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Come gioca la Roma

Sabato è in programma uno degli snodi del campionato (come li chiama spesso Allegri) e, per ingannare l’attesa del big match con la Roma, andiamo ad analizzare il modo di giocare dei giallorossi, le loro abitudini offensive e la fase di non possesso per capire dove sono tendenzialmente attaccabili.

La squadra di Spalletti gioca quasi sempre con un 4-2-3-1 anche se le ultime assenze di Manolas in difesa e, soprattutto, di Salah in attacco, sono andate a modificare alcuni movimenti e il modo di pressare l’avvio dell’azione avversaria.

Sebbene le notizie dall’infermeria indichino un probabile recupero dell’egiziano, penso sia difficile ipotizzare un rientro da titolare, quindi rispetto alla squadra che ha incontrato il Milan mancherà il solo Bruno Peres. Con l’assenza dell’ex granata, Spalletti potrà solo abbassare Emerson e inserire El Shaarawy nei tre dietro Dzeko oppure, molto più improbabile, inserire Juan Jesus nel ruolo di terzino sinistro e alzare Emerson sulla linea dei centrocampisti.

Vediamo alcune caratteristiche dell’attacco giallorosso: approfittando della grande annata vissuta finora dal bosniaco, lontano parente del Dzeko della scorsa stagione, grande parte delle sorti offensive giallorosse vertono sui movimenti del numero nove. Dzeko fa di solito due genere di cose: la prima, dettare il passaggio in profondità in modo da puntare la rete oppure spizzare la palla per i guastatori in entrata dal centrocampo; la seconda, si allarga in fascia laterale in modo da creare gli spazi per gli inserimenti  degli interni, in particolar modo Nainggolan.

 

Qui sopra possiamo vedere come, in caso di scatto in profondità, in maniera preventiva i due trequartisti laterali vadano ulteriormente ad allargarsi in modo da creare isolamento per Dzeko.

Sempre nella stessa partita vediamo (sopra) una situazione che si potrebbe verificare proprio sabato. Dzeko parte largo, El Shaarawy resta vicino per l’appoggio mentre Nainggolan parte per aggredire lo spazio centrale e l’esterno destro resta alto per non intasare e non portarsi dietro il proprio marcatore.

Nella partita contro l’Empoli ho scelto una situazione in cui Dzeko si trova largo ma a ridosso dell’area, Nainggolan vicino all’area di porta non permette ai difensori toscani di alzarsi e per lo scarico restano liberi tre giocatori in piena area.

Solitamente l’azione romanista poggia, quando non su un lancio del portiere, sull’estro di Perotti che viene isolato per garantirgli l’uno contro uno (foto sotto)


Il passaggio verso Dzeko resta comunque l’opzione primaria, sia dalla trequarti, come già visto, sia dalle retrovie. E non solo da parte dei difensori ma anche dal portiere, come indicano le statistiche che vedono Szcezny l’estremo con il maggior numero di lanci effettuati verso la metà campo avversaria.
La nostra linea difensiva dovrà essere molto attenta per non ripetere l’errore e dare spazio in profondità, come accaduto l’altra sera ai difensori del Milan (qui non puniti per un soffio).


Passiamo invece ai difetti dei giallorossi, che, a una fase offensiva molto prolifica su azione (miglior attacco del campionato e secondo sui goal da azione manovrata), fanno corrispondere una fase di non possesso non proprio irreprensibile.

A un Manolas che, preso singolarmente, è senza ombra di dubbio uno dei migliori centrali del campionato, fa da contraltare una difesa spesso messa nelle condizioni di essere perforata nonostante almeno due centrocampisti della mediana siano di quasi puro contenimento (De Rossi e Strootman). Le situazioni di gioco interessano prettamente la fascia sinistra dove Emerson, ottimo in fase di spinta, non è altrettanto efficace quando deve rientrare. Dal suo lato poi il centrale che deve uscire, Fazio, non è affidabilissimo.

Già con un Sassuolo decimato le prime avvisaglie: Politano si permette di saltare il marcatore, De Rossi e Strootman sono presenti ma praticamente inoperosi, lasciano a Cannavaro, in entrata, una facile conclusione al volo con rincorsa mentre lo stesso Matri potrebbe colpire indisturbato.


La squadra di Spalletti tende ad avere pericolose amnesie anche sui calci piazzati, con i centrali che si fanno attirare dal pallone ed escono con tempi sbagliati: qui sotto l’Empoli, in una fase topica quali gli ultimi dieci minuti di partita, su rimessa laterale crea una azione a tu per tu con il portiere, non concretizzata da Maccarone.


Con l’Atalanta stessi problemi dalla destra: notare nella foto sotto  come la pressione portata da Gomez a sinistra (nemmeno troppo convinta) costringa De Rossi a non potersi schierare a schermo centrale, lasciando alla generosità di Dzeko il compito di coprire l’area.


Vediamo un altro scatto, questa volta preso dalla partita contro il Pescara. Sempre sul lato sinistro, un triangolo scolastico a metà campo taglia praticamente tutta la difesa, confermando le difficoltà del duo Emerson-Fazio.


In fase di non possesso solitamente è Strootman a portare il primo pressing in uscita, questo forse per permettere a Nainggolan di poter rifiatare per il momento in cui ci sarà da trasformare l’azione da difensiva a offensiva. Trovare fasi di isolamento nei pressi dell’area (dove Mandzukic o più facilmente Higuain sono maestri nella gestione del corpo a corpo) potrebbe creare, sempre nell’uno contro uno, situazioni favorevoli come accaduto nel derby di due settimane fa, sempre Fazio protagonista.

Per concludere: in fase di transizione i giallorossi denunciano una certa ritrosia a rientrare (forse sintomo di una condizione non eccellente di alcuni elementi sempre presenti in questi due mesi, e causa infortuni di altri), a cui si unisce un non perfetto affiatamento dei difensori, dove il rientro di Rudiger ha dato stabilità sulla destra mentre non si può dire altrettanto per il lato opposto.

Qui sotto, per esempio, una linea di fuorigioco non perfetta.


Sabato sera i riscontri sul campo: gli spazi ci sono, starà ai nostri sfruttarli al massimo.

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