme rivoluzioni tattiche: “Conosco la Juventus, stravolgere la squadra non ha senso, porterò accorgimenti in base a caratteristiche dei giocatori”. E ancora: “Pirlo può giocare sia davanti alla difesa che da mezzala. Difesa a tre? Importa poco, bisogna trovare l’equilibrio, poi vedremo”. Rileggere queste parole tre anni dopo fa una certa impressione. Sono una piccola, piccolissima testimonianza della grandezza umana di Massimiliano Allegri. La sincerità, la schiettezza, la capacità di analizzare razionalmente la situazione e definire un progetto che porti dei risultati. Da questo punto di vista, e per il modo in cui il Mister ha sempre lavorato con la Società, oltre che per il rapporto che ha costruito con i giocatori, mi sento di poter dire che siamo davanti a uno dei migliori allenatori bianconeri di sempre.
Tre anni dopo, oggi che Massimiliano Allegri compie 50 anni, e a due giorni dall’inizio della sua quarta stagione in bianconero, ricordiamo un attimo quelli che sono i risultati ottenuti finora alla Juventus: tre Scudetti e tre Coppe Italia, una Supercoppa Italiana, due volte in finale di Champions League (mentre la terza partecipazione ha visto la sua squadra uscire dopo essersi battuta ad armi pari contro il Bayern Monaco). Una squadra che quando lo ha seguito ha quasi sempre trovato la giusta chiave per risolvere situazioni complicate -grazie alla grandissima capacità di lettura delle partite che è una delle più chiare doti del Mister-. Nonostante questo molti, troppi tifosi della Juventus continuano a criticare Allegri in maniera del tutto irrazionale e miope, forse solo per questioni di antipatia mai risolte. Io credo che al di là di simpatie e antipatie oggi sia giusto fare tantissimi auguri ad Allegri e ringraziarlo per la serietà e la professionalità con cui ha guidato la squadra in queste tre stagioni. E anche per come si è sempre schierato dalla parte dei suoi ragazzi, prendendosi le colpe quando le cose andavano male ma tributando a loro i meriti quando invece andavano bene. Per come non si sia mai nascosto nel momento delle critiche, nè sovraesposto nel momento degli elogi. Per il suo modo di essere allenatore, che credo sia ad oggi un unicum nella lunghissima storia della Juventus.
Grazie, Mister Allegri, e tantissimi auguri di buon compleanno!