Non vi preoccupate, non saranno le ennesime righe sull’addio di Conte. Lo sappiamo che tutto parte da lì, ma è inutile tornarci. E’ interessante invece soffermarsi sulla gestione del passaggio di consegne (ovviamente ideale) che c’è stato fra il tecnico salentino e Massimiliano Allegri.
La Juve proviene da un ciclo di tre scudetti vinti e con un patrimonio tecnico (sistema di gioco, ritmi, filosofia di interpretazione della gara) di primissimo livello. Ma, lo dico subito, nonostante tutto ritengo necessario uno strappo con la precedente gestione. In realtà, essa è già avvenuta con l’addio di Conte e considero, anche dal punto di vista tecnico/tattico, ogni soluzione transitoria non “di rottura” come debole e pericolosa. Un allenatore deve imporre le proprie idee e rendere chiara la paternità delle scelte tecniche in campo, per conquistare autorevolezza all’interno e credibilità all’esterno. L’obiezione che Allegri è arrivato a luglio è corretta e doverosa , ma ciò non cambia l’analisi dei dati di fatto. Ovviamente non si tratta di buttare a mare un lavoro ed un gioco che la squadra sa interpretare a occhi chiusi, ma di voltare pagina fin da subito: siamo comunque in fase di preparazione estiva, se non ora, quando?
Nelle uscite ufficiali che abbiamo giocato, Allegri ha presentato il 352 dello scorso anno con lievi differenze interpretative (più ripartenze veloci, maggiori verticalizzazioni). Solo sporadicamente si è visto un sistema diverso, in questo caso un 433 con Coman e Pepe (forse le due note più liete di questa estate, in attesa di Morata) nel ruolo di esterni. Tutti sostengono che comunque Allegri porterà la squadra verso sistemi di gioco più vicini al suo “credo”; allora perché non provarli da subito? Se è perché mancano gli uomini, non è una bella cosa a mercato aperto da due mesi e più.
E infatti, specularmente, il ragionamento può essere trasferito al mercato. Una società con vincoli di bilancio importanti e con una potenza di fuoco già più o meno saturata, non può non seguire un’unica stella polare nella scelta dei profili da ricercare ed ingaggiare. Le idee devono essere chiare e gli sforzi mirati. Vogliamo proseguire con il 352? Lavoriamo molto sui rincalzi per fortificare la rosa e le possibilità di turnover e andiamo avanti. Vogliamo cambiare sistema, magari rendendolo più coerente con le convinzioni tattiche del neo allenatore? Colmiamo i buchi nei ruoli vacanti fra i titolari con scelte di alto profilo e puntelliamo con il restante budget la quadra. Ho sempre creduto che siano poco efficaci le soluzioni intermedie, le scelte guidate dalla logica del cerchiobottismo tattico. Il sistema di gioco di riferimento deve essere uno e ogni scelta di mercato e di preparazione deve essere in funzione di esso. Ovviamente è fondamentale avere anche la possibilità di schierare assetti alternativi, ma solo e fintanto che ciò ti è permesso dalle caratteristiche degli uomini a disposizione, scelti comunque in funzione di un’unica idea di gioco.
Le perplessità legate al mercato restano comunque anche al netto del ragionamento sul sistema di gioco scelto. Un attaccante esterno con determinate caratteristiche (dribbling, velocità, capacità di inventare fuori dagli schemi) a mio avviso ci serve come il pane in ogni caso. Assodato che i vari Sanchez, Reus, Griezmann sono irraggiungibili per gli attuali standard di bilancio bianconeri (ma che comunque non avrebbe avuto senso prendere se si fosse convinti di voler rimanere ancorati principalmente al 352) ricordo che da un bel pò abbiamo il controllo del cartellino di Berardi. A quanto Berardi ha avuto paura di “perdersi” nelle retrovie bianconere. Ma potrebbe darsi che la Juve non sia riuscita ad essere convincente, perché magari non è neanche convinta lei stessa sulla direzione da prendere.
E Vidal? La gestione della sua conferma o della sua cessione stabiliranno per quanto mi riguarda la caratura dell’attuale dirigenza. Una dirigenza che ovviamente si è dimostrata preparata e vincente, ma è anche in grado di gestire dinamiche da top club e movimenti con numeri e crismi da top player? Senza alcuna preclusione su ogni possibile soluzione legata al fantastico giocatore cileno, ho sempre e solo sostenuto che qualunque scelta sarebbe stata corretta solo se degnamente preparata, ragionata e pianificata. Vedremo.
La mia impressione è che l’attuale estate bianconera sia stata contraddistinta da una certa dose di confusione. Cause e scusanti le conosciamo bene, inutile tornarci. Ma ammetto che, per la prima volta dall’insediamento di Andrea Agnelli, ho l’impressione che in questa estate si sia costruito poco, in termini di upgrade dell’undici titolare (ma quale sarà?) e dell’intera rosa. Restano ancora due settimane, speriamo siano importanti.
Ogni stagione parte con un margine di imponderabilità. Spero di sbagliarmi, ma forse in questa estate , per una società che vuole confermarsi in Italia e avere un salto di qualità in Europa, tale margine si sta rivelando un po’ troppo ampio.
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