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Chievo-Juve 1-2: Ripartire da qui

Il tour de force di metà ottobre-fine novembre è finito con un successo per 2-1 sul difficile campo del Chievo. Dopo 4 vittorie, una sconfitta e il pareggio casalingo col Lione è arrivata una vittoria d’importanza piramidale non solo per la classifica, ma anche per una serie di risvolti da non sottovalutare per il proseguo di stagione.

Il carattere, innanzitutto. Alla fine di una settimana caratterizzata da critiche feroci per la prestazione di Champions con il Lione e da spifferi di spogliatoio presunti o veri, “parola più, parola meno” sul poco impegno degli avversari di turno, la squadra ha saputo approcciarsi bene al match e vincere. A proposito di teorie sullo “scansamose davanti alla Juve”, tanto in voga da qualche giorno sui media (social e non) il Chievo oggi ha giocato una partita gagliarda, pensando più a scalciare gli avversari che a calciare il pallone, almeno fintanto che l’arbitro Valeri non decidesse di cominciare a sventolare un po’ di cartellini gialli. A queste difficoltà, dopo pochi minuti si è poi aggiunto l’infortunio di Barzagli , uno dei leader tecnici e caratteriali di questi 5 anni di trionfo. Pleonastico, l’augurio di pronta guarigione per un professionista sempre perfetto (si contano sulle dita di una mano le partite da insufficienza in pagella) in campo e davanti alle telecamere.

In secundis, il gioco. Criticata per la qualità della manovra, quasi mai all’altezza delle aspettative in questi primi due mesi e mezzo di stagione, oggi la Juve ha giocato una buona partita dal punto di vista della corsa, delle occasioni create e della fluidità dell’impostazione. Il passaggio al 4-3-3 in tal senso, non è da considerarsi come la panacea di tutti i mali, ma un aiuto in più l’ha sicuramente offerto. Evitati tanti “imbottigliamenti” sulla trequarti avversaria alla ricerca del “dai e vai” tra le punte o dell’inserimento delle mezz’ali a favore di una maggiore ricerca di ampiezza sulle fasce e di profondità verso gli attaccanti. Non a caso il migliore in campo è stato a mio avviso Mandzukic. Il “Mangio” è apparso finalmente ai livelli della scorsa stagione: pronto a buttarsi su tutti i palloni, a rincorrere l’avversario e a smistare palloni con una discreta lucidità, nonostante la posizione più defilata sul centrosinistra. Dopo due tentativi a vuoto nel primo tempo (uno dei due, con controllo e tiro a seguire su lancio di Pjanic da 20 metri, avrebbe fatto gridare all’eurogol), il croato ha poi sbloccato il match con un bel diagonale su assist di Cuadrado. Chi invece non ha beneficiato di questo cambio di modulo e di organizzazione di gioco è stato Higuaín. L’argentino è apparso quasi sempre fuori dal gioco, anticipato costantemente dai difensori avversari. Sull’unica palla gol capitatagli ha preferito aggirare il portiere invece di provare la conclusione a rete: ritornerà anche il suo momento, forse con un Dybala più disposto di Mandzukic a imbeccarlo a rete.

La condizione fisica, poi. Se con il Lione la squadra aveva vissuto gli ultimi 20 minuti in totale apnea, al Bentegodi i ragazzi hanno vinto e convinto con il passare dei minuti, finendo per tritare il Chievo che solo negli ultimissimi secondi ha provato l’assalto al 2-2: polli anche i nostri, colpevoli nell’aver perso una palla a metà campo in totale controllo. Nel finale anche tante le occasioni sprecate con Cuadrado, Mandzukic e Sturaro che avrebbero potuto tranquillamente incrementare il gap con il Chievo in termini di gol.

Last, but not the least i singoli. Se l’azione corale è migliorata considerevolmente rispetto alle ultime uscite, lo si deve anche e soprattutto ai singoli. Hernanes ha giocato bene, probabilmente la miglior partita da quando è alla Juve. Sempre pronto a servire Sandro in sovrapposizione e a portar palla quando non c’era movimento dei compagni. Una nota positiva se la merita anche Sturaro. Non ruba l’occhio per qualità, commette errori tecnici grossolani, ma oggi ha dato quella corsa e quella dinamicità che serviva alla squadra e che in questo momento della stagione Khedira non riesce a dare. Non capirlo è follia. Poi c’è Pjanic, anche oggi impalpabile fino al gol che ha però avuto il merito di realizzare. Nel finale è poi cresciuto come tutta la squadra, nel gioco e in sicurezza, speriamo anche per lui che questa partita possa essere un nuovo inizio.

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