

Questa storia comincia un girone fa esatto e tutti dovrebberlo ricordarla.
Fine estate, terza giornata di campionato, il peggior inizio della storia bianconera, due sconfitte contro Udinese e Roma e una sfida contro il Chievo di colpo diventa difficilissima.
Lo so, sembra tutto molto strano ma è successo davvero.
L’incubo peggiore dopo il 2006 si stava materializzando sotto forma di sconfitte, infortuni, zero gioco e prospettive nefaste per l’annata che era appena cominciata, ma il peggio doveva ancora arrivare…
Bastano 5 minuti, una banale azione d’attacco da parte del Chievo, nessuno che va incontro ad Hetemaj e lui azzecca il tiro giusto: 1-0 e palla al centro.
Paura eh?
Perché due sconfitte consecutive ci possono stare, e comunque ci sono state, tre no, qui la situazione comincia a diventare davvero pesante. Il primo tempo continua, attacchi confusi e solo un po’ di nervosismo non cambiano il risultato e arriviamo alla fine.
E qui accade quello che per me è l’inizio della svolta.
I tifosi della curva nord fischiano, in sud non c’è nessuno data la squalifica relativa ai fatti dell’ultimo derby (giocato in casa del Toro ma qui entriamo in un altro argomento), negli altri settori fischiano: la squadra, l’allenatore, la società, tutti colpevoli di aver distrutto una squadra che fino a pochi mesi prima stava per vincere tutto.
Ma per fortuna c’era lui, Gigi Buffon, il capitano, il leader, l’anima di questa squadra, non un semplice giocatore ma qualcosa di molto di più, una persona vera.
E una persona vera nei momenti di difficoltà trova il coraggio di ammettere che qualcosa non va e chiede aiuto, perché è vero che la stessa ammissione del problema è già un modo per affrontarlo.
E allora lui si volta verso la Nord e, incazzato come una iena, dice più volte a quelli che fischiano:
“NON FISCHIATECI ADESSO, ABBIAMO BISOGNO DI VOI!”
Il tutto mentre dal settore ospiti ci sfottono al coro di “Salutate la capolista” ed il mondo antijuventino è in festa.
E si, il Capitano, l’eroe di mille battaglie, come tutta la squadra che fino a pochi mesi fa sembrava imbattibile e inaffondabile è in difficoltà e chiede aiuto ai tifosi.
Siete o no il dodicesimo uomo in campo? E allora che cazzo fischiate a fare? Aiutateci, per 4 anni avete esultato, festeggiato e brindato alle nostre vittorie mentre noi in campo davamo il 110% , ora siamo in difficoltà e abbiamo bisogno di voi, basta con i fischi!
Vedendo quelle immagini mi venne spontaneo un moto d’orgoglio verso Gigione perché anche in questo caso ci mise la faccia, non si nascose dietro ad un dito, non cercò alibi o scuse (lo stesso fece dopo Sassuolo e si sa come è andata a finire).
Questo non bastava lo so, e sarò onesto, anch’io non ero per niente ottimista, soffrivo ed ero incazzato nero per il niente dei primi 45 minuti, ma non ce la facevo a giustificare i fischi verso la squadra.
I fischi!
I fischi per una squadra che negli ultimi anni c’aveva fatto godere come poche altre volte nella storia, che aveva finalmente saziato (parzialmente) la nostra sete di vendetta post farsopoli, che metteva paura alle squadre avversarie quando scendeva in campo e che le aveva rimesse al loro ruolo di comprimarie, in primis l’inter.
Io quei ragazzi che dal 2011 lottavano per 95 minuti e che a maggio ci regalavano trofei e vittorie non avevo voglia di fischiarli perché si trovavano a 0 punti dopo 2 partite e mezzo: lo so, la Juve non può tollerare una cosa del genere, alla Juve vincere è l’unica cosa che conta e bla bla bla, ma vederla così in difficoltà e bisognosa di sicurezze me la faceva amare ancora di più.
Il resto è storia: un ragazzo di 22 anni si carica tutta la Juve sulle spalle e, alla faccia di chi lo definisce il nuovo Giovinco, sbatte in rete il gol del pareggio e alla fine della partita la classifica un po’ si smuove.
La squadra un po’ si scuote, 4 giorni dopo a Manchester una bella vittoria ci fa ricordare chi siamo e incominciamo a vedere, ad intermittenza, la luce anche se il grosso dei problemi deve ancora arrivare.
Veniamo ai giorni nostri: dopo un intero girone, dopo aver rimontato l’impossibile, dopo aver superato il girone di Champions, dopo aver posto una seria ipoteca sulla finale di Coppa Italia, dove sono i tifosi che fischiavano nell’intervallo?
Dove sono coloro che chiedevano la testa di Allegri e sognavano il ritorno del prode condottiero Conte?
Per caso sono gli stessi che domenica scorsa esultavano al gol del nuovo Giovinco pagato un’esagerazione? O sono quelli che mercoledì sfottevano l’inter e gli interisti per le tre sberle rifilategli senza pietà?
Sono gli stessi lo so, le mie erano domande puramente retoriche perché un po’ il tifoso juventino ho cominciato a capirlo e a conoscerlo durante 30 e passa anni di tifo e non posso certo farci niente.
Magari voglio sperare che, in occasione della prossima crisi di risultati e di gioco, si ragioni un po’ più con il cervello e si eviti di stroncare a priori la nostra squadra perché, non so se l’avete capito, ma stroncando giocatori come Buffon, Evra, Chiellini, Marchisio, Bonucci, Mandzukic, Dybala e Morata (per dirne alcuni) non si passa da tifosi duri e puri ma da coglioni.
In conclusione, due parole sulla partita Chievo – Juventus.
Partita ostica, e anche agnostica come diceva il vate da Fusignano, da sempre è un campaccio dove strappare i 3 punti non è mai facile, ma la fiducia è d’obbligo.
Certo, gli infortuni di Mandzukic e di Asamoah proprio non ci volevano e hanno un po’ offuscato le ultime belle vittorie in campionato ed in Coppa Italia, ma di tempo per piangersi addosso proprio non ce n’è.
Chi gioca gioca, l’importante è seguire il consiglio che ripete Allegri da tempo immemore: giocare con una sana dose di incoscienza che non ti faccia pensare a niente se non alla partita. Dopo Sassuolo non si doveva stare a guardare la classifica né tantomeno ora dopo tutte queste vittorie e chissenefrega delle 12 vittorie di fila di due stagioni fa: guardiamo avanti fiduciosi, abbiamo un grande allenatore pazzo al punto giusto, un vero capitano ed una grande squadra.
Partita dopo partita, e poi alla fine ne riparleremo.
Ah, last but not least, fino al ritorno contro il Sassuolo ci sono ancora diverse vendette da consumare: una è quella di domani nei confronti di quei tifosi che ci sbeffeggiavano come ho scritto poc’anzi.
Non si sfotte la Juve quando è in difficoltà, non sapete quanto grande e feroce sarà la sua vendetta, ma non venite a lamentarvi dopo, perché noi ve l’avevamo detto.