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Inter – Juve: l’insostenibile leggerezza del chissenefrega

Esiste un Dio nel calcio?
Da tanti anni ci penso e come mio solito non sono mai riuscito a venirne a capo: troppi i dubbi, le incertezze, le zone d’ombra che mi hanno impedito di arrivare ad una conclusione.
Ma evidentemente il Dio del calcio ci teneva al sottoscritto e allora ha deciso, circa una settimana fa, di rivelarsi e allora si, lo confesso, ho visto la luce!Proprio come John Belushi in “The Blues Brothers” nella scena con James Brown, una luce è calata direttamente dall’alto e mi ha illuminato e allora ho capito: il Dio del calcio esiste!

Ma dov’ero e cosa stavo facendo?
No, non ero in chiesa, nessun coro gospel, niente James Brown né John Belushi o Dan Aikroyd, nell’aria non si sentivano le note di “Old Landmark” ma solo i rumori delle auto in lontananza.
Ero qui, nel mio studio ricavato nella mansarda di casa e stavo parlando su Facebook con gli altri ragazzi del sito, argomento la divisione dei prepartita: mi ero candidato per Real – Juve ma, dissi subito, se Alessio Valeri volesse recuperare il prepartita di mercoledì scorso per me non ci sono problemi, e così è stato.
Proprio in quel momento una luce è scesa dall’alto, ha trapassato il tetto, ha reso i muri di un bianco accecante tant’è che ho dovuto chiudere gli occhi. Poi ho sentito una Voce, decisa, perentoria e solenne che diceva:
“Salvador, scrivi tu il prepartita di inter-Juventus! Tu non lo sai, povero comune mortale, ma quello è l’articolo che vorresti scrivere da anni e mercoledì prossimo capirai il perchè…”
La luce poi è sparita, non ho più sentito la Voce ma ormai avevo capito e allora mi sono proposto per questo prepartita, sapendo dentro di me quale sarebbe stato il contenuto.

E così eccoci qua ad introdurre la partita più meravigliosamente inutile di questa stagione, giocata a tre soli giorni dall’eroica semifinale di Madrid, a quattro dalla finale di Coppa Italia e a tre settimane da quella di Coppa dei Campioni a Berlino, con lo scudetto già vinto da due settimane.
La andiamo a giocare in casa di quelli là, quei finti nobili caduti in disgrazia dopo “un viaggio di nozze durato tre anni e mezzo con moglie e un orso di due metri a guinzaglio”, quelli che in Europa non ricorda più nessuno perché in fondo sono stati meteore come un Sandy Marton o una Betti Villani negli anni ottanta.
E lui, il Dio del calcio, ha voluto che tutti i pezzi del puzzle tornassero al loro posto proprio in questi ultimi giorni: di noi abbiamo già detto, di loro invece aggiungiamo che devono vincere per forza (anche in 11 contro 9 come succede spesso ultimamente, magari con un gol da annullare) per sperare di andare in europa league, che si sono appena beccati una multa per il mancato rispetto del Fair Play Finanziario (ovviamente voluto dal gobbo massone piduista Platini) e che sperano di vincere questa partita per dare un senso alla stagione, come fossero una fiorentina qualsiasi.
Spulciando nei vari social network è da domenica scorsa che vanno avanti a proclami, manco dovessero andare a vincere una guerra di liberazione: ancora non hanno capito che alla Juve, intesa come società, questa partita interessa meno di zero e a noi tifosi ancora di meno.
Quando lo capiranno, e forse il fatto che non sono stati convocati Buffon, Tevez, Evra, Vidal e Pirlo li aiuterà, ci rimarranno male, molto male.

Quanto a noi…che dire?
A parte questa insostenibile leggerezza del chissenefrega riguardo all’allenamento di oggi, stiamo vivendo una stagione magica e abbiamo l’obbligo di gustarcela ed assaporarcela fino in fondo (soprattutto ripensando alle premesse di luglio scorso) e non solo nelle prossime due attesissime finali.
Pensateci, mancano tre gare di campionato dove possiamo, oltre a non considerare l’inter:
-) Festeggiare lo scudetto in casa contro il Napoli costringendoli ad assistere alla nostra premiazione.
-) Ridere in faccia ai veronesi che delirano circa un non voler farci festeggiare lo scudetto (cosa che stiamo facendo da due settimane, ma tant’è).

E’ tutto questo, è questa stagione di sogni che si realizzano, oltre alla luce e alla voce della settimana scorsa, che mi hanno finalmente fatto capire che si, il Dio del calcio esiste.
E forse è juventino.

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