Cosa prova un tifoso avversario a guardare una partita di questa Juventus?
Probabilmente una sana ed onesta rassegnazione. Perchè questa squadra, la terza e quasi definitiva versione dell’epopea di Antonio Conte (la creatura perfetta forse la vedremo nel 2014/2015 ma ora sono chiacchiere), è una macchina da guerra talmente infallibile da essere diventata prevedibile.
Prevedibile per chi la guarda. Prevedibile per chi la gufa. Prevedibile per chi la tifa. Strano utilizzare il termine prevedibile per indicare qualcosa di estremamente positivo, eppure questa Juve ti porta a fare un ragionamento del genere.
Personalmente ho vissuto 20 anni di Juve sul campo, dal 1994 fino ad oggi, avendo la fortuna di vedere fior fior di campioni e squadre che sono entrate nella leggenda. Eppure mai mi era capitato di godermi così tanto le partite come quest’anno.
Sarà la forza di 11 vittorie consecutive, sarà la consapevolezza di aver infranto record storici, saranno le incredibili statistiche di questa squadra o la sua straordinaria capacità di tirarsi fuori da qualsiasi situazione di impaccio.
La Juventus 2013/2014 ha eliminato in me qualsiasi ansia o nervosismo durante la partita.
Nessuna reazione al gol di Pinilla e al piccolo momento di sbandamento che ne è conseguito.
Un pacato applauso al gol di Llorente con una serie di frecciate ai vari commentatori e giornalisti (l’ultimo l’illustre Beccantini che consiglia l’acquisto di Dzeko (Dzeko chi?) )
Un rabbioso pugno alzato alla superparata di Buffon su Dessena (quello che una grossa fetta di compagni di tifo avrebbe pensionato dopo Firenze).
Un occhiolino lanciato a Conte al momento della sostituzione di un Pirlo ancora in fase di recupero fisico con Marchisio (oh mister non ne sbagli una nemmeno a farlo apposta) che pochi minuti dopo aver preso le redini del gioco spaccherà la partita con un gran destro dalla distanza sul quale Adan dimostrerà che tra l’ex terzo portiere del Real e il primo dell’Ischia Isolaverde non corre poi grande differenza.
I sigilli di Llorente (prima doppietta in maglia zebrata) e quello meritatissimo di Lichtsteiner (che partita) saranno la naturale conclusione di uno copione già visto e rivisto in stagione.
Alla fine della giornata la Juve gira l’andata con 52 punti, 17 vittorie, 1 sconfitta (da leggersi come evento soprannaturale per come maturò) ed un pareggio. 100% di vittorie in casa, 100% di vittorie con le piccole.
Adesso arrivano gli impegni di Coppa Italia ed Europa League a mettere un po’ di pepe in una stagione che si sta trasformando in una vera e propria marcia trionfale con unico avversario il proprio passato.
(Se siete degli inguaribili scaramantici non leggete questo articolo)
(David Moyes pare fosse in tribuna ad osservare Astori, divertente vero?)
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