Ho letto l’articolo di Matteo Nuzzo pubblicato l’altro giorno e vorrei fornire una lettura completamente diversa.
L’unico punto al quale risponderò in maniera netta e precisa è che non è assolutamente vero che la gran parte dei tifosi non vuole più Allegri. Attenzione agli effetti distorsivi dei social network: una minoranza molto chiassosa può farsi passare per maggioranza.
Trovo assurdo che si continui ancora a discutere sul “bel giuoco”. Aspetto sempre che qualcuno mi dia una definizione di “bel giuoco”, ma fintanto che nel calcio vincerà chi segna un gol in più, io troverò bello qualsiasi cosa che permetta alla mia squadra di vincere. Sul “bel gioco” e “giocare bene” rimando a questo magistrale articolo di Stefano Moscarda.
Nella finale di Champions League del 1998 avrei dato chissà cosa per “uno dei 300 gol di ginocchio di Inzaghi” e non c’è milanista che non ami alla follia ogni singolo gol da lui segnato che li ha portati alla vittoria.
Non ricordo chi giocò meglio la finale del 1999 tra United e Bayern Monaco, ricordo solo che lo United ribaltò tutto con due gol a tempo scaduto, entrambi erano due correzioni sottoporta di tiri sbagliati.
Non credo che ci siano tifosi dei Red Devils che si siano messi a discutere se avevano giocato bene o male. Prendi, incarti, porti a casa e metti in bacheca.
Il risultato è l’unico dato oggettivo, fatevene tutti una ragione: Allegri ha vinto per quattro volte consecutive l’accoppiata scudetto – Coppa Italia.
In Champions League è stato fermato solo dal Barcellona e dal Real Madrid entrambi “ingiocabili” (e nonostante tutto li ha eliminati entrambi in altre edizioni) e dal Bayern Monaco più per errori individuali che per altro.
Sì, in Italia abbiamo la rosa più forte e la panchina più lunga ma se prestaste realmente attenzione alle parole dei giocatori dopo la vittoria dell’ultimo scudetto o alle lacrime di Barzagli dopo la vittoria per 2-3 sull’inter forse vi rendereste conto che non è precisamente così semplice.
Non è un videogioco di calcio in cui basta mettere gli undici migliori in campo.
E qui arriva il lavoro di Allegri, se non lo volete o sapete vedere non credo ci sia nulla che io possa dire ora, in questo articolo, perché tutto parte dal presupposto che non vi piace il gioco di Allegri: la capacità di gestire la rosa e i giocatori, l’intelligenza nel saper cambiare e adattarsi alle partite e nelle partite, i numeri stessi verranno sempre messi in secondo piano rispetto alla vostra idea da divano su “come dovrebbe giocare la Juventus”.
Anche io vorrei vincere partite spettacolari con vendemmie di gol, e Allegri ci aveva sinceramente provato a inizio anno con il risultato di avere una squadra squilibrata e insicura. Vi ricordate quanti gol subivamo a inizio anno? I titoloni sulla difesa della Juventus che soffriva la mancanza di Bonucci? Del resto lo aveva detto Chiellini che “i senatori” andavano in difficoltà all’idea di subire gol.
La ricerca dell’equilibrio è allora diventata fondamentale per non perdere partite. Blindare nuovamente la difesa era la strada per rassicurare i giocatori e vincere le partite e quindi il campionato.
Se vogliamo uscire dall’ansia del “clean sheet” a me va bene, basta essere consapevoli che possono arrivare sia gli Udinese-Juventus 2-6 che i Sampdoria – Juventus 3-2.
Ognuno dei quattro scudetti è stato caratterizzato dalla ricerca delle soluzioni migliori per vincere. È una questione filosofica: definire un sistema di gioco e portarlo avanti fino alla fine indipendentemente da tutto e morire nella propria coerenza, oppure scegliere la via della flessibilità, dell’intelligenza, della gestione, dei moduli e sistemi di gioco che cambiano di partita in partita e all’interno della partita stessa.
Io credo che la Juventus debba continuare con Allegri perché ha dimostrato il carattere e l’intelligenza per saper gestire le situazioni più critiche trovando soluzioni che ci hanno portato a vincere a ripetizione.
La Juventus di oggi non si trova alla fine di un ciclo: dall’avvento di Andrea Agnelli la società ha ragionato sempre in termini di costanti miglioramenti e aggiustamenti, rinnovando continuamente la rosa per dare ogni stagione una nuova spinta e nuove motivazioni.
In questo momento Allegri rappresenta una eccellenza che garantisce alla società di poter inserire i nuovi acquisti e farli rendere al meglio e lo ha dimostrato nel corso di questi anni in cui tutti hanno migliorato il proprio gioco e le proprie prestazioni.
Cambiare tanto per cambiare e cedere alla piazza (una parte della piazza) non ha senso e non è da Juventus. Se Allegri ha le motivazioni giuste per ripartire dopo un meritato periodo di stacco e la Juventus – come credo – ha intenzione di portare avanti un rinnovamento in continuità con quanto fatto in questi anni ci sono tutte le condizioni per continuare insieme.
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