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CALCIOPOLARIO – 11. MOGGI E GIRAUDO

Udienza preliminare ad aprile 2008.
Inizio (teorico) del processo penale nell’autunno 2008.
Conclusione (sia per l’ordinario e sia per l’abbreviato!) a marzo 2015.


Moggi (rito ordinario) gennaio 2009.
Napoli, sentenza 1°grado: novembre 2011; sentenza appello: dicembre 2013.
Roma, sentenza Cassazione: marzo 2015.


Giraudo (rito abbreviato) dicembre 2008.
Napoli, sentenza 1°grado: dicembre 2009; sentenza appello: dicembre 2012.
Roma, sentenza Cassazione: marzo 2015.


L’esito finale del processo dimostra che, indipendentemente da quanto sarebbe potuto avvenire in aula, Moggi e Giraudo sarebbero dovuti essere colpevoli a prescindere, anche a dispetto delle prove emerse nel dibattimento.


Luciano Moggi, Direttore sportivo: 18 capi d’imputazione.
Per 10 l’assoluzione, per 7 la prescrizione in Appello, per uno la prescrizione in Cassazione.
Antonio Giraudo, Amministratore delegato: 7 capi d’imputazione.
Per 5 l’assoluzione, per 2 la prescrizione in Cassazione.


Moggi, identificato come promotore dell’associazione per delinquere, è condannato (condanna comunque prescritta) senza che venga comprovata l’illiceità delle sue azioni.


Nelle motivazioni della sentenza, ci si limita a dare un giudizio sulla persona, e lo si dipinge come individuo di non comune spregiudicatezza. Si ipotizza il reato di pericolo e gli si attribuiscono dei “comportamenti al limite della sussistenza del reato di tentativo“.
In Cassazione si arriva addirittura alla definizione di “pericolo astratto“: il pericolo è implicito e presunto nella condotta stessa. Gli viene attribuito un grande potere. Senza provare alcunché e senza far emergere le finalità né le modalità con le quali sarebbe stato esercitato il potere che gli viene attribuito.


Nelle sentenze si dichiara che Moggi esercita “un potere personale avente manifestazioni esteriori esorbitanti dall’appartenenza alla società“. Di fatto, si afferma l’estraneità della condotta di Moggi al suo rapporto con la Juventus (della quale non era amministratore o rappresentante), escludendo la responsabilità civile della società.


Il ruolo di Giraudo, al quale non è mai stata attribuita alcuna sim svizzera, nella fantomatica associazione per delinquere consisterebbe nell’aver condizionato la formazione della griglia arbitrale di una partita… che non è mai stata truccata.


La partita è Juventus-Udinese 2-1. Una partita “normale”, con arbitro e assistenti tutti assolti e sorteggio regolare. Giraudo viene coinvolto attraverso una telefonata (definita la madre di tutte le intercettazioni) tra Moggi e Bergamo. Nella telefonata non lo nominano, e Moggi ipotizza una cinquina di nomi della quale non fa parte Rodomonti, che arbitrerà la partita. E sarà poi comunque assolto, così come gli assistenti. L’arbitro Rodomonti: assolto; gli assistenti Gemignani e Foschetti: assolti.


Le condanne penali (e anche quelle sportive) sono basate su valutazioni non oggettive, illazioni o convinzioni prive di riscontri, presunzione di comportamenti non verificati e fatti oggettivamente non veri.

Ciò nonostante, è stato messo in piedi un processo penale, durato 6 anni e mezzo, che ha portato a sentenziare la colpevolezza di una sola persona. Uno tsunami si è abbattuto sulle vite di decine di persone. Una società è stata distrutta sportivamente, finanziariamente e dal punto di vista delle risorse umane. Ad alcuni (anche se assolti) sono state rovinate la carriera e la vita professionale, ad altri anche quella famigliare, spesso con gravi conseguenze per la salute. In molti hanno subito pesanti danni economici e d’immagine. Inoltre, sono stati spesi fiumi di denaro pubblico. Senza una sola prova, senza un solo riscontro oggettivo. A prescindere dal fatto se sia giusto o meno (e sappiamo che non lo è)… ne valeva davvero la pena?

Puntate precedenti del Calciopolario:
1. COS’È CALCIOPOLI
2. LA FARSA
3. IL PROCESSO SPORTIVO
4. LE CONDANNE
5. GLI SCUDETTI
6. LA CUPOLA
7. LA GENESI
8. RUOLO DELLA JUVENTUS
9. RELAZIONE DI PALAZZI
10. PROCESSO DI NAPOLI

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