Sarò sincero, tanto cosa mi cambia a dirvi la verità o una bugia?
Vorrei dire che me lo sentivo che andava a finire così, ma non è così.
Certo, in altre occasioni me ne sarei andato via sdegnato dopo il gol del 2-1, avrei lasciato la mia sedia anche se sarebbero mancati più di 20 minuti alla fine della partita.
Nel calcio, in teoria, un’eternità, in pratica con questa Juve stasera neanche con 3 tempi l’avremmo portata a casa.
Così almeno pensavo.
E invece, non so perché, sono rimasto ad assistere a quella che sembrava la disfatta, la rovina, la caduta degli Dei.
Una Juve in 11 contro 10 dopo 20 minuti, in vantaggio e con la possibilità di chiudere la partita, incapace di farlo ma capacissima di farsi rimontare e di andare sotto a 20 minuti dalla fine.
Sembrava davvero la fine, l’autogol di Barzagli (proprio lui, il Barzaglione simbolo della mitica e ormai scomparsa BBC) pareva l’ultima dichiarazione di resa, quella bandiera bianca timidamente sventolata domenica scorsa in casa contro il Napoli e ora esposta quasi a chiedere la supplica.
Poi è successo di tutto: il tempo pareva scorrere veloce e inesorabile, come succede sempre quando sei sotto e devi recuperare, ma a un certo punto si è come fermato.
Un inserimento quasi disperato di Cuadrado, l’assist di Dybala, la palla che non si sa come ma entra dentro grazie ad una provvidenziale deviazione di Škriniar, che dopo stasera entrerà nei nostri cuori come il caro e vecchio Greško.
Sembrava di rivedere il gol di Krasić in un vecchio Juventus – Lazio del 2010.
C’era Del Neri, c’era una Juve timida e impacciata, quel giorno io e mia moglie battezzammo il nostro primo figlio che non aveva neanche 4 mesi: oggi ne ha quasi 8 e li ha vissuti vedendo vincere la Juventus, anche se del calcio non gliene importa niente.
Ma torniamo alla partita di questa sera.
La reazione al gol del 2-2?
“Ma no dai, non potete farmi questo! Ora mi tocca patire fino al fischio finale e poi tirare giù tutti i Santi del Paradiso per il pareggio! Potevate svegliarvi prima, cazzo???”
E poi invece quella punizione battuta, finalmente, in modo decente in area per la zuccata vincente di quel numero 9 maledetto chiamato Higuaín.
Una zuccata che ha spedito tutti noi a 250 metri da terra, oramai rassegnati a non portare a casa questa vittoria e a consegnare lo scudetto al Napoli.
Una zuccata che mi ha riconciliato con quei due argentini troppo assenti ultimamente, troppo poco incisivi, incapaci di spostare l’andamento di partite complicate con le loro giocate.
E invece stasera pochi minuti del numero 10 sono bastati.
Un solo gol del numero 9 è bastato.
A volte vi odio, sarò sincero, ma quando fate così vi amo.
Quindi?
Quindi niente, il calcio è questo, a volte toglie, a volte regala.
Domenica scorsa c’hanno tolto quel punto che significava restare a +4, questa sera un finale isterico e impazzito c’ha regalato 3 punti.
Meritati?
Non meritati?
Ma sinceramente, chissenefrega!
Eh si, giochiamo male, non ne abbiamo più, siamo distrutti, logori, nervosi, senza idee, senza cattiveria e quasi senz’anima.
Non siamo più la Juve di qualche mese fa, per non parlare della Juve degli scorsi anni.
Siamo fermi, abbiamo paura di tutto e di tutti, cerchiamo di gestire in modo improbabile un vantaggio minimo di un gol, subiamo gol ormai da tutti, dal Crotone all’Inter passando per il Benevento.
Eppure, vai a capire perché, alla fine siamo riusciti a strapparla questa vittoria.
Propongo una cosa: per ora mettiamo tutto da parte, il fatto che facciamo schifo, che non abbiamo più benzina e rischiamo tutte le volte di non portare a casa la vittoria.
Semplicemente godiamoci questi tre punti.
A maggior ragione perché ottenuti a Milano contro l’Inter.
A maggior ragione perché ormai erano convinti di averla vinta in 10 contro 11.
A maggior ragione perché Pjanić non è stato espulso (e si che lo meritava il secondo giallo), così imparano a godere per il rigore di Ronaldo.
A maggior ragione perché abbiamo subito 2 beffe pesantissime negli ultimi minuti contro Real e Napoli e stasera tocca a noi vincere alla fine.
A maggior ragione perché comunque c’hanno creduto fino alla fine e hanno dimostrato cosa vuol dire essere la Juventus.
A maggior ragione perché gli interisti incazzati sono sempre un piacere per gli occhi.
A maggior ragione perché sbandieravano il record di incasso come fosse tutto merito loro e non, anche, dei 10000 tifosi bianconeri accorsi per sostenere la squadra.
A maggior ragione perché ai loro occhi abbiamo rubato anche con il VAR.
A maggior ragione perché c’era da festeggiare il ventennale (o il ventennio) del rigore su Ronaldo.
Last but not least, siamo ancora primi, mancano 3 partite alla fine del campionato e, come sempre, è tutto nelle nostre mani.
Abbiamo giocato male, inutile nasconderlo, ma forse qualche fantasma ce lo siamo tolto di dosso e la prossima partita contro il Bologna in casa l’affronteremo con più convinzione e cattiveria.
Non tutto è perduto e no, non siamo ancora morti.
Keep the faith alive e fino alla fine forza Juventus!
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