Così il giorno della verità è giunto, Juventus e Atletico Madrid si affrontano a Torino: la sfida ha per gli spagnoli un’importanza relativa dato che sono già qualificati alla fase successiva della Champions League e devono difendere soltanto il primo posto nel girone; per i bianconeri invece la gara è di fondamentale importanza e per passare il turno basta che l’Olympiakos non raggiunga la Vecchia Signora per punti in classifica, dunque un pareggio questa sera avrebbe anche il suo gran valore. Allegri in conferenza non ha neppure sfiorato l’ipotesi Europa League e si affida alla stessa formazione in campo contro la Fiorentina, aggiungendo Tevez e Lichtsteiner. A sinistra va dunque Evra e non Padoin, che sembrava favorito fino all’ultimo sul francese e a centrocampo Marchisio aveva riposato nella precedente sfida di campionato, ma un raffreddore non gli ha permesso di prendere parte alla gara, così Pereyra prende il posto del numero 8 bianconero e va a posizionarsi sulla trequarti al posto di Vidal che scala nella posizione di mezz’ala.
Il match inizia e la Juventus sembra essere già “padrona” del campo, con l’Atletico Madrid ad aspettare sulla propria trequarti e a non forzare i ritmi. La prima occasione però è proprio per la squadra ospite: Bonucci prova ad allontanare un pallone pericoloso dall’area di rigore, lo fa male e serve involontariamente Koke, il calciatore spagnolo calcia discretamente bene ma Buffon compie una gran parata di riflesso e manda in calcio d’angolo. I bianconeri rispondono velocemente, Pogba mette un buonissimo pallone in mezzo, molto insidioso, Llorente non tocca neanche, la traiettoria però è minacciosa e il portiere avversario riesce a mandare in calcio d’angolo. La Juventus continua a insistere ma fare due goal a questo Atletico è impresa ardua, la logica suggerisce che è inutile calcare troppo la mano e lasciare il campo scoperto eccessivamente rischiando di prendere un goal che ucciderebbe pure un mammut. La squadra di Simeone d’altronde non ha nulla da chiedere alla partita, pensa a difendere il risultato e di tanto in tanto prova a uscire in pressione sperando di creare qualche pericolo o provando a guadagnare qualche calcio piazzato vista la grande bravura nei giocatori, molto abili in questo tipo di situazione. Proprio da un piazzato nasce un altro pericolo, con Buffon ancora bravo a mandare in calcio d’angolo, mentre pochi minuti prima la Juventus era stata brava a entrare nell’area di rigore avversaria e a tentare la conclusione con Tevez, che però viene respinta e si trasforma in un nulla di fatto. Il primo tempo continua con un andamento monotematico, la Juve in possesso che si affaccia nella trequarti offensiva, ma mancante dello spunto decisivo (e anche quasi impossibile da trovare) per mettere in difficoltà i rivali, straordinari tatticamente e nel tenere le linee molto strette occupando tutti gli spazi.
Il secondo tempo riprende con lo stesso andazzo del primo. La squadra di Allegri mantiene la pressione alta, l’Atletico Madrid però è sempre attento e concentrato, non concede un millimetro di campo e il primo quarto d’ora non succede nulla di rilevante, o quasi. La Juventus a un certo punto decide però che i minuti passano e forse si può osare qualcosa in più per provare ad agguantare un primo posto difficilissimo da ottenere. L’Atletico pensa solo a difendersi e i giocatori bianconeri capiscono che alzando leggermente il ritmo forse qualcosa si può combinare. Le occasioni ghiotte non sono tante, ma qualche ripartenza pericolosa c’è: si evidenziano un paio di tiri di Vidal insidiosi, una gran botta da fuori di Pogba che rischia di mandare il cileno in porta dopo che il portiere non trattiene il pallone e poi una gran bella trama sulla sinistra con Evra che mette un pallone molto insidioso in area di rigore dove Vidal non arriva per un pelo. I minuti passano e gli sforzi bianconeri purtroppo non fanno arrivare al goal la squadra di casa, così i ritmi si abbassano notevolmente, l’Atletico non cambia minimamente atteggiamento e gli uomini di Allegri cominciano a gestire con più sicurezza il pallone, non tentando nemmeno più l’affondo. Prendere ulteriori rischi sarebbe da manicomio, meglio tenere lo 0-0 che accontenta in maniera evidente entrambe le squadre.
Si arriva così alla fine del match, esattamente al minuto 91: curioso infatti che nessuno dei due allenatori abbia effettuato dei cambi durante la partita. La Juventus tra andata e ritorno ha mostrato di potersela giocare alla pari con la finalista della Champions League della stagione passata, mostrando personalità e qualità, non costruendo palle goal nel primo match, pagando una disattenzione e rendendosi un pochino più pericolosa questa sera, non dovendo e non potendo rischiare troppo. Sarebbe stato molto interessante infatti vedere Tevez & Co. affrontare l’Atletico Madrid con la mente sgombra e la qualificazione in mano con l’obiettivo dei due goal per arrivare in testa al girone. La classifica in definitiva vede la Juventus che conta 10 punti in classifica, mentre l’Olympiakos che batte il Malmö arriva a quota 9 e si aggiudica l’Europa League. Il rigore di Vidal (come se si potessero accusare un solo giocatore e un solo episodio) quindi non risulta decisivo e gli ottavi di finale sono realtà. Dove non eravamo riusciti l’anno scorso siamo riusciti quest’anno, Allegri aveva fissato un obiettivo e l’ha raggiunto. Da adesso si pensa solo al campionato e poi in Europa si vedrà, d’altronde con 10 euro il miracolo lo puoi fare solo una volta, i ristoranti sono costosi al giorno d’oggi, disse l’uomo Puma.