Nel titolo ho mutuato il gergo della Formula1 per identificare una fase della stagione agonistica che va dalla prima alla seconda sosta per le nazionali. In questo post vorrei infatti stilare una sorta di bilancio provvisorio focalizzandomi sugli ultimi 30/40 giorni della stagione in corso, una sorta di seconda fase dopo l’avvio del campionato e le prime giornate del girone Champions.
Per la Juve è stata una fase particolarmente ricca di impegni. I più significativi sono stati indubbiamente il doppio confronto con il Real Madrid in Champions e la partita con il Napoli, prima dello scontro diretto secondo in classifica a pari merito con i bianconeri.
Cosa dire per fare un bilancio di questo parziale di stagione? Io lo sintetizzerei così: upgrade di consapevolezza. Tutto l’ambiente, ci metto dentro innanzi tutto i diretti interessati, si è secondo me ancor di più convinto della forza di questa squadra.
Progressivamente, dalla partita di Madrid, c’è stato un miglioramento sia atletico sia tecnico-tattico: maggior sintonia fra i giocatori e fra i reparti, maggior crescita dei nuovi arrivati, più consapevolezza della propria forza e, quindi, di autorevolezza verso gli avversari. Tale miglioramento è secondo me riscontrabile non solo rispetto alla prima parte di stagione, ma anche rispetto al precedente anno. E non è un’affermazione scontata.
Questa Juve ha già vinto due scudetti ed ha raggiunto i quarti nella massima competizione europea. Migliorarsi è e sarà tutt’altro che facile ma è, lo sappiamo bene e sarebbe assurdo negarlo, purtroppo o per fortuna dovuto. La rosa è stata migliorata, il percorso tecnico/tattico ha un anno di affinamento in più, i ragazzi hanno più esperienza, lo stesso Conte ha maggior dimestichezza di certe dinamiche, soprattutto a livello europeo. Il miglioramento deve esserci, a prescindere che si vinca o meno questo o quel trofeo. Altrimenti sarà fallimento (cit).
Ribadisco però che le sensazioni sono più che positive ed a mio avviso riscontrabili progressivamente a partire dalla partita di Madrid. Provando a sostanziare tali sensazioni, possiamo individuare una serie di direttrici lungo le quali è riscontrabile un miglioramento costante:
- Giocatori. Complici gli infortuni, Conte ha dovuto coinvolgere più o meno l’intera rosa. Chi più, chi meno, tutti hanno meritato la fiducia accordata. Inoltre, possono dichiararsi pienamente arruolati alla causa i nuovi inserimenti. Ottimo aver portato Llorente e Ogbonna ad uno stato di forma più che soddisfacente. Su Tevez, inutile spendere una sola parola. Lui è off-record.
- Tattica. Un elemento chiave nella crescita della competitività è stato l’essersi convinti di poter giocare ai massimi livelli con più sistemi di gioco e di farlo a prescindere dall’assenza di particolari elementi della rosa (ogni riferimento allo sfortunato Pepe è voluto). Inutile aggiungere altro, anche perchè tale aspetto è stato più volte affrontato in questa sede (qui e qui).
- Turnover. Altro fattore di crescita a mio avviso è la gestione del turnover, da parte di Conte e del suo staff, con un approccio proattivo. Non aspettare più cali di forma per alternare i calciatori, bensì pianificare la loro rotazione. Ciò avrà riflessi positivi sia nel mantenimento di condizioni atletiche uniformi lungo il corso di tutta la stagione, sia sulla possibilità di “guidare” gli avvicendamenti in maniera tale da avere giocatori chiave al top per determinate partite (scontri diretti e/o match da dentro/fuori in champions).
- Esperienza e maturità del gruppo. Più volte nelle intervista post-gara abbiamo sentito i calciatori della Juve accennare ad un maggior livello di esperienza e maturità, frutto di due anni di lavoro e di competizioni giocate ai massimi livelli. Ciò sta permettendo e permetterà un miglior approccio mentale alla gara ed una migliore gestione della partita e del risultato senza necessariamente giocare a mille per evitare recuperi da parte degli avversari.
A livello tecnico e sportivo, la road map tracciata dalla società e da Conte quindi prosegue spedita. Ci sarà da ribaltare (nel vero senso della parola) il girone di Champions e riacquisire il primato in classifica in campionato, ma le speranze sono fondate e motivate.
Adesso ci aspetta il Q3, che potrebbe equivalere alla qualificazione agli ottavi in Europa ed alla chiusura in testa al termine del girone di andata in Italia. Se centreremo entrambi gli obiettivi, partiremo in pole position. E con questa in saccoccia e grazie a questo gruppo, a mio avviso ci toglieremo belle soddisfazioni.