Il 6 giugno è arrivato e se n’è andato, in maniera talmente veloce da far svanire nel nulla, come non fosse mai esistita, quell’attesa che pian, piano stava mangiando tutti dall’interno, lentamente. Il 6 giugno se n’è andato e non ritornerà più, tutto quello che è successo, è successo e indietro nel tempo non si può tornare. Anche si potesse, non ci sarebbe gusto a vincerla così. La Juventus perde la sua sesta finale di Champions League, la quarta consecutiva, mentre il Barcellona negli ultimi nove anni ha ottenuto esattamente il contrario. Il che fa un po’ schifo a dire la verità, se si guarda la storia di un club come il nostro, ridicolizzata solo da un numero che tanto importanza ai fessi dà. In molti avrebbero rinunciato a metà dei trofei che hanno reso la Juventus la società che è, per vincere almeno una maledetta (…) Champions League e magari poi fare la fine della società di Merdeka.
Cosa rimane a tutti noi tifosi? La consapevolezza di avere una squadra incredibile composta da uomini incredibili, sul campo, a bordo campo e in sede. Questo diventerà un altro punto di partenza, perché bisogna ricordarsi sempre che la delusione di una finale persa parte dal presupposto che tu abbia giocato quella finale e che tu sia stato migliore di tanti altri. Non siamo il Real Madrid o il Barcellona o il Bayern Monaco, non possiamo puntare alla finale come e quando vogliamo, ma possiamo fare come quest’anno, passo dopo passo, partita dopo partita, raggiungendo il nostro obiettivo realistico con più continuità possibile e poi magari superarlo diventando una mina vagante.
La partita l’hanno vista tutti e sappiamo come è andata. Barcellona subito in goal con Rakitic dopo un avvio buono dei bianconeri, che si trascinano per qualche minuto il colpo psicologico ma poi rientrano nel match sviluppando buone manovre. I blaugrana però con i tre davanti fanno paura e Buffon deve superarsi, anche se uno come lui non può superarsi, visto che mostra soltanto quanto è bravo. Il secondo tempo potrebbe essere più favorevole alla Juventus e così è: Marchisio compie una giocata fantastica di tacco lanciando Lichtsteiner, palla nel mezzo, Tevez batte in porta non benissimo, Ter Stegen non è impeccabile e Morata insacca al minuto 56, facendo tornare a sognare tutti, ma proprio tutti, anche chi fin dall’inizio partiva già sconfitto.
La partita prende una svolta e, diciamolo chiaramente, per buoni 10 minuti li abbiamo fatti cagare sotto come non mai. Tevez ha una buonissima opportunità dal limite ma non ha il piede caldo, mentre Pogba aggancia un gran pallone in area e fa pensare all’impossibile il secondo prima di accasciarsi a terra ostacolato irregolarmente da Dani Alves. Rigore sicuramente, sul cartellino si può discutere. 2-1 a 20 minuti dal termine cominciando a randellare pure guardalinee e arbitri e forse staremmo parlando di altro, ma… Ma l’arbitro lascia proseguire, il Barcellona parte poco dopo in contropiede, Messi di sinistro impegna seriamente Buffon, che forse non è perfetto (ma che gli vogliamo dire?) e Suarez da due passi mette in rete. Magari con le lacrime sul viso, siam tornati tutti sulla terra.
La Juventus ci crede, prova il tutto per tutto ma non basta. Tevez si libera bene e tira centrale, Llorente entrato per Morata innesca benissimo Pereyra e il 2-2 non arriva per un niente. Ter Stegen respinge malissimo un corner e per un pelo il rimpallo non finisce in porta. I minuti passano, tutto si fa caotico, vedere quei ragazzi lottare fino alla fine con la convinzione pura di potercela fare fa male. Soffrono loro, soffriamo noi. Cazzo, se soffriamo! Neymar distrugge completamente tutto quando all’ultimo secondo batte Buffon. Fine. O inizio?
Già, perché si soffre meno a perdere in semifinale, ancora meno ai quarti, poi agli ottavi; se esci ai gironi ti incazzi ma poi pensi a vincere l’Europa League. Certo che se neanche la giochi la Champions League soffri ancora meno. Ma, ehi: “Ora ci pensa l’Atletico Madrid! Adesso il Borussia Dortmund ve la farà vedere! Platini tarocca i sorteggi! Adesso il Real Madrid ve ne farà 7! Ahahahahahah! Rubentus, in Europa non si rubbbbba!”
In definitiva più ti avvicini, più soffri. Questo fa parte della natura dell’essere umano. Bisogna prendere tale sofferenza e trasformarla in carica positiva, pensando a dove eravamo e a dove siamo adesso, programmando dove saremo. Il Barcellona nel 2006 vinceva la sua seconda Champions League, mentre noi sappiamo dove siamo stati mandati. Ieri queste due squadre hanno giocato una finale avvincente e con un pochino di fortuna magari sarebbe potuta andare diversamente. Ce ne faremo una ragione, perché continuando così, con grandi uomini a 360° e competenza, la prossima finale non attenderà 12 anni ad arrivare. E anche se fosse così, probabilmente la sfioreremmo più e più volte. Dispiace per i più “ansiani”, dispiace soprattutto per lui, il numero uno e nostro capitano, però qualche giovane lo abbiamo e qualcuno più maturo che ancora può dare tantissimo pure. Sperando di tenere Tevez prima e Pirlo poi, la prossima stagione sta già per arrivare e non potremo che lottare ancora e ancora, più di quest’anno.
Fino alla fine…

La formazione iniziale della Juventus nella prima partita ufficiale della stagione 2014-15 contro il Chievo Verona.