Riceviamo e pubblichiamo:
di Cimolato Dimitri
Siamo in costruzione, ancora dopo cento giorni dall’inizio della nostra stagione ufficiale, e non è la prima volta.
Come sempre, molti anziani si lamentano guardando le maestranze all’opera, perché non si capisce, come da copione, che tipo di edificio stia portando avanti la direzione del cantiere e se la tabella di avanzamento lavori verrà rispettata al meglio.
Io da vecchio nostalgico delle belle case di una volta vedo dei problemi alle fondamenta: fuor di metafora, 22 gol subiti e 19 formazioni diverse, in 19 partite ufficiali, sono elementi abbastanza inquietanti in chiave futura.
Personalmente valuto la nostra rosa completa, sia a livello qualitativo che quantitativo, e ho l’impressione che sia stata costruita con un taglio più offensivo rispetto alle precedenti. Come se, dopo 6 scudetti e 2 finali perse contro attacchi atomici, il messaggio del club fosse: “Lo scudetto si vince in difesa ma la coppa anche no”.
L’interpretazione di Allegri a questo input societario si può esemplificare con la ricerca della continuità con l’impianto tattico dello scorso finale di stagione e nel tipo di impiego di Douglas Costa, che molti tifosi hanno vissuto come dualismo con Mandzukic.
Il brasiliano è sceso in campo titolare nel 4-2-3-1 con Olympiakos, Torino, Spal e Benevento in casa mentre con Lazio in casa e al Camp Nou ha giocato con alle spalle un centrocampo a 3. Poi nel tridente in quel modulo ibrido di mercoledì scorso. Cioè appena si alza il livello di difficoltà o parte in panchina o Allegri mette in campo con lui giocatori con caratteristiche di copertura maggiori.
L’equilibrio, ricercato e non ancora trovato in questa stagione, è il fil rouge della guida tecnica di questi ultimi tre anni e mezzo, così come il trasformismo. L’uscita anzitempo della dirigenza in quel di Marassi, fatto clamoroso in sé, potrebbe rappresentare un altro messaggio: è ora di svoltare per lottare fino alla fine.
Per regalare alla “Juve formato primavera” (cioè con un abito e una condizione fisica ottimali) il finale di stagione emozionante che merita, le prossime partite saranno importanti, e non vedo l’ora di viverle con la curiosità di chi assiste alla creazione di qualcosa di nuovo e potenzialmente devastante.
Le motivazioni devono fare il resto, le altre in Italia hanno alzato il livello e per continuare a sognare servirà sempre lo stesso spirito che con ogni probabilità porteremo ad Atene. Forza Juve, è l’ora: costruiamo qualcosa di grande, ancora.