Questo è il calcio, bellezze! Questo è il motivo per cui miliardi di esseri umani si sciupano l’esistenza di fronte al suo grande mistero. Vai a giocare il ritorno della semifinale di Coppa Italia, forte di 3 reti di vantaggio, di fronte a una squadra derelitta, che solo 3 giorni prima hai regolato senza nemmeno dannarti tanto, convinto che si tratti poco più di una formalità e invece, come per magìa il mondo si rovescia e le tue certezze finiscono contro il muro di una reazione encomiabile degli ex derelitti.
Alla fine la Juventus approda alla finale del 21 maggio per disputarsi col Milan, comodo finalista, la vittoria del trofeo nazionale minore, ma pur tanto importante. Alla fine un errore di Palacio dal dischetto condanna l’Inter all’eliminazione, preventivata alla vigilia, ma messa in discussione fino all’ultimo da una prova maiuscola dei nerazzurri e da una mollezza imbarazzante, quasi indisponente da parte degli juventini.
Non è bastato il vantaggio cospicuo di 3 reti per trascorrere una serata tranquilla. Se solo si fosse pensato sul pullman che portava i giocatori da Torino a Milano, che squadre remissive non ce ne sono, men che meno l’Inter, pazza come è!
Approccio sbagliato e rete subita al 17′. Appoggio sghembo di Neto su rinvio, controllo di Hernanes problematico per un fallo di Medel che solo quell’autentica mina vagante di Gervasoni giudica regolare, palla a Brozovic e 1 a 0.
Come inizia l’incontro, così inizia la ripresa. Bastano 3 minuti (notare come il numero 3 sia una costante della serata) e Perisic ribadisce in rete con facilità una discesa di Eder con cross, mentre la difesa bianconera sopraggiunge con comodo. La partita non cambia il canovaccio, nel frattempo Bonucci rimedia il giallo che lo esclude dalla finale e Allegri tiene in campo un Rugani timoroso, sostituendo Licht con Barzagli. Il problema però sta a centrocampo, dove Hernanes ritorna ai suoi standard mediocri e Sturaro ammonito, non può affondare gli interventi.
E l’Inter triplica, come detta la logica. Intervento goffo di Rugani su Perisic che lo salta e rigore netto. Brozovic realizza 3 a o e doppietta personale.
Da qui fino alla fine la Juve soffre, ma regge e anzi, dopo l’ingresso di Pogba, pare dare segni di presenza in campo. Supplementari. Neto si riscatta sull’indiavolato Perisic e Morata viene fermato per ben 2 volte da Carrizo fenomenale allo scoccare del 120′.
Calci di rigore. La Juventus fa l’en-plain, Palacio commette l’errore fatale. Per i patiti dei tabellini, i tempi regolamentari finiscono 3 a 0 per l’Inter. Rigori 5 a 3 per la Juventus. Sommando i gol dell’andata, la Juve si aggiudica la duplice sfida per 8 a 7 tutto compreso e tutto è pure bene quel che finisce bene, ma quanto spreco di energie fisiche e nervose, proprio ciò che non ci voleva. Difficile trovare uno juventino sufficiente, forse Cuadrado, forse Alex Sandro, forse Zaza per la caparbietà. Rugani ha fatto di tutto per far capire ai soliti “allenatori occasionali” il motivo per cui Allegri lo ha tenuto a lungo nell’ombra. Male Hernanes, malissimo Asamoah. Morata come da difetto, a testa bassa, a momenti a testa bassa anche noi tifosi. Che non si ripeta mai più.
3 Comments