

Dieci luglio 2018: la Juventus acquista il giocatore più forte del mondo. La società domina in Italia da anni, ha acquisito una superiorità tecnica ed economica invidiabile e creato un divario (apparentemente) incolmabile con le avversarie italiane. Anche in Europa non se la cava male: è di gran lunga la migliore delle italiane e in questi 4 anni (con Allegri) solo Real, Barca e Bayern (le 3 società top mondo) sono riuscite a eliminarla.
Insomma, una società al top in Italia, irraggiungibile per chiunque ancora per molti anni, in crescita costante e riconosciuta ed apprezzata in Europa, che aveva appena messo la ciliegina Ronaldo sulla torta.
Oggi, neanche 3 anni dopo, siamo qui a veder festeggiare gli interisti, in un campionato in cui siamo stati in corsa solo fino a dicembre, eliminati in Europa da due squadre mediocri quali Lione e Porto, con un bilancio disastrato e un futuro incerto.
Com’è stato possibile dilapidare un così ampio vantaggio in sole 3 stagioni?!?
Ovviamente a causa di una sequela di scelte sbagliate. Ok, ma da dove vengono queste scelte sbagliate?
Storicamente la Juventus è sempre stata una società impermeabile ai malumori dei tifosi e dei giornali (e anche per questo l’ho sempre ammirata): periodicamente però sembra che senta il bisogno di essere “riconosciuta e accettata”, come un’adolescente qualsiasi, e comincia ad andare dietro alle cazzate di tifosi e giornali, con esiti sempre nefasti.
E non potrebbe essere diversamente, per ovvi motivi, e così è stato anche questa volta.
Senza scomodare Giambattista Vico, cosa è successo di nuovo e anzi d’antico, sotto il sole della stampa italiana?
Per prima cosa, si è cominciato con lo screditare l’allenatore della Juve, attaccandolo non sui risultati, perché impossibile, bensì su una cosa che non esiste: il bel gioco. Schiere di personaggi che avevano evidentemente a cuore il futuro della Juventus (Caressa, Bergomi, Adani, Marchegiani, La Gazzetta, Repubblica etc etc) non perdevano occasione di rimarcare che sì, la Juve vinceva, però non divertiva (loro, perché io mi divertivo molto più allora che adesso). Film già visto.
L’eliminazione con l’Ajax diede la stura ad una nuova linea di attacco: la Juve perde perché non pratica un calcio europeo.
Ora. Che cosa è mai “il calcio europeo”? In cosa differisce dal calcio che si pratica in Italia o in altri campionati? Domanda che mi sono sempre posto ma a cui nessuno ha saputo darmi una risposta convincente.
Si gioca forse con palloni diversi? Su campi con misure diverse? Si gioca in 12? Con regole diverse? Hanno abolito il fuorigioco? Non c’è l’arbitro? Le porte sono più grandi? Le partite durano 60 minuti? In cosa è diverso il calcio europeo?
Due cose.
Di diverso c’è che si incontrano le squadre più forti del mondo e si gioca contro i giocatori più forti del mondo.
Giocatori più forti significa che sono più bravi tecnicamente, ossia sono più veloci, precisi e rapidi nel controllare il pallone e rigiocarlo, che commettono meno errori sia in fase di trasmissioni che di conclusione, che sono dominanti fisicamente. Tutto questo fa sì che il il gioco “sembri” diverso ma, ritengo, perfettamente riproducibile anche in Italia, se si disponesse degli stessi interpreti.
Infatti, tutte le squadre giocano allo stesso modo sia in Champions che nel loro campionato.
L’altra diversità è che la Champions è molto più soggetta agli episodi e alla fortuna di arrivare al momento decisivo con tutti i giocatori più forti nella condizione migliore. I giocatori più forti sono “più forti” perché meglio sanno sfruttare gli “episodi positivi” e concedono meno “episodi negativi” agli avversari. Siamo tutti d’accordo che se devi giocare un quarto di finale con un chupa chups al posto di Lewandowski hai più probabilità di essere eliminato? Sì?
Indovinate cosa succede se incontri squadre molto forti, zeppe di giocatori che sanno sfruttare al meglio gli episodi che capitano a favore? Possiamo dire che hai maggiori probabilità di perdere, quale che sia il tuo gioco? E quanto ha senso parlare di “predominio della tattica sugli interpreti” e subito dopo sostenere che “è una competizione di episodi”?
Siccome solo la Juve aveva l’occasione di confrontarsi con le squadre più forti del mondo, solo alla Juve poteva capitare la sfortuna di perdere. Da qui, non si sa bene perché, “la Juve non ha DNA europeo”.
Prima squadra ad aver vinto tutte le competizioni europee.
Boh.
A ogni modo, sta di fatto che cavalcando i destrieri di nebbia del bel gioco e del DNA europeo, i media sono riusciti a convincere molti che fosse un bene liquidare Allegri, col risultato di sostituirlo con due allenatori tanto improbabili quanto inadatti a sedere su una delle panchine di una squadra tra le più forti al mondo. E i risultati sono qui a dimostrare la bontà della scelta.
Adesso è partito l’attacco al giocatore più forte che abbiamo in rosa: CR7. Crosetti, Gamba e i soliti giornali sono arrivati a definirlo perfino dannoso. Perché? Boh. Da quando è alla Juve ha segnato 97 goals: 77 nel campionato di Serie A, 14 gol Champions, 6 nelle altre competizioni, cui si aggiungono 22 assist. Considerando che ha giocato 10.868 minuti, tra gol e assist ha contribuito a un gol ogni 91 minuti. Letteralmente, con lui in campo si parte da 1-0. Però è dannoso, dice Crosetti. Perché?
“Non fa i movimenti giusti”. Movimenti giusti “per cosa”, mi vien da chiedere? Ogni suo movimento è finalizzato al gol, è un attaccante e segna: cos’è che sbaglia? I numeri dimostrano che fa i movimenti giusti, eccome!
“È un problema il suo costo”. Ora. CR7 costa alla Juve circa 80 mln / anno. Il suo arrivo (stima Banca IMI) ha portato a un incremento dei ricavi, tra sponsor e merchandising, di circa 60 mln / anno. Ergo, CR7 costerà alla Juve, ammesso che se ne vada a zero alla scadenza del contratto, circa 80 mln (80 – 60 = 20 x 4 anni = 80). 20 mln all’anno.
Douglas Costa costerà alla Juve 106 milioni (21,2 mln all’anno), eppure non vedo guerre sui social per liberarsi del brasiliano.
Ma anche ammesso di voler considerare come acquisiti i contratti degli sponsor e pensare solo al risparmio di 80 mln, mettetevi lì e pensate a cosa può costare un attaccante FORTE, che sostituisca degnamente CR7, poi fate i conti e guardate cosa risparmierebbe la Juve.
Basta buttare a mare le zavorre per ottenere risultati decisamente superiori.
Mi raccomando, facciamo la stessa furbata di Allegri: mandiamolo via e per risparmiare sostituiamolo, che so, con Scamacca o, meglio ancora, con “lo spazio”. Vuoto, oserei aggiungere.
Vendere i giocatori migliori che hai in rosa, sostituendoli con gente più scarsa, mi sembra un’ottima strategia per garantire la competitività sportiva di una squadra.
Quella degli altri, ovviamente.
Da ultimo, ho visto riprendere l’attacco al “DNA Juve” facendosi forti delle parole di Dani Alves, altro vecchio cuore bianconero.
A parte che quando penso al Dani Alves bianconero riesco a ricordare: la musica di m… che ascolta, la moglie, il #commentotecnico e il fatto che sulle sue scarpe si è fatto stampare 06/06/15 (e credo non ci sia bisogno di spiegare, se uno è juventino, cosa significa quella data); ma a parte questo, che cosa è mai “il dna Juve”?
“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”: ecco cosa è il dna Juve.
Non temete, ultimamente l’abbiamo già sostituito con “il risultato non conta, conta il bel gioco”; “le sconfitte aiutano a crescere”; “bisogna estraniarsi dal risultato”.
A quanto pare, ci siamo già riusciti perfettamente: non c’è bisogno di affannarsi ancora! Adesso bisogna solo assicurarsi che non torni quella pessima attitudine di orientare le scelte in funzione della ricerca dei risultati, sia in campo sportivo che economico: non sia mai!!!
Ora. Che a gente come Adani, Bergomi, Gamba, il giornale color maialino in cui nascono interisti e simili stiano sulle balle il dna Juve, i giocatori più forti della Juve, uno degli allenatori più vincenti della Juve e le vittorie della Juve, ci può anche stare: che senta gli stessi discorsi da asseriti tifosi juventini, beh, lo trovo per lo meno strano.
Niente di nuovo sotto il sole, ahimé.
Nei miei abbondanti 40 anni da tifoso bianconero ricordo 4 Juventus particolarmente vincenti e particolarmente denigrate:
-la Juve del Trap, che nonostante giocasse con 3 attaccanti, 1 trequartista e un terzino che segnava più di un’ala e che ha vinto in Europa tutto quello che poteva vincere, veniva accusato di difensivismo e scarsa attitudine europea;
-la Juve di Lippi, che non potendo essere tacciata di nessuna delle cose precedenti (benché abbia vinto solo 1 delle 4 finali disputate), veniva attaccata per la prestanza fisica e atletica;
-la Juve di Moggi per gli arbitri;
-la Juve di Allegri per il bel gioco.
Niente di tutto ciò aveva la benché minima aderenza con la realtà, nonostante la grancassa dei soliti giornali e il sostegno di una frangia di tifosi bianconeri.
In tutti i suddetti casi, anche se per motivi diversi, si è accettato / deciso in società di smontare il giocattolo.
Perché?
Perché, come dicevo prima, periodicamente la Juve e una parte dei suoi tifosi sente il bisogno di essere non solo vincente ma anche amata e apprezzata, anche al di fuori della propria ristretta cerchia: rispunta la Juve “smile”.
Beh, lasciatemelo dire, non esiste una Juve “vincente e apprezzata”; esiste una “Juve vincente” e una “Juve apprezzata”: quella che perde.
La Juve vincente e lodata è una chimera e ancora una volta, andando dietro alle chimere, si è fatto il danno: porvi rimedio, nei precedenti casi, non è stata una faccenda di breve termine.
“Noto a livello popolare come boccalone, il persico trota è un eccezionale predatore. Questo pesce d’acqua dolce ingoia tutto ciò che si muove e passa per la sua bocca, afferrandoli pochi istanti dopo il loro contatto con l’acqua, ed è perciò facile preda anche di semplici esche. Trova condizioni ideali nelle acque ferme e limpide o nel basso tratto dei fiumi dove, dotato dell’attenzione e della curiosità tipica di un superpredatore, caccia prevalentemente a vista, lanciandosi in vivaci reazioni istintive e attacchi repentini. L’ampia diffusione e l’impatto sull’ambiente, specie a lungo termine, lo hanno portato ad essere inserito nella lista delle 100 specie più dannose al mondo“.
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