Le parole di Allegri in conferenza stampa sono state chiare: “Domani è il primo snodo della stagione per lo scudetto. Anche se è solo alla quarta giornata, davanti a 80.000 spettatori, per la tradizione che vanta Inter – Juve è uno di quei 4-5 punti importanti del campionato”.
Come dare torto al mister bianconero? San Siro rappresenta una platea fissa nel panorama calcistico nazionale e se la sfida è arrivata a quota 229, allora ci troviamo davvero di fronte a una tradizione fatta partita. Da sempre le due squadre vantano le tifoserie più numerose, tanto che non è stato un azzardo quello enunciato dal grande Gianni Brera nel definirla il “derby d’Italia”, ispirato anche dalla consistenza dei trofei vinti da entrambe le compagini. Su questo versante qualcosa andrebbe corretto alla luce delle vittorie milaniste, ma alla tradizione non si comanda.
Le vittorie juventine a Milano sono 29 e domenica alle ore 18:00 partirà la caccia alla numero 30, ovviamente sul campo.
L’Inter (o prescritti che dir si voglia!) arriva alla sfida con una lunga serie di problemi e di punti interrogativi. Frank de Boer ha molte gatte da pelare, parte ereditate da Mancini in partenza affrettata a ridosso dell’inizio della stagione, parte trovate per una campagna acquisti non gestita in prima persona e parte per errori suoi.
La sconfitta inopinata ma netta contro l’Hapoel Beer Sheba, simpatica banda israeliana in gita premio, in Europa League ha minato profondamente le certezze tattiche e le convinzioni dei singoli. Organizzazione di gioco pressochè nulla, prestazione atletica discutibile, condizione mentale preoccupante. Se il tutto viene collegato alla vittoria fortunosa nella trasferta di Pescara nella quale i nerazzurri hanno rischiato più volte di capitolare, alla sconfitta di Verona e al pareggio senza sussulti in casa con il Palermo, il quadro che ne scaturisce è molto simile al famoso “L’urlo” di Munch.
La Juventus sta decisamente meglio, anche se il pareggio di mercoledì al cospetto del Siviglia in Champions non è il miglior viatico alla gara di domani. Il mezzo palso falso in Coppa pare però avere colpito più l’ambiente circostante, immerso fino a mercoledì pomeriggio in una sorta di euforia e ottimismo perfino eccessivi, che il gruppo agli ordini di Allegri. In altri termini, i bianconeri si presentano all’appuntamento di Milano in una condizione decisamente migliore, con convinzioni tecniche e tattiche granitiche e con la rabbia positiva di ritornare subito al successo. Si vedrà se la reazione agli insuccessi in casa interista sarà sufficiente per contrastare la corazzata juventina che si presenta sulla carta sicuramente favorita. È pur vero che la carta è un terreno sul quale la Juventus non è particolarmente avvezza, mentre pare essere la specialità meneghina per antonomasia.
Con ogni probabilità l’undici nerazzurro si schiera con un modulo 4 – 2 – 3 – 1. Handanovic in porta; nella linea di difesa: Santon, Murillo, Miranda, D’Ambrosio; Medel e il neo acquisto Joao Mario in mediana; Eder e Candreva larghi sulle fasce con Banega a supporto dell’unica punta Icardi. Si ricompone la formazione presentata a Pescara, dopo l’ampio turn over di giovedì sera in Coppa.
La Juventus risponde molto probabilmente, secondo il 3 – 5 – 2 di fabbrica con Buffon tra i pali; Barzagli, Bonucci e Chiellini, la BBC;(“Domani Licht gioca” Allegri dixit “unico sicuro, Licht contro tutti”. Caro mister campione di psicologia…non mi perdo a ricordare i rapporti di mercato…) Dunque, di fascia Lichtsteiner e Alex Sandro, con Lemina vertice basso del triangolo di centrocampo composto da Khedira e Pjanic; Dybala seconda punta a sostegno di Higuain.
Arbitra il signor Tagliavento, la cui designazione ha sollevato dubbi in casa nerazzurra del tutto immotivati, visti i precedenti a partire dalla prima sconfitta della Juve allo Juventus Stadium, passando per tentativi di impiccagione sul momento di Cuadrado. Tagliavento era presente e anche l’Inter in entrambi i casi. Il fischietto di Terni ha il rigore facile e, come dice un caro amico ex arbitro “Meglio trovarlo in casa”, mentre si fa il segno della croce.
Occasione ghiotta comunque per continuare la marcia verso il 6° scudetto consecutivo a punteggio pieno. INDA permettendo e occhio ai vasi cinesi.