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Deregulation dei procuratori: ecco a cosa andiamo incontro

In un periodo nel quale il 90% del lavoro viene settorializzato con lo scopo di aumentare la professionalità e la qualità del servizio offerto, il sistema calcio (uno dei business più importanti al mondo) ha deciso di andare completamente contro corrente aumentando così, anziché la professionalità, l’improvvisazione e l’incompetenza e “abilitando” di fatto tutti gli abusivi che, per incapacità e impotenza, non risultavano idonei ad esercitare legalmente la professione di Agente di Calciatori per la propria federazione .

Ma andiamo con ordine.

Affinché L’Agente di Calciatori (più comunemente chiamato Procuratore) potesse svolgere questa professione poteva iscriversi al relativo Elenco solo a condizione che avesse conseguito la licenza, superando un esame a detta di tutti molto complicato (in media su 1000 partecipanti solamente il 20% di essi riusciva a superarlo).

Si trattava di un esame i cui argomenti erano, tra gli altri, gli Statuti FIFA e FIGC, le NOIF (Norme Organizzative Interne FIGC), il Codice di giustizia sportiva FIFA e FIGC, i regolamenti FIFA, i codici disciplinari ed altre normative.

L’esame era articolato con casi di specie nei quali il candidato deve risolvere comuni eventualità che sovente un Agente deve affrontare.

Di seguito alcuni esempi.

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Caso 1

Il giocatore argentino Theo Tanner, nato il 1 settembre 1988, era stato tesserato e preparato dal Club argentino C.F. Catedral, un club di categoria 3, dal 10 gennaio 2000. Il 1 gennaio 2001 il calciatore firmò un accordo di addestramento biennale con il C.F. Catedral, secondo il quale il club pagava tutte le spese relative alla sua attività calcistica, più una somma addizionale mensile di 100 dollari statunitensi (d’ora in avanti USD). Durante questi due anni, Theo rimase tesserato come dilettante. Il 1 gennaio 2003 Theo firmò un contratto professionistico con il C.F. Catedral valido fino al 31 dicembre 2005, e fu perciò tesserato per la prima volta come professionista. Il 1 gennaio 2006, Theo firmò un contratto di impiego triennale con il club danese F.C. Copen, un club di categoria 2. Il calciatore venne tesserato con il club danese lo stesso giorno. Il 10 luglio 2006 Theo venne prestato al suo ex club C.F. Catedral fino al 31 dicembre 2006. Dopo tale data, il calciatore ritornò al F.C. Copen dove giocò e fu tesserato per l’intero 2007 e 2008. Il 1 gennaio 2009 Theo fu definitivamente trasferito al club sudafricano di categoria 3 F.C. Sandton. In merito alle questioni finanziarie di quest’ultimo transfer, l’accordo di transfer tra F.C. Copen e F.C. Sandton faceva menzione di un’indennità di trasferimento di 200.000 USD che sarebbe dovuta essere pagata dal F.C. Sandton al F.C. Copen. Inoltre l’accordo conteneva una clausola menzionante che l’indennità di transfer di 200.000 USD non includeva alcun titolo aggiuntivo riguardante l’indennità di formazione.

N.B.: La stagione calcistica in Argentina segue l’anno solare, in altre parole dura da gennaio a dicembre di ogni anno. In Danimarca la stagione calcistica inizia il 1 luglio e termina il 30 giugno dell’anno seguente.

Qual è l’indennità di formazione che ha diritto di ricevere il C.F. Catedral dal F.C. Copen per la formazione di Theo?

a) euro 160.000

b) euro 360.000

c) euro 390.000

Qual è l’indennità di formazione che ha diritto di ricevere il F.C. Copen dal F.C. Sandton in relazione al transfer di Theo oltre all’indennità di transfer stabilita contrattualmente?

a) USD 0

b) USD 25.000

c) USD 25.833

Qual è l’indennità economica che ha diritto a ricevere il C.F. Catedral dal F.C. Sandton come contributo di solidarietà per la formazione di Theo?

a) USD 0

b) USD 4.000

c) USD 4.500

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Caso 2

Il 1 gennaio 2009 il calciatore giapponese Hiro firmava un contratto di impiego con il club giapponese F.C. Fukuoka Tigers valido per 5 anni. Lo stesso giorno la società di management per lo sport e lo spettacolo Tumico Ltd concludeva un contratto con l’F.C. Fukuoka Tigers secondo il quale la Tunico Ltd “acquisiva il 25% dei diritti federativi ed economici del calciatore Hiro dell’ F.C. Fukuoka Tigers”. Col passare del tempo Hiro cominciò ad essere deluso della sua situazione con l’F.C. Fukuoka Tigers, dove fù impiegato in meno del 10% delle gare ufficiali disputate dal club, e verso la fine della stagione 2008/2009, entrò in trattative con il club sud coreano F.C. Rapid Pusan che promise di fargli un’offerta migliore di quella dell’F.C. FukuoKa Tigers. Soddisfatto dall’offerta dell’F.C. Rapid Pusan il calciatore Hiro informava la FIFA, entro 15 giorni dall’ultima gara ufficiale della stagione 2008/2009 dell’F.C. Fukuoka Tigers, della sua intenzione di rescindere il contratto con il predetto club giapponese per giusta causa sportiva e firmava un contratto di impiego con l’F.C. Rapid Pusan il 15 giugno 2009. Una volta ricevuta dalla Federazione Calcio Coreana la richiesta per il Certificato di Transfer Internazionale del calciatore, la Federazione Calcio Giapponese rifiutava di concedere la liberatoria internazionale per il calciatore Hiro per via delle obiezioni dell’F.C. Fukuoka Tigers e della Tumico Ltd, vale a dire richieste di indennizzo economico per la partenza del calciatore. Tuttavia il 1 luglio 2009 il Giudice Unico della Commissione per lo Status dei calciatori decideva di autorizzare la Federazione Calcio Coreana a tesserare provvisoriamente il calciatore Hiro per il suo club F.C. Rapid Pusan.

Quale dei seguenti enunciati è corretto?

a) Avendo partecipato a meno del 10% delle gare ufficiali disputate dall’F.C. Fukuoka Tigers durante la stagione 2008/2009 ed avendo informato la FIFA della sua intenzione di rescindere il contratto con il club giapponese entro 15 giorni dall’ultima gara ufficiale della stagione disputata dal club, il calciatore Hiro ottemperava a tutti i prerequisiti necessari per la risoluzione del proprio contratto di impiego con il F.C. Tukuoka Tigers per giusta causa sportiva.

b) Il calciatore Hiro non risolse correttamente il proprio contratto di impiego con l’F.C. Fukuoka Tigers secondo quanto stabilito dalle regole governanti la giusta causa sportiva.

c) Solo nel caso che il calciatore Hiro fosse stato dichiaratamente un professionista gli sarebbe stata riconosciuta la debita risoluzione del contratto di impiego per giusta causa sportiva.

Ipotizzando che Hiro non invochi la giusta causa sportiva dinanzi la FIFA, ma lasci semplicemente l’F.C. Fukuoka Tigers per via del migliore contratto offertogli dall’F.C. Rapid Pusan senza avere debitamente informato il club giapponese o la Tumico Ltd,

quale dei seguenti enunciati è corretto?

a) Dato che la Tumico Ltd contrattualmente “acquisiva il 25% dei diritti federativi ed economici del calciatore Hiro”, sia la Tumico Ltd che l’F.C. Tukuoka Tigers sono legittimati a citare il calciatore dinanzi la FIFA per violazione del contratto.

b) Solamente l’F.C. Fukuoka Tigers può presentare un reclamo dinanzi la FIFA contro il calciatore Hiro per violazione del contratto.

c) Né l’F.C. Fukuoka Tigers né la Tumico Ltd hanno titoli per presentare un reclamo contro il calciatore Hiro per violazione del contratto dinanzi gli organismi deliberanti della FIFA poiché questi ultimi possono prendere in esame solo controversie internazionali.

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Perché parlo al passato?

Perché dal 01 aprile 2015 nel mondo del calcio è entrata in vigore una nuova figura che va a sostituire quella dell’Agente FIFA ovvero l’intermediario.

In pratica la FIFA ha letteralmente cancellato una professione regolamentata e selettiva permettendo di fatto l’accesso incontrollato a chiunque e aumentando la proliferazione di “dilettanti allo sbaraglio” senza nessuna conoscenza della materia

Dal 1 aprile qualsiasi soggetto, persona fisica o giuridica, potrà operare come intermediario pagando una quota annuale di iscrizione in un nuovo registro e autocertificando la propria onorabilità (!) passando così da una attività regolamenta a livello Nazionale ed Internazionale ad una libera piazza dove chiunque potrà accedere.

Potranno tranquillamente presentare la domanda di iscrizione anche soggetti condannati in via definitiva per reati come appropriazione indebita, truffa, corruzione, violenza privata, sostituzione di persona, evasione, resistenza a Pubblico Ufficiale, poiché sono tutti delitti NON colposi puniti con una pena inferiore a cinque anni.

Tutto questo a mio modo di vedere porterà, come detto, ad un accesso incontrollato all’attività di figure non professionali e la possibilità di ingresso delle cosiddette “lobby” malavitose grazie ad un semplice prestanome.

Il rischio più grande lo correranno i giovani calciatori che verranno affiancati da questi improvvisati.

I campioni affermati che ben conoscono il mondo del calcio infatti continueranno a farsi assistere da persone competenti che conoscono regolamenti e codici. Professionisti loro, professionisti i loro agenti.

I ragazzini che si apprestano a giocare i loro primi campionati importanti o anche la prima stagione da professionisti, come potranno farsi consigliare da individui che fino al giorno prima facevano tutt’altro e di regolamenti nulla conoscono? Come potranno i genitori “affidare” i loro figli nelle mani di chi, molto probabilmente, non saprà quale sarà la mossa giusta da fare per il loro figlio? E se fosse un prestanome di un gruppo poco raccomandabile?

“Mi ha chiamato il Direttore Sportivo per propormi il contratto”

“Mio figlio compirà 14 anni. La società mi ha chiamato per firmare il vincolo. Cosa devo fare?”

“Ora che la squadra è retrocessa dai Professionisti ai dilettanti cosa succede?”

“La società è fallita. Come ci dobbiamo comportare?”

Sembrano domande facili a cui dare una risposta ma non è assolutamente così. Si tratta di passaggi fondamentali per la “carriera” di un ragazzo e solo chi ha studiato e ha acquisito esperienza sul campo può consigliare al meglio.

Purtroppo uno sbaglio può costare caro e a volte anche un professionista con anni di esperienza può sbagliare figuriamoci chi l’esperienza non l’ha.

Fortunatamente le 2 associazioni di categoria (l’AIACS e la IAFA) stanno lottando contro questa deregulation con azioni nei confronti sia della FIGC che della FIFA poiché non reputano corretta questa scelta di “liberalizzare” la professione. Siamo solo all’inizio. La speranza è che si torni ad una selezione della professione attraverso ad un esame che possa, come accadeva in passato, accertare chi veramente può svolgere l’attività di rappresentanza perché a conoscenza di regolamenti e perché ha i requisiti necessari.

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