“Finché teniamo la palla noi, non ce l’hanno gli altri e, mi raccomando, facciamo correre la palla perché, a differenza nostra, la palla non si stanca”. Non so se siano state proprio queste le parole di Allegri nello spogliatoio durante il prepartita. So solo che questo mantra viene ripetuto nelle scuole calcio da decenni e, per quanto il calcio si evolva e si sviluppi, questa prima lezione rimane sempre in auge. Il possesso palla non è altro che la massima espressione del bel gioco: ci si può accapponare nel muovere la sfera da sinistra a destra e da destra a sinistra, ma vedere l’avversario correre dietro a quell’oggetto rotondo senza mai raggiungerlo o intercettarlo è un piacere per gli occhi.
La terza trasferta della Juve nella capitale croata termina finalmente con una vittoria. I due precedenti, uno in Mitropa Cup e l’altro nella Coppa delle Fiere, entrambi negli anni Sessanta, si erano chiusi con due sconfitte. I ragazzi di Allegri passeggiano sulle macerie di una squadra inesistente, disorganizzata e senza un’idea di gioco. L’ex squadra di Pjaca e Mandzukic ha cercato, per novantadue minuti, solamente di limitare i danni. Il recente cambio di allenatore non ha dato la scossa giusta all’ambiente e le due importanti cessioni estive, quelle di Pjaca stesso e di Rog, hanno lasciato un buco enorme nella qualità della squadra.
La gara è stata un monologo bianconero, con la Juve completamente padrona del campo e della partita. I ragazzi allenati da Allegri hanno stabilmente occupato la metà campo avversaria anche se facevano, almeno all’inizio, fatica a concludere verso la porta: l’undici croato, infatti, era barricato al limite della propria area con il solo scopo di intercettare i filtranti che avrebbero potuto mettere in porta gli attaccanti argentini della Juve. In apertura di gara un contrasto su Pjanic ha tenuto con il fiato sospeso tutto l’ambiente bianconero ma, poco dopo la metà del primo tempo, proprio il fantasista bosniaco ha aperto le danze: lancio verticale al bacio di Bonucci, difesa croata incantata nel provare la trappola del fuorigioco e Pjanic deposita con un tocco vellutato la sfera alle spalle del giovanissimo portiere avversario Semper. Sette minuti più tardi è il Pipita Higuaín a mettere la prima ipoteca sulle sorti del match con un tap-in di sinistro dopo un bellissimo stop di petto in corsa, per ammaestrare un lancio calibrato dello stesso Pjanic. Chiudono i conti un sinistro al fulmicotone di Dybala (finalmente la Joya si è sbloccato, al suo primo tiro in porta in questa partita) e una punizione di Dani Alves deviata prima dalla barriera e poi dal loro estremo difensore, dopo un tentativo goffo di respinta.
La Juve esce da Zagabria con tre punti e la testa del girone a pari merito con il Siviglia. Non è stato sicuramente questo un test probante per i bianconeri, ma la goleada è stato un primo segnale e una prima risposta alle tante critiche ricevute dopo le gare con Inter, Siviglia e Palermo. La Juve c’è, non che nessuno lo avesse dubitato ma molti si aspettano sempre quel qualcosa in più, soprattutto sul piano del gioco, da questa squadra che è stata finalmente imbottita di parecchi campioni.
Ho notato, poi magari le statistiche mi smentiranno, che gli attaccanti tirano poco in porta. Contro una difesa di burro, ho contato due tiri di Higuaín (il secondo è andato a segno), uno soltanto di Dybala (gran bel gol da trenta metri), uno di Pjaca e uno di Mandzukic. Non è facile trovare pertugi con le difese schierate (i primi due tiri della gara li ha effettuati infatti un centrocampista, Hernanes) però sembra che, una volta arrivati nella zona calda, si ecceda nel cercare il dialogo soprattutto nello stretto, andando spesso a sbattere contro il loro muro. Alle volte viene più facile, e la partita contro il Cagliari ne è la prova, segnare dopo una corta respinta del portiere piuttosto che finalizzare una elaborata ragnatela di passaggi.
Ma questo è solo il mio modo di vedere. Godiamoci la vittoria e cerchiamo di affrontare la pausa con più serenità possibile.
Fino alla fine… e anche oltre!
Forza Juve!