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In cerca della vera identità

Secondo 0-0 consecutivo, dopo quello di Milano in casa dell’Inter: stavolta la Juventus non riesce a superare il Borussia Monchengladbach, ultimo nel girone. A differenza della gara di campionato, i bianconeri non sono riusciti mai a pungere la difesa avversaria, soprattutto a causa di errori evitabilissimi negli ultimi 20 metri. Senza entrare nel merito, perché le questioni sarebbero infinite, si può dire, senza dubbio alcuno, che i risultati discontinui della Juventus non stanno di certo aiutando Allegri. Che a sua volta non è aiutato dai giocatori in campo.

Volendo analizzare alcune di queste situazioni, in generale si può affermare che regna una certa confusione tattica: dall’inizio della stagione l’allenatore ha provato tantissimi schemi di gioco, ognuno dei quali ha dato risposte, spesso negative. E’ un problema di adattamento del materiale umano a disposizione, e questo è stato detto tantissime volte. Ma è anche un problema di mancata crescita in quei giocatori che avrebbero dovuto segnare la svolta: uno su tutti, Pogba. Tanti, troppi gli errori e i palloni sprecati. Il discorso della numero 10 non regge, perché non è un numero di maglia a cambiare il modo di giocare. E non si diventa decisivi o inutili in poco tempo quando hai delle potenzialità come quelle del francese: se vuole, può. E’ forse una questione di troppa sicurezza dei propri mezzi, e questo lo porta ad essere molto fumo e poco arrosto, e in un periodo in cui servono i punti più che le prestazioni, pesa molto di più.

Altro dato da rilevare, e questo lo sostengo dall’inizio della stagione, è la poca compatibilità del tandem Morata – Mandzukic: se è vero che hanno risolto la sfida di Manchester, è anche vero che insieme non sono una coppia ben assortita: entrambi centravanti, anche se con caratteristiche diverse, non hanno la capacità di saper giocare la palla, di gestirla a mo’ di regista avanzato (cosa che potrebbe fare, e molto probabilmente sarà così, Paulo Dybala). Non è un caso che Allegri abbia provato a far girare tutti e quatto gli attaccanti per dare una scossa, che però non è arrivata. E i dieci minuti a Dybala sono davvero pochissimi. Questo dato, inserito in un contesto in cui le certezze latitano, emerge con tutta la sua forza.

Terza, ed ultima considerazione (anche se ce ne sarebbero ancora diverse), la certezza Cuadrado: una Juventus futura non può prescindere dal colombiano, e quindi da un sistema di gioco che sfrutti al 100% le fasce laterali. Non significa che il gioco debba passare esclusivamente per i piedi di Cuadrado, un po’ come accaduto a Milano, dove Evra ha visto pochissimo il pallone: si tratta di sfruttare al massimo delle capacità ciò che si ha a disposizione. Il vero problema della Juventus non è sostituire i vecchi, le passate fonti di gioco non esistono più: bisogna trovare altri sbocchi, altre fonti, altra linfa.

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