La gara me l’ero immaginata proprio come è andata: un duello speculare, poco spettacolare e molto giocato a centrocampo. Ma confidavo nelle incursioni sia di Lichtsteiner che di Asamoah soprattutto: avevo indicato il ghanese come possibile uomo della svolta della gara, in realtà ha pensato a mantenere la posizione, ma nell’unica occasione in cui ha sfondato abbiamo fatto gol.
Mazzarri l’ha studiata per bloccare la Juve in mezzo: Taider un mastino, Guarin altrettanto, e i due hanno fatto buona guardia. Alvarez a dare fastidio su Pirlo, che ha perso palloni facilissimi; Palacio, a svariare su tutto il fronte d’attacco, ha creato non pochi problemi a Barzagli ma soprattutto a Chiellini, che se l’è lasciato scappare un paio di volte.
Classiche ripartenze sugli errori della Juve, con la squadra sbilanciata in avanti, a sfruttare gli ampi spazi lasciati: il gol dell’Inter frutto di un erroraccio di Chiellini, poi secondo me Bonucci poco poteva sul taglio di Icardi, alle sue spalle.
Ecco, il movimento alle spalle del difensore (cosa che ha fatto tante volte Palacio) è un motivo anche della gara dell’anno scorso, allo Stadium: la velocità ha un po’ messo in crisi sia Barzagli che Chiellini, tra l’altro poco aiutati dai due esterni.
Lichtsteiner ha fatto una pessima partita, perché in avanti ha davvero sbagliato molte cose; Asamoah, con la partita di contenimento su Jonathan, non ha mai attaccato, tranne che nell’occasione del gol del pareggio: splendido Vidal, che fino a quel momento non aveva brillato, ma ha davvero fatto un gesto tecnico di grande caratura, da vero attaccante.
Come Pogba: il francese, a parte una serpentina con la quale ne ha saltati 4, non ha potuto dare sfogo ai suoi inserimenti: una sola volta Guarin lo ha perso, e si è trovato da solo a due metri da Handanovic nel primo tempo, peccato abbia fallito da pochi passi.
Pirlo (che pure aveva iniziato bene bloccando alcune linee si passaggio dei nerazzurri) invece l’ho visto non bene: ha anche avuto spazio, ma ha perso troppo tempo nell’impostare, questo forse frutto del poco spazio che i compagni avevano, e quindi delle poche soluzioni offerte: perché in fase di non possesso l’Inter era davvero un 5-4-1, con Nagatomo e Jonathan dietro sulla linea dei difensori, Alvarez quando non si alzava andava a coprire in mezzo, Palacio lasciato solo davanti.
Come Mirko Vucinic che spesso si isolava: una partita bruttissima, a parte qualche scatto in profondità e qualche scambio, niente più. Ha l’attenuante della scarsa condizione fisica, ma camminava letteralmente. Cosa che invece non ha fatto Tevez: ho contato, solo nei primi 10’, tre palloni recuperati; si è lanciato negli spazi, ha coperto bene palla, ha lottato.
Penso che sia l’uomo giusto per i movimenti che vuole Conte. Ma era davvero troppo solo, senza compagno e senza il solito Vidal. Il cileno, fino al gol, aveva fatto non bene: poi si è svegliato, addirittura andando vicino al raddoppio, di testa.
Nel secondo tempo, prima del nostro pareggio, abbiamo veramente aspettato l’Inter troppo bassi: poca pressione da parte di Vucinic e Tevez sui difensori, poi troppo campo al portatore dell’Inter. La nota positiva è che oltre la trequarti facevano fatica, infatti erano costretti sempre a far girare palla: quindi, almeno difensivamente schierati, siamo stati bravi.
Una nota di merito, oltre a Tevez, va prima a Buffon che ha salvato su Nagatomo, e poi a Barzagli che, nonostante l’acciacco, ha davvero tenuto botta. Se forse avessimo osato di più sugli esterni, in particolare sulla sinistra, avremmo creato grossi problemi.
E magari con una punta pesante, nel secondo tempo, si poteva far salire di più la squadra.