La giustizia ordinaria ha espresso le sue sentenze definitive, tuttavia la qustione Calciopoli è abbastanza lontano dal definirsi chiusa. Fin troppi sono ancora, e molti temo lo saranno per sempre, i punti oscuri della vicenda, e uno di questi riguarda una questione principale, in sede di giustizia sportiva, ovvero la disparità di trattamento subita dalla Juventus rispetto ad altre società, una in particolare, rispetto ai medesimi comportamenti tenuti dai rispettivi dirigenti. Le telefonate nascoste e poi ritrovate, lo scudetto revocato alla Juvents e assegnato a tavolino a quella società che, proprio in merito a quelle telefonate, non ne aveva i requisiti.
In questi giorni l’argomento torna ad essere caldo e i motivi sono presto detti, così abbiamo fatto tre domande a Nino Ori, un amico che su questo sito non ha bisogno di presentazioni, basta dire Juventinovero.com
Partiamo subito con le domande:
1. Il 9 ottobre prossimo saranno passati 30 giorni dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza di Cassazione per il Processo di Calciopoli. Vuoi dirci perché è così importante questa scadenza in merito all’utilizzo del tanto acclamato art.39, quello relativo alla richiesta di revisione di un processo sportivo?
Il 9 ottobre scadono semplicemente i 30 gg dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza di Cassazione. L’art.39 non “scade” mai: per appellarsi alle sentenze sportive mediante l’art.39 non ci sono termini di prescrizione.
L’art.39 del Cgs prevede la possibilità di riaprire procedimenti anche già chiusi e inappellabili, in presenza di nuovi elementi. Dalla scoperta di nuovi elementi decisivi (scoperti dopo la sentenza o omessi all’epoca della stessa), o nel caso in cui prove incriminanti siano state riconosciute non veritiere successivamente ai verdetti sportivi, ci sono 30 giorni di tempo per richiederne l’applicazione.
L’impugnazione per la revocazione va richiesta alla Corte federale entro 30 giorni dalla certificazione dei nuovi elementi. Il 9 ottobre saranno trascorsi 30 giorni dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza di Cassazione. Dato che l’avv. Giulia Bongiorno (uno fra i legali più apprezzati d’Italia) fa parte del CdA della Juventus da circa 3 anni, immagino che conoscano scadenze e modalità operative, e che la Juventus sia in buone mani.
Qualora si intendesse chiedere l’applicazione dell’art.39 in base agli elementi emersi nella sentenza di Cassazione (visto il contenuto delle motivazioni, mi sembra difficile), allora lo si dovrebbe fare entro il 9 ottobre. Qualora non ci fosse (come sembra probabile) nulla di utile in quella sentenza, bisognerà aspettare un’altra sentenza o pronunciamento. Oppure (come è possibile che stiano facendo) trattare magari con la Figc sulla base di altri elementi.
2. Ritieni questa l’ultima opportunità per usare il jolly oppure si può attendere l’esito del ricorso al TAR?
Per la Juventus si tratta anche e soprattutto di una battaglia politica verso la Figc. Una battaglia complessa, anche in funzione delle prese di posizioni ondivaghe di Tavecchio. Senza dimenticare che il processo di Napoli ha comunque escluso la responsabilità civile della società Juventus. Non so cosa faranno, ovviamente, ma credo che sia un bene che agiscano “a fari spenti”.
3. Stamattina (ieri n.d.r) Ruggiero Palombo, sempre ben informato (eufemismo) sulle questioni di giustizia sportiva lancia il più classico dei “pizzini”: Tavecchio chiederà i danni alla Juventus. Cosa bolle in pentola, secondo te?
Ognuno nella vita può chiedere quel che gli pare a chi gli pare. Così come ognuno (e non sempre è un bene) può scrivere ciò che gli pare, magari anche in funzione di chi glielo suggerisce. Resta il fatto che in nessuno dei 3 gradi di giudizio del processo penale la Juve è mai stata giudicata responsabile civile per la vicenda calciopoli.
Grazie dei preziosi chiarimenti e puntualizzazioni, Nino.
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