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Juventus – Benevento: 3 punti per non vedere le streghe

Periodo alquanto lugubre, miei cari: si va dalle ossa spolpate di Halloween alle streghe di Benevento. Per carità, sono solo suggestioni, ma non farebbe male premunirsi. La storia narra di una città di sanniti incazzati neri con Roma, infilati in una conca sferzata dal vento, a tal punto da ricevere l’appellativo di “Maleventum” (Tacito indora sempre la pillola, quando si  tratta di nascondere le figuracce degli antenati, ma sicuramente “Maleventum” ha significato pure qualche batosta, armi in pugno). I romani antichi erano tenaci e soprattutto senza… sìndache. Per cui, la battaglia finale arrise ai discendenti di Romolo e Remo e tale fu la vittoria che il Maleventum divenne Beneventum. Unendo a questa, la conquista dell’altro versante sannitico (vendicate le Forche Caudine, altra storia per una prossima volta), Roma potè continuare a fare sua la penisola. I sanniti furono un osso duro, durissimo.

Non ho idea di quanti sanniti a tutti gli effetti siano presenti nella formazione che viene a fare visita ai Campioni d’Italia in carica all’Allianz Stadium. Sarà bene comunque non prendere alla leggera la gara, che sulla carta appare addirittura improponibile.

La compagine campana è alla prima esperienza di massimo campionato e fino ad ora dimostra di non rendersi conto del pianeta che sta perlustrando. Solo sconfitte nelle 11 partite disputate, nonostante l’esordio incoraggiante in quel di Genova doriana. La prossima sconfitta eguaglierebbe lo score del Manchester United del 1930, in fatto di rovesci consecutivi dall’inizio del relativo torneo.

Tra il blasone della Juventus e i giallorossi beneventani non c’è paragone. Eppure nello stadio della Continassa si riverseranno circa 2.000 tifosi campani. Una mini invasione di Torino, pronta ad accogliere la tifoseria viaggiante in una festa completa. Come già fu con i tifosi dell’Avellino, esportatori di una sciarpata storica. Per dimostrare ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che le rivalità campane non hanno nulla di razzistico, eccezion fatta per il capoluogo e non per colpa torinese.

Allegri annusa puzza di bruciato (come potrebbe essere altrimenti dopo i roghi della Val Susa?), è la classica partita in cui si ha solo da perdere. Quindi spazio al turn over, ma con giudizio. La Juve deve fugare le nuvole che si addensano all’orizzonte, anche se i risultati non sono affatto male (1 punto in più in classifica rispetto allo scorso anno). Si  deve vincere e convincere, sennò i peana della critica scartavetrerebbero gli zebedei. Non ci sarà Pjanic per una botta e Benatia per una caviglia che non va a posto. Riposerà Buffon e forse Chiellini. Marchisio appare recuperato al 100% e Marione può stare a guardare (come le stelle nel romanzo di Cronin).

Allora Sczcesny in porta; Lichtsteiner, Rugani, Barzagli e Alex Sandro (per vedere l’effetto che fa) come linea difensiva; Marchisio e Matuidi (Khedira) nella terra di mezzo; Bernardeschi (o Cuadrado), Dybala e Duoglas Costa a supporto di Higuain. Questa la più che probabile formazione d’inizio gara per la Juventus.

De Zerbi, subentrato all’ex Baroni, incrocia le dita e lancia i suoi in campo senza remore e senza calcoli, con un 3 – 4 – 2 – 1 che recita così: Brignoli tra i pali; Djimsiti, Antei, Di Chiara linea di difesa; Venuti, Chisbah, Viola, Lazaar a centrocampo; Cataldi e Memushaj a ridosso di Iemmello. Non è detto che all’ultimo momento sia preferito Ciciretti come punta, dimostratosi fin qui senz’altro il più pericoloso del Benevento; si vedrà.

Attenta Juve a non rovinarti la festa per i 120 anni di esistenza. Sarebbe un vero peccato per la squadra, per l’ambiente e per i tifosi che correranno allo Stadium soprattutto per celebrare una storia di amore che non finisce mai. E forse questo aspetto, mi sia consentito un attimo di romanticismo, è per fino più importante dei 3 punti che la carta assegna già. A proposito: auguri mia Vecchia Signora, dal profondo del cuore innamorato e mai tradito.

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