

Eccoci qui, anche quest’anno, a cercare di trovare un senso al calciomercato, anche se il calciomercato un senso non ce l’ha.
Ribadiamo, ai lettori affezionati e a chi ci legge per la prima volta, che qui di “soffiate da insider” non ne abbiamo, né conosciamo tutti i prospetti che giocano in tutti i campionati del globo terracqueo, come dovrebbe essere per dei veri capiscers: a guidarci sono la logica, i vincoli regolamentari (le liste UEFA e Serie A) e i vincoli di bilancio (la c.d. Potenza di Fuoco).
Per quanto riguarda il discorso liste vi rimando all’ottimo articolo, sempre valido, scritto in merito da Nino Ori e Alberto Fantoni (lo trovate qui); per ora vi basti sapere che, approssimativamente, le liste devono essere composte come segue:
- massimo 17 giocatori FREE, ossia giocatori che non hanno alcuna limitazione di età, né di nazionalità, né di formazione calcistica
- minimo 4 giocatori ATP (Association Trained Player), ossia giocatori che siano cresciuti calcisticamente nella federazione di appartenenza della società
- minimo 4 giocatori CTP (Club Trained Player), ossia giocatori che sono cresciuti calcisticamente all’interno della società
- Under 21 (Lista B per la UEFA) in numero illimitato.
Per quanto riguarda i vincoli di bilancio, credo sia doveroso fare una premessa su quello che, verosimilmente, è il processo decisionale che sta a monte dell’arrivo di un calciatore alla Juventus. Il primo passaggio è una riunione dove Agnelli, Marotta e Mazzia fanno una stima dei ricavi per la stagione entrante, valutano la sostenibilità economica di eventuali acquisti, decidono se finanziarli tramite la gestione ordinaria o se invece sono necessarie operazioni straordinarie (le c.d. plusvalenze), e stilano il budget.
Il budget, per chi non lo sapesse, è lo strumento con il quale viene effettuata la previsione dell’andamento economico-finanziario di un’azienda: siccome i risultati economici dell’azienda Juventus sono fortemente influenzati dai risultati sportivi, ecco che la società, per poter stilare un budget di spesa ragionevole, deve “stimare” prima di tutto i risultati sportivi della stagione futura. Gli obiettivi “sportivo-economici” li conosciamo tutti, perché Agnelli li ha enunciati millemila volte: vittoria dello scudetto e superamento della fase a gironi di Champions League. La vittoria dello scudetto garantisce infatti una percentuale maggiore nella ripartizione dei diritti televisivi della Champions League dell’anno seguente (il 13 maggio 2018 questo “elemento previsionale” del budget è diventato un “ricavo certo”), mentre il superamento dei gironi resterà un “elemento stimato” fino a fine dicembre della stagione successiva. Questa voce sarà influenzata anche dai risultati sportivi delle altre italiane partecipanti alla Champions League, perché un loro passaggio del turno influirà negativamente sulla ripartizione delle risorse, a danno della Juve.
Consentitemi qui un ulteriore inciso, per chiarire un equivoco che spesso ritrovo sui social. Gli “obiettivi economici” sono diversi da quelli sportivi perché rispondono ad una logica diversa, che è appunto quella di stilare un budget previsionale di spesa. Questi obiettivi devono essere sì ambiziosi, ma anche ragionevolmente raggiungibili, e devono essere tanto più prudenti quanto più il loro mancato raggiungimento inciderebbe sul conto economico: capite bene che non risponderebbe a criteri prudenziali stanziare risorse sulla base della futura vittoria della Champions League, per tutta una serie di motivi che non è il caso di approfondire adesso. Gli “obiettivi sportivi” invece rispondono a quella che è la filosofia del club: puntare a vincere tutte le competizioni a cui la Juve partecipa (obiettivo di breve termine) e collocarsi stabilmente tra le prime 8 squadre d’Europa (quarti di Champions League; obiettivo di medio termine).
Tutto chiaro fin qui?
L’esito della riunione di cui sopra lo possiamo sintetizzare in un numerino che rappresenta la c.d. Potenza di Fuoco, che altro non è che la somma di ingaggi e ammortamenti, espressa in percentuale dei ricavi attesi. Considerando che ancora oggi non si conosce l’ammontare esatto dei diritti televisivi domestici, immaginate quanto possa essere stato difficile compilare il budget di spesa, sia per la Juve, sia per tutte le altre squadre di Serie A che vogliono programmare per tempo la campagna acquisti.
A questo punto ci sarà verosimilmente un secondo passaggio, ossia una seconda riunione a cui prenderanno parte Marotta, Nedved, Paratici e l’allenatore, dove si discuterà di “profili di calciatore” necessari al miglioramento della rosa, compatibili coi vincoli di spesa. Siccome anche questa riunione avviene in largo anticipo rispetto alla fine della stagione, capite bene che l’allenatore deve necessariamente svolgere un ruolo marginale nel processo decisionale: questo spiega perché “alla Juventus il mercato lo fa la società”. Questo fatto ha, ovviamente, degli aspetti negativi; ma ne ha anche altri estremamente positivi: il Conte della situazione, che se ne va a ritiro iniziato, fortunatamente incide marginalmente sui programmi societari (e l’abbiamo visto nell’allora campagna acquisti).
A questo punto arriva il terzo ed ultimo passaggio: Marotta e Paratici avviano la negoziazione con le varie controparti (società, procuratori e calciatori).
Come vedete, il trait d’union di tutto il procedimento è l’Amministratore Delegato Beppe Marotta (“per il mercato dovete chiedere a Marotta” cit. A. Agnelli), unico e ultimo responsabile della campagna acquisti.
Per quanto riguarda la nostra analisi, stimare il budget di spesa di quest’anno della Juventus è più difficile del solito. Il punto di partenza è il bilancio corrente, con la gestione ordinaria (al netto delle plusvalenze) che chiuderà in forte passivo.
Nei fatti, l’abuso delle plusvalenze per finanziare il mercato (leggi: Pogba-Higuain), come temevo, ha provocato il previsto aumento dei costi strutturali (ingaggi+ammortamenti), rendendoli insostenibili nel lungo periodo. Seguono pertanto 3 ipotesi:
- la Juve vorrà rientrare?
- rimanderà il problema di un anno?
- ricorrerà nuovamente alle plusvalenze?
Strategia 1) La Juve dovrà tagliare ingaggi ed ammortamenti per (stima approssimativa) almeno 30 milioni: l’addio di Buffon, Licht e Asa, non basta.
Strategia 2) Rimanderà il problema di un anno. Considerando l’utile di bilancio realizzato negli anni scorsi e il patrimonio netto ampiamente positivo, potrebbe decidere di farlo. Difficile però prevedere un ulteriore aumento della spesa per cartellini e ingaggi.
Strategia 3) Nel caso decidesse di ricorrere alle plusvalenze, quante ne servirebbero per colmare la differenza tra costi e ricavi? Anche qui, difficile saperlo. Alla voce ricavi abbiamo:
- ricavi da stadio: stabili/in leggero aumento
- sponsorship e merchandising: in forte aumento se espresso in percentuale, ma troppo poco in valore assoluto
- ricavi da partecipazione alla Champions League: in aumento
- ricavi da diritti tv domestici: (la risposta corretta sarebbe “boh”) presumo saranno in diminuzione
- ricavi da plusvalenze: nel bilancio 2017/18 saranno pari a 92,3 mln; difficile ripeterle in egual misura.
Per portare il bilancio in pareggio probabilmente occorrerebbero altri 70 mln di plusvalenze; per contenere il passivo in un range accettabile, considerando l’aumento delle altre voci di ricavo, probabilmente ne basteranno la metà.
Come vedete, le variabili in gioco sono tantissime: impossibile sapere quale strada hanno deciso di percorrere nella famosa riunione iniziale.
Per quanto riguarda questa analisi, assumeremo che abbiano deciso per un mix delle 3 opzioni: bilancio in perdita per un altro anno almeno, contenimento dei costi e plusvalenze ragionevoli.
Qui sotto trovate le solite 3 tabelle.
Nella tabella “composizione della rosa” sono stati tolti Buffon, Lichtsteiner e Asamoah perché in scadenza di contratto; Howedes per mancato riscatto; sono stati aggiunti Spinazzola e Caldara che rientrano dal prestito; rinnovati Chiellini e Barzagli; riscattato DouglasCosta. Con l’arrivo ormai certo del portiere MattiaPerin, la Lista per la Serie A è completa mentre in quella per la UEFA c’è addirittura un giocatore in più: se nessuno se ne va, siamo già in troppi.
Portieri: Szczesny, Pinsoglio, Perin
Terzini sinistri: Alex Sandro, Spinazzola
Centrali di difesa: Chiellini, Benatia, Rugani, Caldara, Barzagli
Terzini destri: De Sciglio
Centrocampisti centrali: Pjanic, Marchisio, Matuidi, Bentancur, Khedira, Sturaro
Ali: Cuadrado, Pjaca, Bernardeschi, Douglas Costa
Attaccanti: Dybala, Mandzukic, Higuain
Nella tabella “Potenza di Fuoco” sono stati considerati i rinnovi di contratto di Pinsoglio, Chiellini, Barzagli e Dybala; i rientri dal prestito di Pjaca, Spinazzola e Caldara; il riscatto di DouglasCosta; il mancato riscatto di Howedes; gli addii di Buffon, Lichtsteiner, Asamoah; il riscatto da parte del Torino di Rincon. Come si vede, l’arrivo dei soli Perin ed EmreCan consentirebbe di ridurre/mantenere stabile il costo del parco giocatori.
Nella tabella “flussi di cassa” si vede come l’impegno finanziario assunto nelle scorse stagioni sia già importante: sarà un ulteriore elemento da considerare nel valutare la ragionevolezza delle trattative strombazzate sui giornali.
Messe insieme tutte queste cose, con l’arrivo di Perin, Spinazzola, Caldara, Darmian/Cancelo e Emre Can, il mercato della Juve in entrata potrebbe tranquillamente essere già finito.
Chiudo con una nota sull’affaire Higuain-Icardi. Per quanto apparentemente improbabile, l’operazione potrebbe avere un senso, più o meno per tutti.
Per quanto riguarda l’Inter, Icardi ha un ammortamento residuo scarsamente significativo: la sua cessione genererebbe una plusvalenza monstre (tipo quella di Pogba), che consentirebbe di appianare tutte le questioni con la UEFA in merito al FFP. Al suo posto arriverebbe comunque un ottimo attaccante, salvaguardando così anche l’aspetto tecnico, con un ulteriore vantaggio: per accaparrarselo l’Inter non dovrebbe sborsare un solo euro.
Ricordo a tutti che un’azienda non è fatta di solo “conto economico”, bensì anche di “flussi finanziari”: uno scambio Icardi-Higuain+soldi sarebbe un flusso finanziario netto positivo per l’Inter.
Per quanto riguarda la Juve, pagare 110 mln di clausola e garantire ad Icardi un ingaggio da 6 milioni netti a stagione, vorrebbe dire avere a bilancio lo stesso costo di Higuain: circa 33 mln. Essendo Icardi più giovane di Higuain di 5 anni, però, nel corso delle prossime stagioni, la Juventus avrebbe la possibilità di prolungargli più volte il contratto, riducendo così l’impatto dell’ammortamento nel suo conto economico.
Per la Juve, condizione necessaria (ma non sufficiente) affinché l’operazione stia in piedi economicamente, è una valutazione del cartellino di Higuain almeno pari all’ammortamento residuo, ossia circa 55 milioni. Il conguaglio sarebbe il flusso finanziario netto negativo per la Juve.
Fatta salva la volontà dei calciatori di trasferirsi, un’operazione del genere sta in piedi perché consentirebbe ad entrambe le società di realizzare una super valutazione del proprio calciatore; decade immediatamente se una o entrambe le società sono in grado di reperire quegli stessi soldi altrove, ossia se la valutazione di questi calciatori (110 per Icardi; 55 per Higuain) è “congrua”.
Come al solito, aggiorneremo le varie tabelle ogni volta che uscirà un comunicato ufficiale della Juventus in merito all’acquisto/cessione di un calciatore. Buon calciomercato a tutti.
#StayTuned #FinoAllaFine
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