Perdere sì, ma non così. La quarta giornata di campionato si chiude nel peggiore dei modi per la compagine di Allegri. Una partita completamente incolore che sembrava un proseguo del pareggio interno in Champions League di solo qualche giorno fa. Il tecnico livornese ha schierato titolare Miralem Pjanic per la prima volta in cabina di regia. Il giocatore bosniaco non è mai riuscito però, in oltre novantacinque minuti, a dettare i tempi di gioco alla squadra.
Non si possono ovviamente attribuire tutte le colpe a un solo giocatore: va detto che le due mezzali sono state veramente poco presenti per non dire completamente nulle. Sami Khedira ha avuto due occasioni ghiottissime per portare in vantaggio la Juve ma un fuorigioco inesistente prima e un’amnesia del tedesco poi, hanno mantenuto il risultato momentaneamente sullo zero a zero. Asamoah è stato qualcosa di veramente inguardabile: sembrava un uomo trapiantato in un campo da calcio per la prima volta nella sua vita. Ogni palla ricevuta veniva scaricata al compagno più vicino dopo non meno di una dozzina di tocchi inutili che servivano solamente a far schierare l’avversario e chiudere puntualmente tutte le traiettorie di passaggio. Per non parlare poi delle innumerevoli palle perse in zone del campo altamente pericolose, una delle quali ha portato l’Inter a realizzare il gol vittoria con Perisic.
La difesa, perso Benatia per infortunio, ha tenuto abbastanza bene come ormai ci ha abituato da più di cinque anni. Il principale pericolo, Mauro Icardi, è stato contenuto abbastanza attentamente dalla BBC lasciandolo libero di agire in poche e pericolose occasioni: l’attaccante argentino, quinto o sesto nella scala delle graduatorie nella nazionale albiceleste, ha colpito un palo esterno con Bonucci in evidente ritardo nel raddoppio su Chiellini e ha poi realizzato il gol del momentaneo pareggio (morte, tasse, gol di Icardi alla Juve le certezze della vita) con un colpo di testa dopo gli sviluppi di un corner. In questo caso, la marcatura velleitaria è stata di Mandzukic ma non era sicuramente lui l’uomo più adatto per controllarlo.
L’attacco ha visto partecipare, come sta quasi sempre accadendo da agosto, tutti e quattro gli uomini a disposizione di Allegri. La coppia titolare, Dybala-Mandzukic ha deluso le aspettative. La Joya, colpito subito a freddo da un fallo volontario e mirato di Murillo, è sembrato avere il freno a mano tirato: costretto come sempre da un centrocampo poco presente a scendere oltre la metà campo per farsi vedere e ricevere palla, oggi è stato spesso fuori dalla manovra della Juve, per quel poco che questo termine possa rappresentare. L’ariete croato non è mai riuscito a concludere verso la porta e ha subito la fisicità e la partita quasi perfetta di Miranda, suo marcatore diretto. Mario non ha mai dato profondità alla squadra e in pochissime occasioni è riuscito a controllare la sfera e permettere ai compagni di rifiatare e di prendere campo. Higuain, subentrato al suo posto, si è messo in mostra per un colpo di testa che ha fatto trattenere il fiato a un Meazza tutto esaurito. Una spicciolata di minuti per Pjaca non permette, nuovamente, di giudicare la prestazione del ragazzo che probabilmente vedremo titolare mercoledì contro il Cagliari, magari anche con l’esordio stagionale di Cuadrado.
L’unica nota positiva della serata è rappresentata da Alex Sandro. Il terzino brasiliano è qualcosa di veramente spettacolare che fa brillare gli occhi solo ad ammirarlo: diagonali difensive perfette, facilità di corsa e progressione fantastiche, cross messi al bacio come l’assist che ci ha permesso di andare in vantaggio con Lichtsteiner, lo svizzero più croce che delizia negli ultimi giorni di mercato.
L’atteggiamento di Allegri nel post Siviglia ha denotato un nervosismo lampante che, parlo a livello personale, non mi lascia per nulla tranquillo. Anche oggi il tecnico non ha interpretato bene la partita, lasciando la squadra completamente in balia del pressing asfissiante degli avversari. I bianconeri non hanno mai provato ad aumentare il ritmo e si sono limitati a contenere la corsa dei nerazzurri. Va detto che la Juve non ha corso chissà quanti rischi, se non in un paio di occasioni come il già citato palo di Icardi e un bellissimo diagonale di Candreva. Due episodi questi che fanno pari con le già menzionate occasioni di Khedira e del Pipita a cui va aggiunto un tiro di poco fuori del regista bosniaco.
La partita di mercoledì contro il Cagliari obbliga la Juve a offrire una prestazione all’altezza per riscattare le ultime due uscite deludenti. Se questo era uno snodo scudetto come lo ha definito il mister, la Juve lo ha completamente steccato. La stagione, soprattutto quella europea, sta entrando nel vivo. È ora di lavorare a testa bassa per iniziare a mettere in cascina più punti possibili per affrontare in maniera più disinvolta le prossime sfide.
Il calendario del campionato ci ha messo di fronte, sin da subito, quattro sfide difficili. Il bottino di nove punti su dodici non è per nulla negativo, ma non si possono perdere partite nella maniera in cui abbiamo perso oggi.
Fino alla fine… e anche oltre!
Forza Juve!
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