Tornerà un altro inverno, cadranno mille petali di rose,
la neve coprirà tutte le cose, e forse un po’ di pace tornerà.
Estate… che ha dato il suo profumo ad ogni fiore,
l’estate che ha creato il nostro amore, per farmi poi morire di dolore.
Odio l’estate, odio l’estate…
Così recita il testo di una canzone di Bruno Martino di quasi sessant’anni fa. Canzone diventata nel tempo uno tra i pochi (se non l’unico) pezzo italiano tra gli standard del jazz mondiale. Per inciso, gli standard nel jazz sono quei brani che prima o poi un jazzista importante deve divertirsi a eseguire.
Ora, io l’estate la odio davvero, da sempre. Perché fa caldo, e non sopporto il caldo. E perché c’è il calciomercato, e non sopporto il calciomercato. Odio perfino parlarne.
Da una quindicina di giorni a Torino circola questa voce… almeno, io il primo messaggio nel quale se ne parlava l’ho ricevuto un paio di settimane fa.
Cristiano Ronaldo alla Juventus… è possibile?
Possibile sì, ma molto difficile: finanziariamente è follia. Però anche Higuaìn due anni fa era follia… e la follia l’hanno fatta. Di certo ci stanno lavorando sopra. Inutile sbilanciarsi: è un’operazione fattibile (con l’intervento del gruppo), e ci stanno provando. Oggi ne parlano tutti. E non si può non parlarne.
Va premesso che il fatto che una cosa sia possibile non implica che debba poi necessariamente accadere. E questo è bene ricordarlo sempre.
Il problema principale non è certo il cartellino, il problema vero è ovviamente l’ingaggio.
Finanziariamente è follia… come quando (oltre 20 anni fa) la Ferrari ingaggiò Schumacher, facendolo pagare al gruppo Fiat e alla Marlboro. Lui voleva (cifre a caso) 100, non importava chi glieli avrebbe dati. Finì che la Ferrari gli diede 10, e Fiat e Philip Morris gli diedero 90. E lui diventò uomo-immagine dell’intero gruppo.
Cosa che sarebbe potuta accadere (non mancava molto) anche 4-5 anni fa con il possibile ritorno di Ibrahimovic, grazie ai buoni rapporti di Nedved con Raiola.
Non molto diverso da quanto poi fatto dallo United con Pogba: parte dei compensi li percepisce come ingaggio dal Manchester Utd, per il resto ci pensa Adidas. Ma a lui e Raiola suppongo freghi poco.
Senza l’appoggio del gruppo non si fa proprio nulla (come fu per Higuaìn due anni fa)… ed è già complicatissimo col gruppo alle spalle, figuriamoci senza.
Aggiungerei un elemento, non secondario ma fondamentale, per non rimanere bloccati dai limiti (legittimi e giusti, per carità) imposti dai princìpi contabili.
Secondo me, è importantissimo aver stabilito (con l’affare Cancelo, pagato caro) un buon rapporto anche con Mendes. In passato ce la siamo cavata benino con Joorabchian (per l’arrivo di Tévez), mentre Raiola è un partner storico (Nedved, Ibra, Pogba), anche in virtù dell’amicizia con Pavel. Se si vuole fare affari ad alto livello (come compete alla Juventus) e avendo soldi e prestigio internazionale, mi pare sia inevitabile intrattenere, mantenere e consolidare dei buoni rapporti con quella gente lì.
Oggi la Juventus già di suo, per via dell’aumento dei ricavi, può permettersi molto più di quanto poteva permettersi un paio d’anni fa. Anche se, come sappiamo, la Juve chiuderà presumibilmente il bilancio 2017/18 con 20-30 mln di passivo. E due anni fa fece comunque l’operazione Higuain (sempre con l’appoggio del gruppo).
Il gruppo FCA può anch’esso permettersi di più rispetto al passato, soprattutto nell’ottica di puntare ai mercati asiatici (ma anche a quelli americani).
CR7 non è solo un giocatore di calcio, è un’azienda.
La partnership con quell’azienda può permettere ricavi (nei 3-4 anni, ma eventualmente anche oltre) a oggi difficilmente immaginabili. Si tratterebbe, è del tutto evidente, di un’operazione di marketing straordinaria.
Inoltre, dal punto di vista sportivo, è perfino inutile precisare cosa significhi avere in squadra uno come lui… Da quando è al Real (9 stagioni) ha giocato tra campionato e coppe 438 partite, segnando 450 goal. Nell’ultimo anno: 44 partite, 44 reti.
In media, ogni anno Cristiano Ronaldo ha fatto 48-49 partite e segnato 50 reti. Oltre naturalmente alle partite e ai goal fatti con la sua nazionale.
Il problema della Juventus è sempre stato: come facciamo a competere con le corazzate come Real e Barça con i nostri ricavi commerciali? Questa mi sembra essere un’occasione per aumentarli in maniera importante e per fare quel salto di qualità “definitivo” che tutti vorremmo.
Per evitare di rimanere sempre una società che se la gioca tra le prime 10, e per diventare una di quelle che stanno stabilmente tra le prime 3. Dal punto di vista dei risultati sportivi lo siamo (quasi) già, il gruppo che abbiamo alle spalle è solido. Potrebbe (dico potrebbe) essere il momento buono.
Per i calcoli sui numeri, l’impatto sul bilancio, gli studi di fattibilità, le analisi di previsione sui ricavi attesi, etc… rivolgetevi a quelli bravi. O direttamente alla società Juventus. Io sono solamente un vecchio tifoso, un tifoso che odia l’estate e odia il calciomercato.
Detto ciò, ribadisco che una cosa possibile, lavorandoci sopra nei modi giusti, può anche accadere. Ma non è affatto detto che accada.
E poi, come ben sappiamo, quelli che devono (come ogni anno) festeggiare sotto l’ombrellone sono altri, mica noi…
Summertime… and the livin’ is easy,
fish are jumpin’, and the cotton is high.
Oh your daddy’s rich and your ma is good lookin’…
so hush little baby, don’t you cry…
Ecco, il tema è lo stesso, ma queste parole sono invece tratte dal pezzo che rappresenta LO standard del jazz mondiale. L’hanno eseguito e cantato davvero tutti. Suggerirei comunque, per chi vuole emozionarsi, di ascoltarne la versione di Ella & Satchmo.