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Con i “Se” non si vince

Finalmente inizia la champions.

Ore 20

Scopri che Pjanic parte dalla panchina. Boh, sarà affaticato, il giocare bene tecnicamente e tatticamente è un credo, avrà qualche problema fisico.

Ore 20:40

Un’attesa speciale, credo per tutti, dopo un’estate piena di frasi a effetto da parte di tutta la rosa della Juventus, dal magazziniere al presidente. Frasi che ti hanno fatto gasare e pensare che sì, quest’anno vedremo una squadra che finalmente se la giocherà a viso aperto e andrà a imporre il suo gioco, azzannerà il girone e metterà in cassaforte il primo posto, vitale per ottenere in seguito un sorteggio molto più favorevole agli ottavi.

Ore 21

E invece inizio a pensare che no, qualcosa  ricorda vagamente partite in cui si è dovuto sudare oltre il normale per fare un goal. Tra un errore di Khedira e il principio di azzoppamento da parte di quelli del Siviglia, la partita non promette per niente bene.

Man mano che la partita avanza, anche il vagamente viene presto accantonato per far posto alla certezza che la gara proprio non la si riusciva a capire, 3 difensori in linea dietro contro un Vazquez che parte dalla sua metà campo, con Evra in aggiunta che non spinge mai, con Asamoah che non attacca gli spazi, con Lemina che non verticalizza e un Dybala costretto a rientrare sino a metà campo per fare da raccordo lasciando Higuaín da solo in avanti.

Partita abbastanza maschia, Juve che non riesce a dare continuità di manovra, giro palla inesistente.

Ore 21:30

Finisce un primo tempo molto deludente, qualcuno dirà si poteva andare al riposo sul 2-0, così da iniziare con i primi “SE”:

SE Khedira, SE Higuaín, ma il tabellino dice 0-0.

Nell’intervallo ti aspetti che il Mister, molto bravo a leggere le partite e rivoltare la squadra soprattutto mentalmente, cambi qualcosa.

Ore 21:45

E invece si riprende sulla stessa falsa riga del primo tempo, Siviglia tutto dietro che non creerà un’azione nemmeno si giocasse sino a sabato, e noi ancora lì a tenere 3 difensori puri, con Evra a supporto e un centrocampo moscio che non dà opportunità agli attaccanti.

Ore 22:05

Finalmente entrano in campo Pjanic e Alex Sandro e si inizia a creare qualcosa di più, Dani Alves è più propositivo e anche Chiellini alza di parecchio il suo baricentro. La traversa di Higuaín, due anticipi sulla linea sui nostri attaccanti e il colpo di testa di Sandro ci consegnano altri tre “SE”:

SE la palla avesse sbattuto due centimetri più giù
SE Higuaín l’avesse presa bene al volo
SE quella di Sandro fosse entrata.

Ce ne sarebbe un quarto, ma a dire che quello su Pjaca fosse rigore proprio non ce la faccio.

Cosa penso di questa PRIMA Juve da Champions:

I giocatori buoni devono stare in campo, rinunciare a Pjanic e Sandro nella gara che apre i giochi e che devi vincere per mettere subito in chiaro le cose non puoi farlo, far giocare i titolari in campionato e viceversa in Champions lo abbiamo già visto qualche anno fa, basta e avanza.

Dire che ti aspettavi un Siviglia più propositivo e per quello ti sei coperto di più non lo condivido, sei la Juve, giochi in casa, vuoi spaccare il mondo e di certo l’ultima cosa a cui vorrei pensare è fare la partita sull’avversario.

La conseguenza è stata buttare letteralmente via sessanta minuti di partita in attesa di non si sa bene cosa, e quello che mi ha sorpreso di più è stata la mancanza di lettura della partita da parte del Mister, cosa che invece gli è sempre riuscita bene.

Non si capisce il perché del cambio ruolo su ruolo, ormai quelli di attaccare non ne hanno proprio intenzione, togli un difensore “inutile” e cerca di cambiare le carte in tavola, hai Cuadrado, hai Mandzukic, hai Pjaca, hai mille variabili e invece no.

Non siamo al livello del “moriremo tutti”, assolutamente, è pur sempre la prima gara di un girone, ma non per quello non si può non criticare quanto visto ieri.
Le aspettative erano altissime e sono state disattese, sia a livello tecnico che a livello mentale.

Troppa pressione? Se dichiari di volerla vincere è una normale conseguenza.

C’è tutto il tempo per migliorare e non si è compromesso nulla, però io sono stanco di arrivare all’ultima partita con la neve, la grandine, gli Ocalan e maledire i punti lasciati per strada prima.

Abbiamo uno squadrone, bisogna entrare in campo e far capire da subito all’avversario che aria tira.

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