A me queste partite in mezzo alla settimana giocate di pomeriggio mica piacciono tanto.
Ricordo da ragazzo che spesso la Coppa Italia veniva giocata in quest’orario (anzi, nel primo pomeriggio), ma non la davano in TV e comunque la si poteva ascoltare comodamente alla radio, bastava far finta di studiare.
Oggi puoi permetterti di far finta di lavorare?
Oppure sei tentato di fare come in “Eccezziunale veramente” quando la domenica chiudono il bar con scritto “Chiuso per derby”?
Eh, si potrebbe fare in caso di big match, ma contro l’Atalanta… semplicemente ti adegui alle circostanze e cerchi di vederla, tra un disegno da finire, un pdf da stampare, il ritorno a casa e la cena da preparare.
Il tutto ovviamente sul tablet con i giocatori più piccoli di quelli del Subbuteo, perché a quell’ora c’è “Blaze e le mega macchine” e non avevo voglia di vedere i bambini incazzati come Allegri nel finale di Carpi.
Premessa indispensabile per giustificare il postpartita che non sarà approfondito e dettagliato come in altre occasioni, spero che capirete.
Credo di si, in fondo sarete ben predisposti dopo gli avvenimenti degli ultimi giorni: come dicevano gli amici di J3SRadio lunedì scorso durante quella splendida puntata che spero abbiate seguito, gli ultimi giorni sono stati un susseguirsi di risultati entusiasmanti, dalla vittoria di Roma fino a quella di domenica scorsa con il ritorno alla vetta e oggi abbiamo calato il carico pesante portando a casa altri 3 punti preziosissimi in ottica campionato.
Non era una partita facile, i soliti maligni parlavano di un’Atalanta pronta a scansarsi, io che odio questi discorsi ho visto una squadra che c’ha messo in difficoltà per quasi tutta la partita, pressando i nostri difensori, difendendo alti e cercando di farci male in attacco (nonché alle gambe).
Non era una partita facile perché poteva starci un contraccolpo psicologico dopo la conquista della vetta, una sorta di involontario appagamento come successe due anni fa a Bologna.
Non era una partita facile perché eravamo reduci da alcune partite (soprattutto Roma e Londra) davvero dispendiose a livello mentale e fisico e in fondo stiamo parlando di esseri umani, non di robot.
Ma per fortuna abbiamo giocatori bravi a cui basta una giocata per risolvere partite complicate.
Domenica abbiamo festeggiato il ritorno di Dybala, stasera omaggiamo il genio sempre meno discontinuo chiamato Douglas Costa, finalmente passato da oggetto del mistero a bomba a orologeria (per le difese avversarie).
È stata una sua progressione pazzesca, verso la metà del primo tempo, a portarci in vantaggio quando si è involato dalla nostra tre quarti in contropiede per servire su un piatto d’argento la palla ad Higuaín.
In generale è in grande spolvero, così come i compagni del reparto d’attacco Higuaín e Dybala, anche oggi autori di una bella prova.
E in ottima forma sono anche il preziosissimo Asamoah, oggi grande protagonista sulla fascia sinistra, sia in fase difensiva che offensiva (detto tra noi, lo abbiamo aspettato per tanto tempo, vogliamo davvero lasciarlo andare via a 0 €? Lo troviamo facilmente un rincalzo del genere?), nonché De Sciglio, ormai sulla via del completo recupero dopo le ultime disgraziate stagioni a Milano: inutile stare a ricordare tutti quelli che la scorsa estate l’avevano accolto manco fosse una delle piaghe d’Egitto, stasera mi piace pensare alla loro faccia quando, verso la fine di una partita come sempre bloccata sull’1-0, ha cambiato completamente il gioco con una lancio di sinistro di 35 metri finito preciso preciso sul piedino di Dybala, da cui poi è arrivato il gol del raddoppio di Matuidi, al termine di un’azione di pregevole fattura.
Ma stai a vedere che a questo supermercato chiamato Milan riusciamo sempre a trovare le offerte buone…
Leggermente stanchino e fuori forma, per dirla alla Forrest Gump, Mandžukić che infatti è rimasto in campo solo un’ora senza dare molto alla causa.
Per il resto un’altra prova convincente di tutta la squadra: stranamente un po’ allungata in molti momenti della partita, forse a causa del gioco della stessa Atalanta, un po’ claudicante e insicura in pochi momenti (come sempre a inizio ripresa), per il resto si sono visti molti spunti individuali di buona fattura e la solita tonnellata di gol sprecati.
Va aggiunto che nel primo tempo, fino al gol del vantaggio, non pochi erano stati gli errori anche molto banali nonché pericolosi (tipo i disimpegni di Dybala in difesa), ma alla fine il Benatia, il Chiellini o l’Asamoah di turno riusciva a metterci una pezza, lasciando di fatto inoperoso Buffon.
In definitiva, altri 3 punti in più e un’altra partita in meno, sabato ci aspetta la Spal in trasferta e poi la sosta per le Nazionali.
All’inizio di questo ciclo di ferro eravamo dietro 1 punto al Napoli che andava a 1000 all’ora, dovevamo guadagnarci l’accesso alla finale di Coppa Italia nonché quello ai quarti di Champions, con alcune partite complicatissime nel mezzo.
Noi da tifosi pensavamo che qualche punto l’avremmo lasciato, loro (i giocatori) che sono la Juve non solo non hanno lasciato manco le briciole ma hanno pure guadagnato 5 punti sul Napoli e se stasera ci ritroviamo a festeggiare un insperato quanto preziosissimo +4 sul Napoli è tutto merito loro.
E di Max Allegri, colui che dopo il tracollo dello scorso Novembre a Marassi disse, se non ricordo male, che avrebbe rimesso le cose a posto.
Guardatevi i risultati da allora e ammettetelo (se non siete un fan di Allegri come me), questo allenatore è davvero un grande.
Keep the faith alive e Forza Juve!
PS1. Una dedica speciale a quel furbacchione lestofante del Papu Gomez, che anche stasera ha cercato di fregare l’arbitro simulando in continuazione? Ma manco per idea, niente era, niente rimane.
Pensiamo alla Spal.
PS2. De Roon, ma chi ti credi di essere, Gentile? O forse ci tenevi ad avere la maglia di Benatia e lui non te la voleva dare? Nel dubbio, ciao.
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