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Infortuni Juve: oggi come ieri?

A 4 mesi dall’avvio ufficiale della stagione 2015/16 ( il raduno a Vinovo è scattato il 20 luglio scorso) la Juve 2.0 di Allegri si ritrova sul groppone ben 19 infortuni muscolari: purtroppo in numero maggiore rispetto ai punti (18) accumulati in classifica dopo 12 partite. Buffon, Lichtsteiner e Mandzukic (ci sarebbe anche Caceres, ma ormai diventa davvero dura fare analisi di questo tipo sull’Uruguayano) sono gli ultimi in ordine cronologico, rientrati dalle rispettive Nazionali con lo stesso identico problema di natura non traumatica; un problema al flessore della coscia, anche se stando alle ultime notizie per il portierone la disponibilità per sabato non sembra a rischio (secondo le ultimissime notizie anche Lichtsteiner e Mandzukic dovrebbero essere disponibili per la partita contro il Milan n.d.r.).

Infortuni che si vanno ad aggiungere ad un elenco già lungo che in prospettiva, rischia di rinverdire i (ne)fasti del periodo 2008-2011: Barzagli (25 luglio: lesione primo grado adduttore coscia destra), Chiellini (29 luglio: lesione retto femorale coscia destra), Khedira 3 volte (29 luglio: sovraccarico muscolare; 1 agosto: lesione secondo grado bicipite femorale coscia destra, 31 ottobre: sovraccarico muscolare), Rubinho 2 volte (29 luglio: sovraccarico muscolare; in aggiunta un altro mese di stop tra settembre e ottobre) Morata 2 volte (5 agosto: lesione soleo polpaccio sinistro 20 settembre: problema ai muscolari addominali), Marchisio 2 volte (18 agosto: lesione retto femorale destro; 12 settembre: lesione adduttore coscia destra), Caceres (19 settembre: affaticamento muscolare) Mandzukic (20 settembre: lesione primo grado bicipite femorale coscia destra) Sturaro (29 settembre: problema al polpaccio) Asamoah (25 ottobre: lesione di primo grado al bicipite femorale della coscia sinistra) Padoin (10 novembre: stiramento al bicipite femorale).

Sul banco degli imputati c’è ovviamente quella supercoppa giocata l’8 agosto scorso a Shanghai e che ha costretto la Juve ad affrettare la preparazione tra un’amichevole e l’altra. “Il rischio era calcolato” disse Allegri alla vigilia del primo trofeo stagionale. Un rischio grande, eccessivo a posteriori, visto che da allora le cose sono poi notevolmente peggiorate: la Juve è entrata in un circolo vizioso fatto di squadra ridotta all’osso, risultati negativi, rientri forzati con il rischio di ricadute (vedi Marchisio e Pereyra) e di nuovo squadra ridotta all’osso.
Se i numeri in termini assoluti rischiano di non dare un’ indicazione reale del problema, il paragone con le scorse annate dovrebbe far scattare qualche campanello d’allarme a Vinovo: lo scorso anno non c’è stata la Supercoppa ad agosto, ma una tournée nel Sud-Est asiatico che aveva fatto storcere il naso a molti. Nonostante ciò e il fatto che in molti fossero reduci dalle fatiche del mondiale brasiliano, a questo punto della stagione i guai muscolari di Buffon e compagni erano arrivati a quota 10. Due anni fa invece, nella stagione dei 102 punti con Conte alla guida della Juve, gli infortuni muscolari a questo punto della stagione erano arrivati a 9.

Lo stesso Conte, nel 2012,fu costretto a gestire una situazione simile a quella dell’estate scorsa: l’11 agosto di quell’anno infatti la squadra fresca vincitrice del primo di quattro scudetti consecutivi, volò a Pechino per disputare la Supercoppa contro il Napoli, con ben 5 elementi ( Buffon, Barzagli, Bonucci, Pirlo e Giaccherini a cui aggiungere l’infortunato Chiellini) reduci dall’Europeo in Polonia e Ucraina dove la Nazionale di Prandelli arrivò in fondo alla competizione. Alla seconda metà di novembre gli infortuni muscolari erano 11.
Va anche detto che preparatori atletici e medici dello sport (leggasi l’intervista odierna di Ventrone, storico preparatore bianconero nella prima Era Lippi), spiegano da tempo che pur essendoci delle circostanze e delle scelte che possono aumentare il rischio infortuni, ci sono alcuni fattori che difficilmente possono essere prevenuti e che quindi prima di buttare la croce sulle spalle di Allegri e del staff, bisognerebbe avere informazioni che a noi comuni mortali non sono disponibili.

Eppure Allegri non ha mai ingigantito il problema cercando alibi anzi, prima della gara col Sassuolo aveva detto di “non essere preoccupato” . E’ indubbio però che il mister, già impegnato a trovare la “quadra” all’inizio di una stagione in cui si è deciso di dare linfa nuova ad un gruppo che nei precedenti quattro anni aveva dominato altrettanti campionati, si è visto complicare il suo lavoro da questa impressionante ecatombe. Basti pensare al centrocampo, reparto che dopo le partenze di Pirlo e Vidal, è stato privato per circa due mesi di Khedira e Marchisio: con il tedesco e il principino in campo la Juve non ha mai perso. E questo è uno dei fattori da tenere in conto se si nutrono ancora speranze di rimonta in campionato.

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