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Colui-che-non-deve-essere-nominato

Il clima giornalistico che si sta creando attorno al post Allegri ha del grottesco, visti i molteplici nomi che aleggiano come ectoplasmi sulla nostra panchina,  pur risultando abbastanza comico agli occhi di chi, come noi tifosi medi, assiste a questo spettacolo dall’esterno. Vorrei tranquillizzare tutti: quando parlo di ectoplasmi non mi riferisco a Gigi Simoni che, ne sono certo al 100%, non allenerà la Juventus, almeno durante la prossima stagione.

Da una parte c’è il giornalismo mainstream, con le testate più importanti di TV e carta stampata che recitano la parte del leone, quelli che sono ben informati, che hanno fonti certe negli ambienti giusti, quelli che verificano sempre le notizie prima di diffonderle e che predicano serietà e competenza, calma, dignità e classe. Dall’altro lato della barricata un tipo di giornalismo meno ingessato, esagerato, dai toni più leggeri, meno serioso, più facile alla bufala, con fonti discutibili (concessionarie, ristoranti, cugini, amici degli amici).

Il problema è che tanto gli uni quanto gli altri argomentano di – scusate il termine – calciomercato, che è per antonomasia terreno fertile per le cazzate, l’Eden della bubbola, fuffa allo stato aeriforme, argomento su cui ognuno può inventarsi tutto e il suo contrario senza possibilità di venire contraddetto, poiché se l’affare del secolo (tipo Palmer – Brown alla Juve) non dovesse concretizzarsi si potrebbe in ogni caso affermare che “Era tutto fatto ma alla fine il club di appartenenza ha avuto un ripensamento last minute, imprevisto e imprevedibile”. Maurizio Mosca aveva tramutato in arte la minchiata di calciomercato, con tanto di previsioni sui trasferimenti che scaturivano dalle oscillazioni del mitico pendolino – ricordo con simpatia un Rui Costa alla Juve per Del Piero – sdoganando definitivamente la finta austerità che sembrava caratterizzare il giornalismo sportivo.

L’oggetto del contendere, in questo caso, è il possibile approdo di Guardiola alla Juve, notizia proveniente dal giornalismo “underdog” (cito un amico che vuole restare anonimo, Alessio Epifani) quello che si muove tra l’ufficiale e l’ufficioso, nel sottobosco dell’informazione sportiva, al quale danno voce network di secondo piano e i più disparati siti internet. La voce di quello che, va detto, sarebbe un affare clamoroso, si è diffusa a partire da alcune indiscrezioni rivelate per primo da Luca Momblano di Telelombardia, l’emittente di Ravezzani per intenderci (oh c’è ancora qualcuno che non conosce Momblano, che vi devo dire). Man mano dai rumors ha preso forma una notizia vera e propria, data addirittura per certa da Federico Gennarelli di Radio Sportiva e da Luca Scarcella, giornalista freelance che gravita nell’orbita del giornale “di famiglia” (La Stampa) e non si occupa di sport. Infine AGI (agenzia di stampa italiana), vari siti esteri e Paolo Paganini (RAI) hanno riportato la cosa suscitando ulteriore scalpore. Quest’ultimo ha riferito di aver saputo da un amico concessionario di auto a noleggio che Cristina Serra, moglie di Guardiola, avrebbe affittato a lungo termine un’auto di grossa cilindrata a Torino.

Per contro il giornalismo mainstream considera l’approdo del catalano in bianconero come un evento che ha la stessa probabilità di realizzarsi del raggiungimento di una convergenza unanime della sinistra italiana su un qualsivoglia tema. Quindi impossibile. Inesistente. Bollato addirittura come “puttanata senza senso” dal Direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni. Fabio Caressa a Sky e Marco Mazzocchi (RAI) su Twitter hanno addirittura adombrato accuse di aggiotaggio nei confronti di chi propone il nome di Guardiola in accostamento alla Juventus, veto che evidentemente non vale per gli altri candidati alla prestigiosa seduta: Klopp, Sarri, Pochettino, Inzaghi, Carrera, De Zerbi, Di Francesco, Giampaolo e chi più ne ha più ne metta. Solo Guardiola non può essere nominato, come Lord Voldemort nella saga di Harry Potter.

Quello che non capisco è il motivo per cui nel parlare di argomenti leggeri come il calciomercato, dal mio punto di vista un pelo sopra la cronaca rosa/gossip quanto a importanza, alcuni si elevino su un piano superiore rispetto ad altri, o almeno pretendano di farlo. Stiamo parlando di giornali e giornalisti che qualche anno fa titolarono “Messi alla Juve” oppure per tornare a tempi più recenti di giornalisti che davano per impossibile l’approdo in bianconero di Cristiano Ronaldo e per certa la permanenza di Allegri. Quindi non si capisce perché certi personaggi debbano fare i fenomeni, peraltro solo su Guardiola e non sugli altri nomi. Sarà perché da un po’ di tempo, diciamo da un annetto, sulla Juve i mercatari più quotati ci prendono pochino? Sarà perché, sempre casualmente da un anno a questa parte, il giornalismo “serio” e non improvvisato, sulla Juve si sta facendo anticipare un po’ troppo dai “cazzari”?

Quel che è certo è che la Juventus a livello di comunicazione negli ultimi tempi, diciamo da circa un anno più o meno (l’ho già detto?), è diventata un po’ più impermeabile e lascia trapelare davvero poco riguardo alle strategie di mercato e che reperire informazioni affidabili provenienti dall’interno (le cosiddette insiderate) sta diventando abbastanza arduo, soprattutto per alcuni. Sia chiaro che non so quale allenatore appoggerà le natiche sulla nostra panchina e ho anche pochi elementi su cui basarmi per fare una previsione. In primis le parole di Nedved: “Sull’allenatore abbiamo le idee chiare, anzi molto chiare”. Poi Chiellini: “I tifosi sull’allenatore devono dormire sonni tranquilli”. Il che mi porta a pensare che a) ci sia già un allenatore designato e prenotato e b) sia un tecnico di alto profilo, per non dire altissimo. Se poi sarà Guardiola o Malesani non mi è dato saperlo ma, col permesso dei soloni del giornalismo, decido io se credere a uno che diceva “non ci risulta Cristiano Ronaldo alla Juve” fino al giorno prima della foto con Agnelli in Grecia, oppure ai soliti cazzari. Chi vivrà vedrà.

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