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CALCIOPOLARIO – 2. LA FARSA

Lo scandalo viene costruito mediaticamente. Nessuno ne sa nulla, ma tutti ne parlano… e tutti sanno come deve andare a finire. A furor di popolo.

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Costruito il clima, si celebra il processo. Proviamo ad analizzarne le incongruenze più evidenti e gravi, a cominciare dall’istruttoria.

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Gli atti, ancora coperti dal segreto istruttorio, furono consegnati a un privato cittadino (Borrelli non era ancora entrato in carica).
La “scomparsa” delle telefonate (anche quelle contrassegnate con i tre “baffi rossi”) di altre società. Fu la Procura di Napoli a non girare quelle intercettazioni alla Procura federale, o fu invece la Figc a non considerarle, pur avendole ricevute? Esiste un atto che elenchi e descriva il materiale probatorio che la Procura di Napoli consegnò alla Figc, rendendo possibile sapere cosa sia stato consegnato?
Sono state effettuate più di 171.000 intercettazioni, ma a processo ne furono utilizzate, contro la Juventus, poche decine. Qualcuno si sarebbe potuto e dovuto chiedere cosa ci fosse nelle restanti.

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L’eliminazione di un grado di giudizio (il processo iniziò dall’appello). In violazione dell’art.37, comma 1, del Cgs. Venne saltato a piè pari il primo grado dell’iter di giudizio, la Commissione disciplinare, cominciando invece dall’appello, la Caf, e concludendo poi con la Corte federale.

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La nomina dei giudici a processo iniziato è una vera e propria aberrazione del diritto. La requisitoria del Pm, con la richiesta delle condanne, fu pronunciata prima della fase dibattimentale, in violazione dell’art.37, comma 6, del Cgs.

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Venne rigettata l’istanza delle difese, contrarie all’utilizzo delle intercettazioni in quanto non ammissibili. L’art.270 del Cpp prevede che le intercettazioni non possano costituire unico elemento di prova al di fuori del procedimento per il quale sono state disposte (quello penale). Ma il processo sportivo di calciopoli si è basato esclusivamente sulle intercettazioni. Su poche intercettazioni.

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Insufficiente il tempo concesso agli avvocati, senza consentire di fatto l’esercizio del diritto alla difesa, diritto sancito dalla Costituzione. Limitatissimo il tempo concesso alle difese per controdedurre all’accusa. Addirittura, massimo 15 minuti per le arringhe difensive.
Il processo alla Caf durò 11 giorni (3-14 luglio), quello alla Corte federale soltanto 3 giorni (22-25 luglio). L’accusa poté visionare e studiare a lungo il materiale processuale (migliaia di pagine di tabulati telefonici), le difese lo dovettero fare in poco più di una settimana.

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Agli accusati non venne riconosciuto il diritto di produrre testimoni in aula, né dossier o prove a discarico. Non venne permesso di far visionare le immagini delle partite che sarebbero state “truccate”. La fonte alla quale ci si abbeverava: i resoconti della Gazzetta dello Sport! Come si dimostra la regolarità o meno di fatti calcistici senza poterli visionare?

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Il patteggiamento “anomalo”, proposto dal giudice Ruperto (e non dal Procuratore federale) al legale della Juventus, l’avvocato Zaccone. Al netto delle strumentalizzazioni, l’avv. Zaccone disse comunque di considerare “congrua una serie B con penalizzazione”, riferendosi in realtà a una pena identica a quella delle altre squadre.

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In assenza di illeciti, l’invenzione di un reato sportivo inesistente: il cosiddetto illecito strutturato. L’illecito ambientale (o illecito strutturato) è un reato non contemplato dal Cgs. Tre episodi di slealtà (frode sportiva) fanno un illecito sportivo. Come quando si giocava a calcio da ragazzini: tre calci d’angolo, un rigore!
Curiosità: la sentenza della Caf venne anticipata (e azzeccata quasi alla lettera), un paio di giorni prima, dalla Gazzetta dello Sport.
L’alterazione del campionato 2004/05. Come si fa ad alterare la classifica di un campionato senza alterare le singole partite? Si altera da sola? Nessuno è mai riuscito a spiegarlo.
La revoca alla Juventus di uno scudetto vinto in un campionato mai messo sotto inchiesta, il 2005/06. Titolo assegnato, di fretta, all’Inter il giorno della sentenza. Ma l’Uefa (come da regolamento) aveva chiesto solo i nomi delle partecipanti alle coppe, non la classifica. L’assegnazione di quello stesso titolo (a chi non ne aveva le caratteristiche “etiche” richieste dai 3 saggi) senza atti ufficiali, con un comunicato stampa, nottetempo.

Puntate precedenti del Calciopolario:
1. COS’È CALCIOPOLI

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