

In origine sarebbe dovuto essere un commento alla partita di ieri sera, condito da un resoconto di queste prime sei partite di Champions.
Tutto questo perché nell’immaginario collettivo, mio compreso, quella di ieri doveva essere una scampagnata in terra svizzera, tra banche, orologi, cioccolata al latte e Guglielmo Tell.
Avevo già in mente il titolo, la citazione, ma soprattutto pensavo di celebrare per la prima volta da anni una qualificazione ottenuta con 15 punti su 18 e un dominio sul girone da grande squadra, a parte quello scivolone interno contro il Manchester.
E invece, grazie alla solita impresa in negativo tipicamente bianconera, mi vedo costretto a citare il titolo dell’album più brutto dei Deep Purple (perché se avete pensato: “Oh, guarda, Salvador cita le Spice Girls!” vi scaglio una maledizione senza perdono).
E mi vedo costretto anche a fare il Marzullo della situazione, o il Quelo, con le seguenti domande:
Chi siamo e dove vogliamo andare in Champions League?
La risposta sta dentro di noi, e però è sbagliata. (cit.)
Scherzi a parte, è una bella domanda.
La squadra è la Juventus, credo in assoluto la compagine calcistica più masochista in Europa, capace di regalare ad onesti mestieranti la gloria di una Coppa Campioni grazie a finali scellerate.
Grazie a questo confortante ruolino di marcia, 7 finali perse su 9 ognuna tragicomica a modo suo, il 99% dei tifosi bianconeri ormai vive per questa competizione: non esiste più niente, campionato, Coppa Italia, vita sociale, vita lavorativa, affetti… c’è solo la Champions League da vincere.
Verrebbe da domandarsi cosa succederà quando la Juve rivincerà la Coppa, ma da qui al 2050 di sicuro di tempo ne avremo e come diceva il Battisti, lo scopriremo solo vivendo.
Detto questo, la Juventus dal 2012 si è trasferita in pianta stabile nella massima competizione europea e piano piano si è ritagliata un ruolo da protagonista, al punto da disputare 2 finali negli ultimi 4 anni e venendo eliminata in modo non del tutto limpido nelle altre 2, da squadre come Bayern Monaco e Real Madrid.
Insomma, una delle prime 4-5 squadre d’Europa, quella che gli avversari non affrontano mai volentieri e che vorrebbero evitare (solo una volta i tifosi avversari esultarono per averci trovati in semifinale, e infatti al Real manca una sola delle ultime 5 edizioni della CL perché in finale non c’arrivò) e che, dopo una crescita costante anno dopo anno, ha deciso finalmente di uscire allo scoperto e di porre come obbiettivo principale per quest’anno quella Coppa lì.
Urca.
Parole pesanti.
Certo, era inevitabile: se dopo 7 scudetti consecutivi, dopo aver tracciato un solco largo e profondo con le rivali in Italia, incapaci di stare al passo sia a livello di rosa che di società, il Presidente regala alla squadra uno dei più forti giocatori di tutti i tempi, che da solo ha vinto 5 Champions League e più partite in quella competizione della stessa Juve, non puoi più nasconderti dietro un dito e dire: “L’importante è arrivare tra le prime 16, poi si vedrà”.
Si punta alla vittoria.
Quest’anno la Coppa è un obbiettivo dichiarato, ci sarà un cambio di mentalità, CR7 contagerà il resto della squadra, ci trascinerà e ci divertiremo un sacco in Champions!
Così dicevamo in estate.
Dopo il girone, che possiamo dire? Avevamo ragione?
Beh, siamo passati come primi, in alcune partite abbiamo espresso un ottimo calcio, Ronaldo e la squadra ancora devono trovare l’intesa perfetta ma, soprattutto, da Febbraio comincerà un’altra competizione: come saremo allora non si sa, di sicuro ce la giocheremo da protagonisti.
Veniamo però alle note dolenti.
Questa squadra per ora non è cambiata.
Ronaldo ancora non è riuscito a ronaldizzare la squadra anzi, si è fatto contagiare dal morbo di Pacione che dalla primavera del 1986 aleggia sopra Torino e, se negli anni scorsi la Champions era il suo campo di battaglia, per ora in 4 partite e un terzo ha segnato solo 1 gol, bellissimo quanto inutile visto il risultato finale.
È una squadra che ancora non riesce a gestire queste partite come una grande squadra, ma ha sempre bisogno di essere messa con le spalle al muro: quand’è che ha davvero espresso una grande prova?
A Valencia (un campo tutt’altro che facilissimo), quando dopo mezz’ora siamo rimasti in 10 per un’espulsione ridicola del nostro giocatore più forte. Mentre noi tifosi e la società stavamo augurando all’arbitro e all’assistente di porta i peggiori modi per morire, la squadra si è compattata e ha reagito alla grande segnando due gol e gestendo la partita in assoluta tranquillità.
Una prova maiuscola che davvero c’aveva convinti della maturità finalmente raggiunta.
Maturità confermata anche dopo l’impegno casalingo contro lo Young Boys, liquidato come una semplice pratica nel giro di neanche 45 minuti.
Poi siamo andati a Manchester, è tornato Ronaldo, grande prova, United annichilito ma…ma…ma…
Niente, nell’euforia generale, alla fine del primo tempo però dicevamo: “Certo che potevamo essere già sul 3-0 da quante palle gol abbiamo costruito, invece siamo solo 1-0”.
E così nel secondo tempo: ottima gestione della partita, grande parata di De Gea su Ronaldo, tutto quello che vuoi, ma arrivare al 90° sullo 0-1 faceva storcere il naso.
Però i 3 punti li abbiamo portati a casa e tanti saluti a Mou.
In casa contro il Manchester qualcosa poi si è rotto, oltre alle mie palle.
Solita grande prova, tante occasioni da gol costruite, una sola concretizzata con un gol straordinario di Ronaldo, il 2-0 sempre e solo a un soffio e infine il suicidio collettivo negli ultimi 7-8 minuti.
La squadra in bambola, l’allenatore pure, dai 12 punti in 4 partite con le ultime 2 da far giocare ai ragazzini siamo passati ai 9 punti con l’obbligo di vincere le ultime 2 per essere sicuri del primo posto.
Ecco, lì la Juve è tornata a essere ciò che era fino allo scorso anno: inconcludente, incapace di chiudere una partita ma soprattutto di dominare un avversario per far capire chi è il più forte.
Perché le grandi squadre, tipo Real o Barcellona, le partite del girone le considerano una formalità, una scocciatura necessaria per giocarsi tutto da Febbraio in poi e le liquidano (quasi) sempre con una certa semplicità.
Noi no, neanche quest’anno con Ronaldo in squadra.
Anche ieri sera eravamo con un occhio alla tv e una ai social per vedere come andava la partita di Valencia e maledivamo quei fessi per non aver chiuso la partita contro il Manchester.
Ma perché diavolo dovevamo giocarci il primo posto in un campo sintetico, pure bagnato e di conseguenza ghiacciato dato che la temperatura era sotto zero?
Una grande squadra quella partita la teneva per far giocare le seconde linee e far rifiatare i big, che a questo punto cominciano a sentire un po’ di fatica fisica e mentale.
Noi invece no, abbiamo dovuto preparare questa partita (dopo aver vinto per fortuna in casa contro il Valencia) anche con lo spettro dei possibili infortuni.
Spiace dirlo, ma c’è ancora tanta strada da fare, questo girone ci ridà una Juve sempre all’insegna del “Se solo il ragazzo si impegnasse di più… ma non studia…”.
Vediamo come andrà da Febbraio in poi, inutile per ora stare lì a sperare in questa o quell’altra squadra e anche dopo il sorteggio rimandiamo tutto all’anno nuovo.
Nel frattempo alcune considerazioni:
– Da ora in poi Ronaldo venga gestito con più parsimonia: capisco che le voglia giocare tutte, però non è un marziano (o almeno lo è a metà) e soprattutto non lo abbiamo comprato per rivincere il campionato. Zidane un paio d’anni fa seppe gestirlo benissimo e infatti a partire dalla primavera diventò un mostro (e noi lo ricordiamo benissimo, purtroppo).
– In campionato non sarebbe cosa sgradita liquidare alcune partite già nel primo tempo: basta regalare agli avversari un’ora e poi risolverla con l’ingresso di Tizio o Caio gestendo fino al 90° l’1-0 o il 2-0. È rischioso, uno spreco di energie non indifferente e poi i giocatori arrivano ad Aprile – Maggio con la lingua penzoloni.
– Se poi dovesse accadere l’imponderabile, cioè un campionato da lottare testa a testa come lo scorso anno, sarò sincero: fanculo al campionato, puntiamo alla Coppa. Perché è bello il rumore dei fegati, è bellissimo rivincere con La Var, senza La Var, La Var cambiata, le stanze d’albergo, la mancata espulsione di Pjanic, le discese ardite e le risalite… però dai, abbiamo Cristiano Ronaldo in squadra.
Se non puntiamo alla Champions ora, quando dovremmo puntarci?
È una questione di priorità.
Keep the faith alive e forza Juve!