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Fuoco amico

La vittoria/non vittoria della Juventus al Santiago Bernabeu di ieri potrebbe riempire, e forse riempirà, pagine e pagine di retorica su quello che poteva essere e non è stato, sull’impresa di battere i Campioni d’Europa in casa loro e tenere atterriti i suoi tifosi, schiacciati sui propri seggiolini fino al regalino dell’arbitro all’ultimo secondo, sul significato di “Fino alla Fine” tanto caro a noi gobbi, sulla frase di Trapattoni “La Juve è un drago a sette teste…” eccetera.

In questa sede, oggi, qui e ora non mi interessa. Mi sembra roba da tremendismo granata (Mondonico mi perdoni) o da “storico vantaggio al Bernabeu”, roba da perdenti insomma. Forse fra qualche anno cambierò idea e la memoria tornerà alla serata di ieri come una delle più belle di sempre, ma oggi no.
E speriamo mai.
Noi siamo la Juve, il più glorioso e vincente club italiano, ultimo baluardo del movimento calcistico nazionale mentre tutto intorno cade a pezzi. Unica squadra insieme all’Atletico Madrid a provare, nonostante armi impari, a scalfire l’incontrastato regno di Sua Altezza Cristiano Ronaldo e Sua Maestà Lionel Messi.

E allora oggi mi girano, perché in una serata così avrei preferito essere eliminato dall’ennesimo colpo vincente di CR7 e non da un coniglio tirato fuori dal cilindro di un giovane mago inglese dallo sguardo da ragazzino coi brufoli.

Tuttavia, oltre la delusione c’è tutto l’orgoglio bianconero per una compagnia data in gita a Madrid ma che invece ha sfoderato tutta la classe e la forza di cui dispone per ribaltare il pesante smacco interno di una settimana prima.
Già, volevo arrivare proprio qui, alla forza di questa squadra, alla bravura del suo allenatore, alle potenzialità che solo un cieco poteva non notare (e mi perdonino pure i ciechi).

Di cosa pensano o dicono i tifosi avversari non mi interessa molto, nemmeno io sarei pienamente obiettivo nei loro confronti, perché il tifo distorce il giudizio.
No, è ai nostri colleghi di tifo che voglio rivolgermi, a quelli che sono sempre alla ricerca di un allenatore più capace, di quel mediano più forte, di quella punta più decisiva.

AVETE ROTTO IL C****.

Oggi è un florilegio di complimenti alla squadra, di esaltazione collettiva, di una tifoseria finalmente unita nel osannare i propri idoli e mettersi a difesa della dignità dileggiata dal destino (o chi per lui)
Alla buon’ora, facce di bronzo!
Doveva servire la partita di ieri ad aprirvi gli occhi sulla grandezza di questa Juventus?!?
Mi tocca continuamente leggere di “qualità abbassata”, di “centrocampo da rifare”, di gente da cacciare via perché ormai al tramonto. E poi che accade?
Che primo e secondo gol al Santiago Bernabeu sono confezionati dagli assist di Khedira e Lichtsteiner e dalle incornate di Mandzukic, tre di quelli che molta gente tra i nostri vorrebbe sempre in panchina, come minimo.

Ora, non voglio scadere in discorsi di cosa è giusto o sbagliato che un tifoso dica a proposito della propria squadra del cuore, né mi sento più juventino di altri solo perché ho sempre sostenuto di avere, anche quest’anno, una grande squadra e un allenatore capace di ottenere il meglio dal materiale a disposizione. No, non sono un ispettore della motorizzazione. Né vorrei passare per un caporale della fazione opposta, quella che qualunque cosa accada è sempre pronta a difendere col paraocchi società e allenatore. Per inciso, la gara di andata è pesantemente condizionata dalle scelte di Allegri che, in cuor suo, sarà sicuramente consapevole degli errori commessi.
Mi piacerebbe soltanto, come detto altre volte, che lo juventino se la tirasse di più, che non avesse quel morbo di cui accusiamo la squadra, il famigerato “cagotto” da Champions. Perché sempre più spesso ho la netta sensazione che la tremarella venga ai tifosi e non ai calciatori. Tifosi sempre pronti a denigrare i propri colori in nome di una non meglio specificata voglia di “avere di più”. Agli spasimanti (giusto per fare un esempio) di Guardiola, allenatore che a dispetto di Allegri gode di quella fondamentale narrazione secondo cui lui sia un maestro di calcio (e lo è, ci mancherebbe) mentre Allegri navighi a vista nella speranza che qualcuno, in ogni partita, gli tolga le castagne dal fuoco con una giocata estemporanea.

AVETE ROTTO IL C****.

Guardiola, che prende imbarcate a frotte da diversi anni a questa parte non appena il livello della competizione supera l’asticella posta al livello Southampton, Besiktas o Napoli; l’allenatore che lontano dai Messi-Iniesta-Xavi-Busquets-Puyol e via discorrendo ha lo stesso palmares di un Manuel Pellegrini, di un Roberto Mancini, di un Antonio Conte o di un Laurent Blanc.
In base a quale criteri dovrei rimpiangere di non avere lui in panchina al posto di Allegri?
(Aggiunta per i finti tonti: non sto schifando Guardiola, ndr)

Abbiamo passato nove mesi e una settimana a invidiare il centrocampo del Real Madrid, andare in estasi recitando ad libitum la litania Kroos-Casemiro-Modric, l’ho fatto anche io. Le partite di Cardiff e Torino ci avevano presentato un divario all’apparenza incolmabile tra il nostro centrocampo e il loro, anche se una settimana fa non avevo avuto la stessa sensazione di inferiorità rispetto al secondo tempo in terra gallese.
Poi ieri assistiamo alla rivincita di altri campioni, questa volta in casacca gialloblu. Campioni che hanno costretto Zinedine Zidane ad ammettere l’inferiorità togliendo due dei suoi soldati che ritenevamo invincibili, prima il tuttofare brasiliano poi il regista croato. Un cambio di programma per tentare di mettere un freno allo straripante avanzare dei bianconeri che, colpo su colpo, stavano riportando la parità nel doppio confronto.
A fine partita l’orgoglio juventino è venuto finalmente fuori ed è sfociato nella rabbia di tutti quando il sogno dell’impresa è sfumato all’ultimo, come nel più classico dei colpi di scena.
Benvenuto, caro tifoso juventino, benvenuto a bordo di questa meravigliosa nave da guerra (la metafora del carro ha rotto il c**** anch’essa), ti aspettavamo da tempo.

C’è stato bisogno di una serata fantasticamente orribile per portarti sottocoperta, ora che fai?

AVETE ROTTO IL C**** coi vostri piagnistei, avete una squadra fantastica da tifare, forse ve ne siete accorti un po’ tardi.

 

 

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