“Che cosa abbiamo fatto al calcio per salvare gli arbitri e le loro debolezze? E quanto dovremo accettare i loro errori, le loro applicazioni da pura meccanica classica? Hanno fatto il deserto e la chiamano tecnologia”. Parole sacrosante di Mario Sconcerti, che non sottoscriviamo solo perché, nel nostro infimo, le abbiamo dette già prima che il Var venisse introdotto, e ripetute fin dalla sua prima applicazione (ops, contro la Juve: quando il caso dice la combinazione, avrebbe chiosato Totò). Che Sconcerti e buona parte del circo mediatico che ruota intorno al calcio italiano se ne siano resi conto solo ieri, al 49° e 50° (!) rigore per fallo di mano, non depone a favore della sua/loro intelligenza. Che ne parlino solo dopo che il vantaggio lo ha avuto la Juventus, non depone a favore della loro onestà intellettuale.
E magari poco importa che il primo atalantino porti le braccia dietro la schiena e poi le rimetta davanti, non l’avesse fatto… E niente importa che Muriel faccia una cretinata che poco ha a che vedere con i demenziali protocolli o commi 22 applicati alla fattispecie.
Ma essendo indulgenti e fiduciosi nella dignità di categoria, formuliamo un invito: Sconcerti e i suoi colleghi aprano un bel dibattito; Sky faccia un bello speciale, scrutinando tutti e 50 (cinquanta! Per fallo di mano! in 32 giornate! È o non è una barzelletta?) i rigori, parlatene, parliamone, se siete seri. E invitate gli allenatori, fateli parlare a ruota libera, con sincerità, fategli dire se qualcuno non sta già suggerendo, o addirittura allenando i suoi a crossare direttamente sulle braccia altrui (ieri a un certo punto lo ha fatto palesemente Jordan Lukaku contro il Sassuolo, sbagliando mira perché i piedi son quel che sono).
E magari, fosse solo per sentirsi dire “non possiamo, scusate” invitate anche gli arbitri, al limite il solo Rizzoli.
Scommettiamo che non succederà?