Connect
To Top

Dagli all’untore: storia della Supercoppa

Quando succedono queste cose si cerca un colpevole invece di cercare i problemi. Quando si cercano solo i colpevoli si rimuove qualcuno, di solito l’allenatore, che certo paga per tutti, ma non si risolve il problema.” Parole e musica di Julio Velasco.
Il colpevole della sconfitta in Supercoppa è ovviamente Mattia De Sciglio, ma altrettanto ovviamente non basterà rimuovere De Sciglio dalla formazione per risolvere i problemi, visto che gli errori sono sempre gli stessi: questa squadra sbaglia le scelte di gioco, spesso e volentieri.

Dal momento che alcuni degli errori di ieri sera sono stati fatti anche in finale di Champions League, mi chiedo: sono congeniti all’ignoranza di alcuni calciatori o si possono risolvere? Perché di lezioni alcuni di questi calciatori ne hanno ricevute più d’una, ma visti i risultati non sembra siano state imparate, visto che sono recidivi.

Uno dei problemi più grossi sono le palle perse in uscita. Ho smesso di contarle quando i porconi hanno preso il sopravvento, ma vi posso assicurare che sono state tantissime, esattamente come in finale di Champions. Prevengo l’obiezione: lì Bonucci c’era. Inutile nascondersi che la sua partenza non sarà certo d’aiuto a risolvere questo problema che, però, pare essere “congenito”.
Ad ogni modo, il primo a beccarsi i miei insulti pesanti è stato Alex Sandro, che al minuto 28’50” tenta di emulare l’azione che aveva portato al terzo gol del Real: raccoglie una palla vagante al limite dell’area, la controlla, si guarda in giro e sceglie di servire Khedira al centro (!!!), Milinkovic gli ruba palla e va agevolmente al tiro. Ovviamente la scelta corretta era di lanciare lungo, allargare sulla fascia verso Chiellini, dall’altra parte verso Barzagli, ricominciare dal portiere o qualsiasi altra cosa gli fosse venuta in mente: una palla orizzontale, dall’esterno verso il centro dell’area, con il giocatore ricevente pressato, non si mette mai, per nessun motivo.

Visto che Alex Sandro non c’è riuscito, ci pensa Benatia a replicare fedelmente l’azione del terzo gol del Real. Allora gli interpreti furono Alex Sandro e Mandzukic, oggi è la volta di Benatia e Cuadrado.
La squadra è posizionata per l’uscita, con Pjanic basso tra i due centrali difensivi, Khedira sulla sua verticale e gli esterni difensivi larghi per ricevere il pallone. Il passaggio più semplice è a destra, per Barzagli; quello più complicato è il cambio lato verso Alex Sandro, al limite per Chiellini; quello da non fare è in verticale per Cuadrado, già pressato. E infatti… Cuadrado anticipato, palla presa, lancio in profondità per Immobile e rigore per la Lazio.

Notare che entrambi gli errori non sono provocati dal pressing della Lazio, bensì dalla dabbenaggine degli interpreti. E questi sono solo due esempi, ma le palle perse in uscita, come dicevo, sono state molteplici.

Anche il secondo gol della Lazio lo possiamo imputare a un errore di Benatia, che si fa sovrastare da Immobile sul colpo di testa. Ma non è l’unico a sbagliare in quell’azione.
La Juve è disposta difensivamente con le due solite linee da 4, che però non sono perfette perché Khedira è fuori posizione, essendo uscito in pressing. La palla scorre a destra, verso l’esterno della Lazio. Mandzukic, invece di accorciare sul portatore di palla (linea gialla), arretra inspiegabilmente fino al limite dell’area, a occupare la zona tra Chiellini e Alex Sandro (freccia rossa). Alex Sandro si trova così a fronteggiare un 2 vs 1 e sceglie di mantenere la posizione; quando si decide a uscire incontro al laziale ormai è tardi e l’avversario ha già crossato, del tutto indisturbato. Nel frattempo il ritardo di Khedira costringe Chiellini ad assorbire l’inserimento del centrocampista laziale; solo che in questo modo si creano 3 situazioni di 1 vs 1 all’interno dell’area. Benatia infine non contrasta Immobile, che può quindi colpire di testa in arretramento. Sicuramente poteva fare di più e meglio, ma come si vede non è l’unico errore dell’azione.

E veniamo al terzo gol.

La Juve in fase di non possesso si dispone difensivamente col solito 442, coi terzini stretti. La palla scorre da sinistra a destra, passando dai centrali laziali. Radu allarga a destra, per Lukaku, su cui accorcia Douglas Costa. Lukaku, chiuso, restituisce palla all’indietro a Radu, che serve il centrocampista davanti a lui, su cui accorcia Khedira.

A questo punto la palla torna a Lukaku, che parte in profondità. Douglas Costa accenna a seguirlo ma si ferma quando vede che De Sciglio sta uscendo a chiuderlo. Come vedete da questa immagine, gli abbinamenti sono tutti fatti e seguono il naturale svolgimento dell’azione. Le due punte aspettano l’inserimento dei 3 centrali e questo consente di avere un uomo in più che crei superiorità numerica difensiva. Di solito la si sfrutta all’interno dell’area, con i terzini che stringono per aiutare i centrali difensivi, ma che all’occorrenza escono ad aiutare gli esterni sul raddoppio. In questo caso De Sciglio era stretto in marcatura vicino a Barzagli.

Nel momento in cui Douglas Costa non segue il suo uomo tutte le marcature saltano e comincia un complesso sistema di scalate, che fallisce miseramente. De Sciglio esce su Lukaku mentre dall’altra parte intanto lo scambio di marcature tra Alex Sandro e Bernardeschi non va a buon fine: Murgia stringe al centro e Alex Sandro non lo prende in consegna.
Lasciare un terzino solo 1 vs 1 non è mai una buona idea: ricordate il quarto gol di Asensio nella finale di Champions League? Ecco, è identico. De Sciglio ormai saltato commette l’ulteriore errore di entrare in scivolata invece di accompagnare l’uomo sul fondo, ma sarebbe bastato il raddoppio di Douglas Costa per costringere l’esterno laziale a ricominciare l’azione all’indietro. Al centro nel frattempo neanche lo scambio di marcature Chiellini-Alex Sandro su Murgia va a buon fine, Pjanic è a sua volta in ritardo e la frittata è fatta.

Per curiosità vi ho anche segnato le marcature come erano ad inizio azione.

A tentare di chiudere alla disperata su Murgia sarà proprio Bernardeschi (segnato con la stella ndr), che contrariamente a Douglas Costa ha seguito il suo diretto avversario fin dentro l’area.

Ma se proprio volete trovare qualche altro colpevole, vi ripropongo l’azione che al 3′ minuto poteva spaccare la partita. Chiellini lancia Alex Sandro sulla sinistra. L’esterno brasiliano stoppa il pallone ma, invece di servire sulla corsa Cuadrado, sceglie di stringere verso l’area, perdendo però un tempo di gioco.

Nel frattempo Cuadrado, invece di puntare il secondo palo, continua la sua corsa in diagonale dritto per dritto, finendo per schiacciarsi sul primo palo, dove è correttamente posizionato il portiere laziale. Questa combinazione di scelte sbagliate dei due giocatori fa si che lo specchio di porta si riduca al minimo, col risultato che Cuadrado finisce per centrare il portiere.

E questo non è che un assaggio, perché la gara è stata giocata orrendamente dalla Juve.

Insomma, se volete trovare dei colpevoli, c’è l’imbarazzo della scelta. Invece, se vogliamo analizzare i problemi alla ricerca delle soluzioni, non resta che ribadire quanto già detto nella finale di Champions League, visto che i problemi palesatisi sono gli stessi: Barzagli non può fare il terzino destro, perché fa solo una delle due fasi; Mandzukic non può fare l’esterno sinistro alto, perché non ne ha le caratteristiche; la squadra sbaglia troppe scelte di gioco in uscita, e per questo subisce spesso gol.

Bruciare sul rogo De Sciglio (o chi per lui) per un errore non risolverà nessuno di questi problemi.

7 Comments

Lascia il tuo commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Tecnica e Tattica