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Empoli-Juve: una vittoria è poca, due non son troppe

C’era una volta la Juve di Massimiliano Allegri che non doveva far altro che preoccuparsi di “giocare bene tecnicamente” visti i nomi che componevano la squadra: i bianconeri erano una vera e propria macchina da guerra, vincente nel campionato italiano ma che doveva solamente scrollarsi di dosso i timori e le paure di cui soffriva per riuscire a fare altrettanto anche in Europa. Al suo primo anno alla guida della Vecchia Signora, il tecnico livornese si è dimostrato in grado di vincere su tutti i fronti nel territorio italiano e di essere un bravo stratega nel riuscire a scardinare o addirittura distruggere le linee Maginot di cui disponevano le altre compagini europee. Quella Juve si giocò ad armi (quasi) pari anche l’ultima battaglia, dove però le scorie delle precedenti dispute avevano lasciato in eredità al tecnico una squadra non brillantissima dal punto di vista fisico e, purtroppo, anche mentale.

Dopo il rimescolamento delle carte avvenuto in estate, quel “giocare bene tecnicamente” è stato ora accantonato e messo in soffitta vista la delicata situazione in classifica. Vincere due partite consecutivamente, il minimo indispensabile per una squadra di vertice, si sta rivelando un’impresa alquanto ardua per i bianconeri. Se, come già più volte scritto in questo sito, la costruzione della rosa non è stata impeccabile da parte degli uomini mercato (non c’è un modulo che si sposi perfettamente con questi nomi e soprattutto non ci sono giocatori che permettano al tecnico di attuare l’unico credo calcistico da lui concepito), il magro bottino raccolto fino ad ora in campionato non ammette alibi e il peso delle responsabilità da attribuire ad Allegri cresce di settimana in settimana.

Che la Juve sia ancora alla ricerca della giusta quadratura, lo si capisce dai continui cambi di formazione operati dal tecnico, partita dopo partita. L’unica certezza che emerge è la difesa a 4, sempre utilizzata salvo in situazioni estemporanee di gioco o in momenti chiave della partita. Il rientro di Lichtsteiner, dopo lo stop forzato per l’operazione al cuore, riporta Barzagli (era diventato lui il terzino titolare) in panchina. Non è così scontato che lo svizzero possa già giocare due partite di fila e, in questo senso, arriva come una manna dal cielo anche il completo recupero di Caceres. Se semplicisticamente (ma giustamente) si suole dire che le partite si vincono a centrocampo, è proprio questo reparto il tallone d’Achille della squadra bianconera. L’uomo chiave, in termini di quantità e personalità, è Sami Khedira: con il tedesco in campo la Juve ha sempre ottenuto risultati utili, ma questi due infortuni (il primo dei quali molto serio) patiti a inizio stagione stanno condizionando le scelte del mister che probabilmente deciderà di non rischiarlo in questa delicata trasferta e anche se il centrocampista bianconero si aggregherà poi alla nazionale tedesca.

Nell’ultima conferenza stampa, Allegri sembra più tranquillo e meno nervoso rispetto alle ultime uscite. La speranza è che la squadra abbia almeno trovato una compattezza a livello caratteriale e di gruppo, con tutta la squadra decisa e determinata a raggiungere gli obiettivi fissati in estate. Non ho mai temuto che ci fosse qualcuno che remasse contro al mister, ma un gruppo non solido e compatto rischierebbe di sortire quasi lo stesso deleterio effetto.

L’avversio, l’Empoli, è una squadra che gioca un bel calcio. Il tecnico Giampaolo, che si è fatto conoscere ai tempi dell’Ascoli Calcio (in cui veniva affiancato da Silva, se non ricordo male, unico tra i due in possesso del patentino per la categoria), ha ereditato una bella realtà dopo il lavoro di Sarri negli ultimi tre anni. Se è vero che la squadra che è stata una delle rivelazioni della passata stagione ha perso diversi giocatori cardine di quell’ossatura, la conferma di giocatori come Saponara (all’ultimo anno, se non all’ultimo bimestre, in Toscana), Tonelli, Mario Rui e Pucciarelli ha contribuito a questo buon inizio di campionato. L’allenatore dei toscani ha definito la Juve “una bestia che non dorme mai”. Probabilmente è vero, ma finora si è visto un felino non troppo feroce né troppo affamato.

 

Fino alla fine…ed anche oltre!

 

Forza Juve!

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