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C.S.I. Juventus: 3-0 col Barcellona

Eccomi qui, di nuovo sul luogo dell’omicidio, a scandagliare la scena del crimine per trovare gli errori di una gara storta. Sono già alla terza puntata in soli tre mesi e ne avrei anche abbastanza, se devo essere sincero.

A ogni modo. La Juve gioca una buona gara per quasi tutto il primo tempo, scegliendo prevalentemente di aggredire alto il Barcellona per costringerlo all’errore. Il piano funziona abbastanza bene, fino al momento del fattaccio. Minuto 43:58. Ter Stegen rimette in gioco il pallone allargando a sinistra. La Juve collassa sul lato forte, Sturaro esce alto e costringe il Barca a rinculare. Le coppie sono definite chiaramente.

Il Barca a questo punto è costretto a tornare dal portiere, su cui va Higuain in pressing altissimo (anche se avrebbe dovuto farlo Dybala, continuando la corsa). La palla passa dall’altra parte ma il Barca è ormai chiuso: il difensore è quindi costretto a buttare una palla lunga. Normalmente questo porterebbe alla riconquista del pallone da parte della Juve, invece cominciano i problemi. In mezzo né Barzagli né Benatia hanno seguito Messi e quindi l’argentino è libero al centro del campo; in alto anche Alex Sandro non ha assecondato il pressing della squadra ed è rimasto troppo basso, perdendosi Dembélé. Se considerate che Pjanic sta arretrando e che Alex Sandro sta salendo, significa che tra la linea di centrocampo e quella di difesa c’erano… quanti? Trenta? Quaranta metri? In ogni caso, troppi: la squadra era spaccata in due. La posizione corretta della difesa avrebbe dovuto essere più avanti, appena oltre la linea del centrocampo, in zona Messi.

A questo punto, con la squadra scoperta, Alex Sandro ha solo due opzioni: anticipare Dembélé (cosa agevole se fosse stato al posto giusto) o commettere il classico fallo tattico e fermare la ripartenza del Barca (essendo in ritardo, l’unica scelta possibile). Nel momento in cui Alex Sandro non fa niente di tutto ciò la frittata è fatta. Benatia e Barzagli arretrano invece di accorciare su Messi, il quale ha la possibilità di attaccare frontalmente, palla al piede, una difesa che arretra. Meglio di così non si potrebbe: situazione ideale per lui. In fondo all’azione decide di chiudere un triangolo stretto con Suarez, ma poteva servire il compagno accorrente sulla sinistra e l’azione sarebbe stata comunque estremamente pericolosa.

In neanche 40 secondi la difesa della Juve, perfettamente schierata ed organizzata, è stata elusa principalmente per colpa della distrazione di Alex Sandro.

Qui sotto potete vedere tutto lo sviluppo dell’azione.

E veniamo al secondo gol. Minuto 55:00. Ter Stegen rimette il pallone in gioco; la palla scorre da destra a sinistra dello schieramento del Barca, poi ancora destra, finché, dopo 30 secondi circa, Rakitic effettua un cambio campo. La Juve è disposta quasi perfettamente, aggredisce la palla e costringe il Barca a forzare la giocata. Il “quasi” è dovuto all’errato posizionamento di Douglas Costa, troppo alto rispetto alla posizione di Messi. Inizialmente infatti è correttamente in marcatura sull’argentino, ma poi si fa attirare dal pallone, dimenticandosi l’avversario alle spalle. Per inciso, lo stesso errore della Supercoppa, quando si “dimenticò” di Lukaku e lo lasciò nell’uno-contro-uno contro De Sciglio.

A ogni modo, l’uscita tempestiva in pressing di Matuidi costringe Rakitic a forzare la giocata e a sbagliare il passaggio.

Il pallone sarebbe facile preda di Benatia se il bianconero non “ciccasse” clamorosamente la sfera; a quel punto Suarez se ne impossessa, apre di prima sulla destra per Messi e la frittata è fatta. A nulla vale il salvataggio di Sturaro, che compie una lunga diagonale per andare a coprire su Suarez: Rakitic ribadisce agevolmente in rete.

Qui lo sviluppo completo dell’azione.

Prima di passare a vivisezionare l’azione dell’ultimo gol, vi lascio questa riflessione. La Juve ha subito complessivamente 8 gol: 3 in Supercoppa contro la Lazio, 2 contro il Genoa, 3 contro il Barcellona. Tolto il rigore causato da Rugani, che tecnicamente non era neanche rigore perché Rugani aveva messo in fuorigioco il suo diretto avversario, gli altri 7 gol hanno visto la fattiva partecipazione di Benatia, Douglas Costa e Alex Sandro, o nelle vesti di principali colpevoli, o con gravi complicità. Molti di questi errori tra l’altro non sembrano essere stati causati da un’errata disposizione della squadra, bensì da scarsa attenzione e applicazione individuale nella fase difensiva. Il che rende la cosa ancora più grave e difficilmente risolvibile. Qualora il richiamo a una maggiore attenzione non sortisse gli effetti sperati, purtroppo non rimane che una soluzione per ovviare il problema: farli accomodare in panchina e aspettare che riacquistino la giusta concentrazione e cattiveria agonistica.

Invece gli strali della tifoseria si sono indirizzati verso altri giocatori: De Sciglio e Sturaro in particolare. Costoro invece hanno fatto una gara molto diligente, con uscite in pressing coi tempi giusti e buona fase di copertura, diagonali incluse. L’unico errore dei due l’ha fatto De Sciglio, quando era in campo ormai zoppo.
Certo, se ci aspettiamo da loro una fase propositiva di alto livello, beh, scordiamocela: non ne hanno le caratteristiche e non è da loro che devono venire le giocate decisive. Se poi vogliamo criticare lo scarso apporto in fase offensiva di questi due giocatori, allora bisogna rimarcare che a livello propositivo tutti i giocatori sono stati gravemente deficitari, con il solo Pjanic all’altezza della situazione: vogliamo crocifiggerli tutti?

E veniamo al terzo gol. Minuto 67:31. Higuain sbaglia un semplice appoggio, servendo Pique invece di Douglas Costa.

Il Barca riparte ma Matuidi riconquista il pallone e Benatia può servire Higuain, che si è abbassato ad inseguire la palla che lui stesso aveva perso. A questo punto c’è la possibilità di una contro-ripartenza piuttosto interessante, con tanto spazio davanti a Higuian, con Dybala e Douglas Costa liberi per ricevere il passaggio.

Higuain percorre una decina di metri e poi ha diverse opzioni: cercare Dybala al centro, che si è fermato per aspettarlo, allargare a Douglas Costa sulla sinistra, che potrebbe quindi andare all’uno-contro-uno col terzino del Barcellona, oppure servire uno dei compagni al centro del campo e partire in profondità.

Invece va ad “infognarsi” al centro, rischiando una prima volta di perdere la palla in zona molto pericolosa. Non contento, continua nella corsa palla al piede, ignorando insistentemente Douglas Costa alla sua sinistra, finché il Barca si chiude facendo densità intorno al pallone, recupera palla e riparte velocemente. Messi riceve a sua volta palla sulla tre quarti, affrontato da Alex Sandro e Benatia. Per ben due volte il brasiliano avrebbe la possibilità di contrastare Messi, cercando di rubargli palla o commettendo il classico fallo tattico che metterebbe fine all’azione; invece la sua azione è di una mollezza e superficialità irritante, così che Messi può agevolmente accentrasi e fulminare Buffon.

Qui lo sviluppo di tutta l’azione. Vi invito ad osservare l’indolenza con cui Alex Sandro va al (non) contrasto con Messi, specialmente la seconda volta al limite dell’area, e la libertà totale, assoluta, di cui gode Douglas Costa sulla sinistra, non servito da Higuain prima e Pjanic poi.

Al di là degli errori dei singoli (che pure, eliminandoli, si risolverebbe l’80% dei “problemi” difensivi), l’impressione che ho avuto è che la Juve, per attitudine e caratteristiche dei giocatori, più portati all’intercetto che all’aggressione, nonché in conseguenza della scarsa condizione atletica, farebbe meglio a difendere bassa, in spazi stretti, piuttosto che andare a prendere alto l’avversario. Ma capisco che questo sia un tipo di gioco che non va più di moda.

Dall’altra parte poi bisognerebbe cercare di eliminare le palle perse in uscita: se non è possibile consolidare il possesso con transizioni e scelte di gioco semplici, forse lanciare lungo qualche pallone in più potrebbe aiutare a non subire gol da polli. Ma anche questo è calcio vecchio e quindi non più praticabile.

Vediamo cosa deciderà di fare Allegri e quali decisioni prenderà, nella speranza che a breve non mi tocchi scrivere la quarta puntata di C.S.I. Juventus.

 

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