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Cagliari – Juve 1-3: buona la…ultima

La trasferta di Cagliari chiude il 2014 di campionato della Juve, facendo registrare il ritorno alla vittoria dopo tre pareggi consecutivi (Champions compresa), vittoria che – in attesa della sfida col Milan di domani sera – ricaccia indietro la Roma e, soprattutto, fa segnare l’ennesimo record per i bianconeri: 95 punti totalizzati nell’anno solare, semplicemente mostruoso.

Dopo il mezzo passo falso casalingo contro la Sampdoria, Allegri deve fare i conti con la squalifica di Bonucci e con i diffidati in vista della Supercoppa; decide così di schierare Ogbonna (scelta obbligata) al fianco di Chiellini in difesa e lasciare in panca Pogba, in ballottaggio con Marchisio (entrambi sotto rischio squalifica). Confermato il modulo 4-3-1-2, con Licht ed Evra esterni bassi, trio di centrocampo formato da Pirlo-Marchisio-Vidal con Pereyra alle spalle degli attaccanti titolari, Tevez e Llorente.

La vera novità della serata, comunque, arriva dall’altra parte del campo ove il maestro Zeman, con una decisione che lascia sgomenti i suoi adepti, abbandona il “suo” 4-3-3 ed opta per un più prudente 4-4-1-1, impiegando addirittura sei difensori di ruolo (Benedetti, Ceppitelli, Rossettini, Capuano, Balzano ed Avelar) e schierando come unica punta Ibarbo, mai resosi pericoloso.

Pronti via e dopo appena due minuti arriva la prima occasione per gli Allegri-boys, con Llorente che schiaccia di testa un cross dalla destra, impegnando Cragno in angolo. Dal corner successivo scaturisce il vantaggio: Pirlo batte corto per Vidal che mette in mezzo, nasce una mischia in cui Chiellini riesce in qualche modo a colpire verso l’estremo cagliaritano il quale, non prefetto nell’occasione, respinge sui piedi di Tevez che appoggia in rete.

Sembra l’abbrivo di un film già visto contro le squadre del boemo, con gli statistici già pronti a far girare il pallottoliere: la Juve fa girare bene palla, mandando a vuoto il tentativo di pressing male organizzato degli isolani, che, comunque, si fanno vivi dalle parti di Buffon al 10’ con un colpo di testa di Ekdal, neutralizzato a terra dal capitano bianconero.

Scampato il “pericolo”, la Juve raddoppia al quarto d’ora grazie al redidivo Vidal (finalmente migliore in campo) che lascia impietrito Cragno con un tiro a giro dal limite sinistro dell’area: di fatto la partita si chiude qui, perché adesso si pensa a gestire le forze (ed evitare ammonizioni ai diffidati) in vista di Doha.

Si va al così riposo sullo 0-2. All’inizio della ripresa, la Juve liquida definitivamente la pratica cagliaritana, con Llorente che sfrutta un lancio “al bacio” di Pirlo, protegge la palla spalle alla porta e trafigge il portiere rossoblù sotto le braccia. Il match non ha più nulla da dire, se non per un piccolo “brivido” rappresentato dall’1-3 di Rossettini al 64’ che beffa la difesa bianconera su punizione. Da qui in poi, ad ogni modo, il team torinese ritorna padrone del terreno di gioco, facendo girare palla e lasciando scorrere i minuti.

Resta solo il tempo per le sostituzioni, con Morata che prende il posto del connazionale Llorente e, nel finale, fallisce un semplice pallonetto per arrotondare ulteriormente il punteggio.

Missione compiuta, chiuso l’anno esattamente com’era iniziato, ovvero da capolista con la Roma sempre ad inseguire. Detto del record, ora la concentrazione si sposta in Qatar dove la squadra può (deve, ndr) chiudere questa positivissima prima parte di stagione (attese le premesse estive col cambio di guardia in panchina) con la ciliegina sulla torta della Supercoppa per poi ricaricare le batteria durante la sosta natalizia in vista delle ultime tre partite che chiuderanno il girone d’andata.

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