A torto o a ragione il calcio si alimenta di luoghi comuni. Come ad esempio il caricare ad arte le trasferte come autentiche imprese da portare a casa a mo’ di scalate titaniche da tramandare a imperitura memoria. Non è forse il caso di esagerare, quando a giocare fuori casa è la Juventus, abituata da par suo ad espugnare campi avversi. Eppure, quando il terreno di gioco è il Sant’Elia di Cagliari, la prudenza non è mai troppa.
Dietro la formazione rossoblù c’è un’intera regione. Non una regione qualsiasi, ma un’isola, che spesso considera il “continente” separato da essa e non il viceversa, un’etnia orgogliosa delle proprie peculiarità, una cultura che dai nuraghi discende fino a noi, attraversando la strada infinita dei secoli.
Ce n’è abbastanza per muoversi con fare guardingo, perché il tutto si aggiunge al solito intento di giocare la “partita della vita”, altro luogo comune che motiva le avversarie della Signora, a prescindere.
Detto questo, Allegri è stato esplicito nella conferenza stampa della vigilia: “Andiamo a cercare la quinta vittoria di fila, obbiettivo mai raggiunto in stagione”. Che cosa si fa per non abbassare la guardia! Il gruppo juventino si sta avvicinando ad appuntamenti ben più probanti del viaggio in terra sarda, ma ora conta solo il Cagliari. Bravo, mister!
Anche perché, la partita è la terza in 8 giorni e potrebbe risultare insidiosa per le scorie che fatalmente si sono accumulate. D’altra parte a Torino si è abituati ad accettare il calendario e a conformarsi a esso. Niente a che vedere con le isterie di altre piazze che a parole si dicono grandi, ma che di fatto tradiscono comportamenti provinciali e infantili a ogni piè sospinto (Napoli non è la sola!).
La truppa bianconera è pressoché al completo, eccezion fatta per Barzagli. Mister Allegri ha da scegliere se continuare col modulo a 5 stelle o coprirsi di più con un 4 – 3 – 3 che privilegia la densità a centrocampo, in previsione di un atteggiamento simile da parte di Rastelli, tecnico isolano.
Il Cagliari arriva all’appuntamento in emergenza all’attacco, reparto nel quale pare il solo Sau, abile e arruolabile. Con ogni probabilità si può desumere uno schieramento rossoblù con Rafael in porta; Pisacane, Salamon, Bruno Alves e Miangue linea di difesa a 4; Isla (toh, chi si rivede), Tachtsidis e Dessena a centrocampo; Barella e Di Gennaro a sostegno di Sau, unica punta. La defezione di Borriello si potrebbe far sentire.
La formazione bianconera dipende dalla presenza di Marchisio, reduce da problemi muscolari. Propendiamo per la riconferma del 4 – 2 – 3 – 1, con il Principino pronto a subentrare a gara in corso. In tal caso la formazione è presto fatta, con Buffon tra i pali; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini e Alex Sandro a 4; Rincon (Khedira riposa) e Pjanic in mezzo al campo; Cuadrado, Dybala e Mandzukic trio “meraviglia” dietro a Higuain punta centrale. Non sono escluse sorprese dell’ultima ora, come l’utilizzo di Pjaca per dare un po’ di riposo a Marione.
A Cagliari non è mai stato facile. Attenzione agli imprevisti e ai trabocchetti, anche se obbiettivamente il divario appare notevole, come il 4 a 0 dell’andata ha dimostrato. Una vittoria sarebbe un ottimo viatico verso un calendario sulla carta agevole, che consentirebbe alla Juve di concentrarsi sulla Champions in arrivo, non avendo patemi d’animo in campionato. Da Cagliari la risposta concreta.