Se l’Emilia era paranoica, la Juventus oggi evidentemente ha sofferto di doppia personalità: bella e letale nella parte centrale della partita, svagata e insicura all’inizio e alla fine.
I precedenti per noi in terra emiliano-romagnola non sono buonissimi vedi la sconfitta a Sassuolo quest’anno e la scorsa stagione l’imbarazzante stop con il Parma già fallito e il pareggio col Cesena sull’orlo della retrocessione, per questo tutti, ma proprio tutti nel prepartita non hanno fatto altro che predicare prudenza e massima attenzione. Ricordiamo che in settimana il Carpi ha vinto in Coppa Italia a Firenze, quindi non c’era proprio nulla che lasciasse pensare ad una partita semplice. Se aggiungiamo che quest’anno le piccole ci hanno tolto già troppi punti si capisce perchè Allegri approcci la partita mettendo i titolarissimi, una formazione già vista in Champions League, con Evra e Cuadrado esterni, la BBC in difesa, Marchisio regista, Pogba e Khedira interni, davanti Dybala e Mandzukic.
Il copione sembra il solito già visto in queste trasferte in provincia: la Juventus parte timida poi domina il campo, il Carpi si difende e riparte in velocità con Di Gaudio (il killer dei viola) e Borriello, che dopo aver preso le misure in un paio di occasioni segna il rituale gol dell’ex. Lancio lungo su di lui, Bonucci troppo leggero lo lascia avanzare fino ad entrare in area di rigore. L’eroe di Cesena fa partire un tiro che fulmina Buffon sul proprio palo.
Preso lo schiaffone ci svegliamo e torniamo all’attacco, pareggiando dopo tre minuti. Cuadrado scappa sulla fascia, la crossa tesa e rasoterra sul primo palo con il portiere che salva sottomisura su Khedira; la respinta finisce a Dybala a rimorchio che colpisce il tedesco; la carambola manda il pallone a Mandzukic che spalle alla porta se lo alza con un palleggio e segna al volo girandosi su se stesso.
La partita riprende esattamente come prima, con la Juventus a spingere per la vittoria. Cinque minuti prima dell’intervallo, Chiellini sale e verticalizza per Evra che si avvantaggia dello scivolone del diretto marcatore, arriva sulla linea di fondo e crossa per Mandzukic che a centro area esegue un perfetto terzo tempo, stacco monumentale, colpo di testa e gol.
Nella ripresa, dopo cinque minuti la Juventus apparentemente chiude la partita: Marchisio fa il Pirlo con un lancio millimetrico dalla propria metà campo per Pogba che fa il Vidal: inserimento perfetto e tocco in anticipo sull’uscita del portiere col pallone che finisce in rete.
E qui comincia l’impensabile: la Juventus progressivamente si abbassa e lascia campo al Carpi, che prende coraggio ed attacca con più decisione. Il neo-entrato Mbakogu mette in difficoltà la nostra retroguardia, ma la partita sembra ormai in sicurezza man mano che i minuti passano.
I cattivi pensieri tornano al 92° quando Bonucci devia nella propria rete un cross apparentemente innocuo e destinato a nessuno. Ripartiamo da centrocampo, il Carpi riprende palla, di nuovo un cross basso nell’area piccola e stavolta siamo graziati da Lollo che manca la deviazione vincente.
Allegri urla, si toglie il cappotto dalla rabbia e quasi si strappa via la cravatta, quando prende le scale per tornare negli spogliatoi ha l’aria di uno che vorrebbe prendere a schiaffi metà dei suoi giocatori, che poi è quello che vorremmo fare un po’ tutti noi: non è possibile giocare solo un’ora a piacimento, e nonostante tutte le raccomandazioni iniziali più di qualcuno era già in vacanza.
Se vogliamo continuare a fare sogni di gloria non possiamo permetterci nessun errore, nessuna distrazione, mai, contro nessuno.