E’ il secondo 4-0 consecutivo in trasferta. Dopo il poker del Friuli anche al Bentegodi la Juve realizza quattro reti rischiando praticamente nulla in difesa, eccezion fatta per un avventuroso disimpegno di Bonucci ( sul 4-0) che ha costretto Buffon a sporcarsi guanti e pantaloncini in uscita bassa: roba di contorno. La sostanza invece è che i nostri hanno fornito l’ennesima prova di forza in un campo da cui negli ultimi anni è vero che siamo quasi sempre usciti coi tre punti, ma spesso e volentieri soffrendo: ricordo ad esempio il 2-1 (ed il gol vittoria fu un’autorete) dell’anno dei 102 punti o a quello della stagione 2012/13, arrivato anche allora nel lunch-match delle 12:30. Senza andare tanto indietro nel passato basti pensare che il Chievo, solo un girone fa, usciva meritatamente imbattuto da Torino al cospetto di una Juve ancora tutta da assemblare, salvata solo in extremis da un rigore di Dybala.
La superiorità dei ragazzi di Allegri è stata a tratti imbarazzante, segnale di uno stato psico-fisico davvero invidiabile. Se si esclude il quarto gol di Pogba, arrivato a conclusione di una stupenda azione personale, gli altri 3 gol sono arrivati a conclusione di altrettante bellissime azioni di squadra con Morata e Alex Sandro arrivati praticamente in porta con il pallone. Stupisce la fluidità e la linearità che sta sempre più caratterizzando la manovra offensiva della Juve: a testimonianza di come l’idea di gioco di Allegri sta entrando sempre di più nella testa dei ragazzi.
“Bisogna giocare bene tecnicamente” ”Bisogna aumentare la velocità di passaggio” sono le parole che più di tutte mi sono rimaste impresse nelle conferenze stampa post-gara di quest’ anno e mezzo di gestione Allegri. Anche oggi ho visto i nostri giocare a 2 massimo 3 tocchi, con giocate quasi mai strozzate o forzate. Aggiungiamoci anche la solita aggressività sportiva e fame di vittorie che caratterizza questo gruppo da 5 anni a questa parte. E chissà se anche dalle parti di Sky, Mediaset e redazioni varie cominceranno ad accorgersi che questa Juve oltre ad essere tremendamente forte è in grado di rubare l’occhio anche dal punto di vista del gioco.
Protagonista indiscusso del match Alvaro Morata. Nel momento in cui Allegri deve rinunciare a Mandzukic sta ritrovando sempre di più lo spagnolo, capace di fare due doppiette in quattro giorni dopo altrettanti mesi di digiuno. Quello che lascia ben sperare è anche il fatto che Morata sta tornando a fare il giusto lavoro per squadra e compagni, fatto di pressing e dribbling utili a saltare l’avversario senza più intestardirsi a testa bassa in azioni personali che lo portavano regolarmente a sbattere contro gli avversari. Prova superlativa anche di Pogba. A volte sarà anche un po’ lezioso, ma quando sale in cattedra col suo fisico e la sua tecnica diventa praticamente impossibile da fermare in attacco e difficile da superare anche in fase difensiva.
Fase difensiva che anche oggi è stata pressocché perfetta con il terzetto Caceres-Bonucci-Barzagli. Interessante soprattutto la posizione di Barzagli sul centrosinistra, facendo in questo modo rifiatare Chiellini ed offrendo così un’ulteriore soluzione a Allegri nelle turnazioni tra i centrali.
Proprio il turn-over e la possibilità di variare gli uomini in campo con una certa oculatezza potrebbero essere l’arma in più nell’avvicinamento allo scontro diretto contro il Napoli del 13 febbraio prossimo e più in generale nella corsa scudetto che, a differenza degli ultimi anni potrebbe davvero rimanere apertissima fino all’ultima gara. Se Sarri non può prescindere dai soliti 12/13 elementi, Allegri può sfruttare una rosa che gli consente come oggi di cambiare 6 giocatori ( Buffon-Barzagli-Khedira-Sandro-Lichtsteiner-Dybala) rispetto alla gara precedente mantenendo comunque altissimo il livello tecnico dell’11 iniziale.
A Verona è arrivata anche la dodicesima vittoria consecutiva, eguagliando così la striscia di successi della stagione 2013-14. Fa bene il mister a minimizzare quest’aspetto ricordando come l’obiettivo stagionale sia portare a casa trofei e non record fini a se stessi, ma le dodici vittorie messe in fila testimoniano una volta di più lo spessore tecnico e caratteriale di chi oggi, come solo due anni fa, è stato protagonista di questo importante traguardo raggiunto (Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner, Marchisio su tutti). Gli stessi che da 5 anni a questa parte stanno tirando la carretta sia in Italia che in Europa, un nucleo di giocatori che si è ritagliato ormai uno spazio nella storia di questo club affianco alle più grandi icone del passato. Permettetemi quantomeno di dirgli grazie.