“Il Bologna che tremare il mondo fa” è una delle frasi più famose della storia del calcio nostrano, nota a chi ama immergersi nella notte dei tempi, fatta di campi fangosi, di tacchetti di legno e di palloni pesanti come incudini. Sembra quasi di disincrostare un accumulo di detriti sopra i vetrini di un ipotetico telescopio all’incontrario, per tornare a guardare in un’epoca in cui nel capoluogo emiliano aveva sede uno squadrone.
Dal 1964 sotto la Garisenda c’è carestia e dagli Asinelli non si vedono grandi orizzonti. Oggi non ci si può lamentare, ma in alcuni momenti si è sfiorata la sparizione di un sodalizio che ha contribuito a scrivere la leggenda del calcio italiano. A tale proposito mi corre l’obbligo di ricordare Ezio Pascutti, “andato avanti” in settimana a giocare nei prati celesti. Me lo ricordo molto bene, tignoso, indomito, caracollante, micidiale ala sinistra dell’ultimo Bologna scudettato, con Bernardini sulla tolda di comando.
Può darsi che domenica sera a far tremare il Bologna sia il freddo previsto in misura polare, oltre a una Juventus che lo aspetta nella sua tana per “matare” la 26a vittima consecutiva. Sarebbe record assoluto per la Juve di Allegri, con Allegri e soltanto lui sulla panchina bianconera.
La truppa juventina inizia il nuovo anno 2017 volendosi scrollare di dosso le tossine accumulate nel viaggio a Doha e riprendendo un percorso che la vede impegnata al raggiungimento del 6° scudetto di fila. A detta del mister “obbiettivo primario della stagione, perché non capiterà mai più come in questa annata di entrare nella leggenda”.
Poiché la sorpresa sta sempre dietro l’angolo, è bene che la squadra non sbagli approccio e sviluppo della gara: è proverbialmente noto a tutti quanto possa diventare difficile la ripresa, dopo la sosta natalizia. La rosa si sta ricompattando e ormai soltanto Alex Sandro e Bonucci sono fuori per infortunio, con la consolante prospettiva di averne ancora per poco. Mandragora non si è mai visto e Dani Alves sta per rientrare in gruppo.
Mancherà Buffon, per un attacco influenzale da cui sta uscendo. Meglio non rischiare, avendo a disposizione un ottimo Neto. Gioca Dybala dal 1° minuto, come dichiarato da Allegri in conferenza stampa. Con Evra non convocato, crescono le quotazioni di Asamoah per la fascia sinistra. E Rincon, novello acquisto dal Genoa? Facilmente parte dalla panchina, ma non è improbabile che faccia uno spezzone di partita.
La formazione felsinea, sotto la guida sapiente di Roberto Donadoni, viene a giocarsi la partita, cercando di far pesare la propria presenza in campo. Da anni risulta una compagine che dà parecchio filo da torcere alla Juve, non per nulla proprio la trasferta di Bologna segnò lo scorso anno l’interruzione delle vittorie consecutive inanellate dopo un inizio disastroso. Si spera che le squadre si affrontino a viso aperto, facendo dimenticare al pubblico di trovarsi in un frigorifero!
Il Bologna si schiera con ogni probabilità con un 4 – 3 – 3 che prevede Mirante in porta; linea difensiva a 4 con Torosidis, Gastaldello, Maietta e Masina (oggetto del desiderio bianconero?); Nagy, Viviani e Dzemaili trio di centrocampo; davanti, attacco composta da Mounier, Krejci a sostegno di Destro, punta centrale.
La Juventus risponde con Neto tra i pali; grosso punto interrogativo sulla linea difensiva, se a 3 con il rientro di Barzagli o a 4 come nelle ultime uscite. Azzardo una difesa a 3 con Chiellini, Barzagli e Rugani; Asamoah e Lichtsteiner larghi; Marchisio, Khedira e Pjanic in mezzo al campo; Dybala e Higuaín a far male a una difesa tutt’altro che imperforabile. Declino ogni responsabilità da eventuali soluzioni alternative.
Entrambe le squadre hanno saltato il turno prenatalizio per la finale di Supercoppa. Motivo in più per non lasciare per strada altri punti, onde evitare di incorrere in ansie da classifica incompleta. Non è nemmeno il caso di dire che in casa Juve i 3 punti sono di prammatica.