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Genoa-Juve 0-2: si è accesa una lanterna

La trasferta di Genova, a prescindere da quale squadra delle due si vada ad incontrare, è storicamente ostica per la Juventus. In questo caldo pomeriggio di fine settembre è il Genoa di Gasperini l’avversario da battere per dare una svolta decisa alla stagione, dopo la convincente vittoria in rimonta nella gara di Champions League all’Ethiad Stadium di Manchester.

Il Grifone si presenta alla sfida con tre punti in altrettante partite ed è una squadra di molto indebolita dalle partenze per Milano, sponda rossonera, di Niang, Bertolacci e Kucka ma soprattutto per la cessione alla Roma di Iago Falque, vera rivelazione dello scorso campionato. Nonostante questo, il tecnico Gasperini, che è cresciuto allenando le giovanili della Vecchia Signora, ha preparato la partita in maniera molto puntigliosa a livello tattico, schierando i suoi uomini con una difesa a 5 ed un centrocampo molto compatto ed aggressivo.

Negli occhi degli uomini di Allegri si legge chiaramente la tensione per una vittoria assolutamente da raggiungere dopo la falsa partenza nelle prime tre gare di campionato, come lo stesso mister ha sottolineato sabato nella conferenza stampa della vigilia. Il tecnico della Juve conferma il 4-3-3 che ha bloccato gli ingranaggi del Manchester City con il francese Lemina dal primo minuto al posto di Hernanes. In attacco vengono riproposti gli uomini che hanno giocato mercoledì, con il capocannoniere bianconero Dybala di nuovo in panchina. Barzagli rileva Bonucci in difesa mentre vengono confermati anche i due esterni bassi, Evra e Lichtsteiner.

La Juve ha, in formazione, il centrocampo più giovane del campionato con tre ragazzi classe 1993. E’ una scelta non poco rischiosa di Mister Allegri che però si rivela azzeccata: all’esuberanza di Pogba viene affiancata la corsa ed il dinamismo dell’ex Sturaro e la fisicità di Lemina. L’ex OM ha svolto una buona gara di contenimento eccedendo però a volte nel troppo agonismo, sfociato, in alcune occasioni, in falli da posizioni pericolose.

La difesa chiude la prima gara, dopo Shangai, senza subire gol. Buffon è stato praticamente inoperoso, ben aiutato da Chiellini e Barzagli che hanno sempre stroncato sul nascere le trame offensive rossoblu.

La ricerca della vittoria a tutti i costi non rende la partita bella da vedere: sono molti i contrasti e gli scontri fisici, mentre poche sono le occasioni vere da gol. La svolta frizzante alla partita arriva al 20esimo minuto, con l’ingresso di Pereyra che rivela Morata, uscito nuovamente per infortunio (è un inizio di stagione davvero travagliatissimo per l’attaccante spagnolo).  El Tucu, schierato da esterno sinistro d’attacco, diventa la seconda variabile impazzita nello schema tattico di Allegri dopo Cuadrado: ora il modulo della Juve è una sorta di albero di Natale  con due trequartisti dietro Mandzukic. Proprio l’ex attaccante di Atletico Madrid e Bayern Monaco si rivela impacciato e poco lucido in un’azione di contropiede che vedeva la Juve nettamente in superiorità numerica. Il Genoa tiene più il possesso della palla rispetto ai bianconeri, ma non arriva mai a concludere nella porta difesa da Buffon.

Le altre occasioni degne di nota sono due colpi di testa di Capel ed Evra finiti sul fondo ed un bel contropiede sull’asse Mandzukic-Cuadrado con il colombiano anticipato prima di concludere in porta. Al minuto 37 si sblocca finalmente la partita: Pereyra guadagna il fondo a sinistra, ubriaca De Maio con un paio di finte e pennella per Pogba un cross da spingere in rete; il numero 10 bianconero colpisce clamorosamente la traversa e, sul rimpallo, la palla carambola in rete dopo aver colpito il portiere Lamanna. Poco prima dell’intervallo, l’ennesima galoppata di Cuadrado porta al secondo giallo per Izzo che lascia il Genoa in 10 uomini: i ragazzi allenati da Gasperini rischiano di capitolare dopo un contropiede di Pereyra concluso con un tiro-cross finito nelle mani del portiere ligure.

Per tutta la ripresa, la Juve amministra la partita con Mister Allegri che più volte urla “Muovila!” ai suoi giocatori. Il secondo tempo è un susseguirsi di azioni pericolose dei bianconeri che però non si concretizzano nel raddoppio. Il gol che chiude la partita arriva su rigore realizzato da Pogba al 61′, dopo un nettissimo fallo di Diogo Figueira su Chiellini.

Le notizie brutte non si limitano alla prematura sostituzione di Morata e allo spavento per quel “rimbalzo” anomalo del ginocchio di Cuadrado: Mandzukic viene sostituito da Simone Zaza (esordio anche per lui con la nuova maglia) ma fa cenno alla panchina di aver sentito tirare il bicipite femorale della coscia.

Gli aspetti positivi, più che dalla prestazione della squadra (la partita non era per nulla facile e nessuno si aspettava la goleada), arrivano principalmente dai tre punti finalmente conquistati. Molto positiva la prova di Cuadrado e Pereyra che, da trequartisti/esterni d’attacco possono rappresentare una variabile tattica da utilizzare anche nelle prossime partite, soprattutto con gli uomini d’attacco che ora sono contati.

In attesa dei referti medici, ora testa alla gara interna contro il Frosinone per confermare quanto di buono fatto vedere oggi.

La corsa è appena iniziata e, finalmente, abbiamo iniziato a superare gli ostacoli.

Fino alla fine….ed anche oltre!

Forza Juve!

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